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 2013  aprile 27 Sabato calendario

ENRICO, MATTEO

& CO: LA RIVINCITA DEI POST SESSANTOTTINI -
La Generazione X può diventare una Valanga X. Ovvero: Enrico Letta - «finalmente un premier della mia età», ha gioito Jovanotti su Twitter - come simbolo dei quarantenni che invece di farsi di farsi schiacciare dai trentenni arrembanti alla Renzi si stringono in alleanza con loro, con i Giovani Turchi e con i cani sciolti dell’insofferenza verso la politica dei matusalemme, e si scrollano di dosso la sudditanza nei confronti dei sessantenni alla D’Alema. Che resistono, ma senza più mostrare l’inattaccabile forza di sempre. Una svolta? Svolta nel Pd, plateale. Svolta nella composizione del governo, evidente a giudicare dal toto-ministri ancora in formato quiz (chi va dove?) ma chiaramente improntato al cambio generazionale. Rosy Bindi, niente: la star adesso - andrà alle Pari Opportunità o all’Ambiente - è Beatrice Lorenzin, classe ’71, la Meg Ryan azzurra che chiamavano «la tigre del Campidoglio» quando militava in consiglio comunale e che adesso i social network spingono assai come ministeriabile. Lei - sua frase cult: «Dove sta scritto che bisogna essere bruttina per esprimere un pensiero?» - e non solo lei. Lui, Enrico, e non solo lui. Che cosa dire del lettiano Boccia, stessa fascia generazionale X, quella dei quarantenni che nel celebre libro così intitolato di Douglas Coupland (del ’91) veniva considerata senza futuro e senza passato e soprattutto senza presente? Possibile new entry dell’esecutivo anche Boccia, deputato-economista. E Marco Meloni, altro lettiano, alla Pubblica Istruzione? Chissà.
DEBORA (SENZA H)
Quel che è certo è che Debora Serracchiani, fascia X ha appena sbaragliato il sessantenne Tondo in Friuli. E che la Valanga X in avvicinamento ai ministeri, anche se ieri la situazione un po’ s’è complicata, fa tremare gli anziani che si pensavano forever young («Congiura dei quarantenni», piagnucola Gad Lerner, convinto che la sua generazione dovesse essere inattaccabile e inamovibile e non si vede perchè quella loro meritava di essere definita una «rivoluzione» e quello della Generazione X è solo un complotto), improvvisamente rende vecchio il nuovismo di Grillo e fa risultare evidente (il dato è politico, non fisico-corporale) la pancia di Beppe che fuoriusciva dai pantaloni quando l’altro giorno si è issato sul predellino dell’auto in piazza Santi Apostoli o le rughe del suo viso e tutti quei riccioli bianchi e quella barba canuta da quasi settantenne vestito da No Tav. Generazione Letta significa Vincenzo Montella, 40 anni (Enrico ne ha 46), il quale è l’allenatore più corteggiato da tutti i grandi club italiani. O Massimiliano Allegri, ct del Milan, classe ’67, un anno in meno di Enrico, che è il candidato principale alla panchina della Roma. Per restare nel calcio, la Valanga X, quella a cui nel toto ministri sembrano capaci di resistere in pochi (Saccomanni, per esempio, o Moavero: ma uno come Monti è out), è incarnata da Di Matteo, 42 anni, campione di Europa in carica con il Chelsea, anche se lo hanno mandato via. Antonio Conte, traduzione: scudetto bianconero già praticamente incassato, ha 44 anni. Così come Eusebio Di Francesco, ex giocatore giallorosso che da allenatore del Sassuolo lo sta portando in seria A e si tratta di una impresa storica.
DA FASSINO A FASSINA
Fassino, si diceva una volta. Fassina, stessa età di Letta, si dice adesso. E se non ora, quando? Alfano, stessa storia: ricambio. Anna Maria Bernini, idem. E pensare che la Generazione X veniva considerata quella poco appassionata di politica o che considerava la politica insignificante. Ma è vero il contrario: politica sì, ma non quella dello scontro all’arma bianca. E anche nell’economia - fa fede tra l’altro il consistente numero di manager quarantenni della rete lettiana di Vedrò o quelle figure ibride tra professioni e politica come l’avvocata-deputata Giulia Bongiorno o l’imprenditrice-ex deputata e membro Cda Rai, Luisa Todini - il momento è arrivato già da un po’. Tra i post-quarantenni di peso e di esperienza alla Letta, ecco Andrea Guerra numero uno di Luxottica; Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade; Giuseppe Recchi, presidente dell’Eni; Fabio Galli, amministratore delegato Bnl; Marco Patuano, amministratore delegato Telecom; Patrizio Di Marco, numero uno di Gucci. Si potrebbe continuare a lungo nel lista di quelli del se non ora quando. Nel caso di Letta, scelto dall’ottantottenne Napolitano, e di altri come lui siamo alla conferma del fatto che, lo diceva Douglas Coupland, la Generazione X s’intende meglio con quella dei nonni che non con quella dei nati dal ’45 in poi e passati attraverso il ’68.