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 2013  aprile 27 Sabato calendario

NEL CUORE DI WALL STREET LA CHIESA PIU’ RICCA DEL MONDO

Un sospetto, a vederla così imponente, accerchiata dai palazzi di cemento e vetro nel quartiere degli affari di New York, era già venuto a qualcuno, ma certo nessuno poteva immaginare quanto fosse realmente ricca la Chiesa della Trinità a Wall Street. A svelarlo è il
New York Times che fa i conti in tasca alla parrocchia, scoprendo che può contare su un patrimonio di due miliardi di dollari. Ma, come spesso capita, quando ci sono di mezzo così tanti soldi, l’armonia non regna sovrana sotto il tetto della casa di Dio. Un parrocchiano, già membro del Consiglio della Congregazione, ha infatti fatto causa ai suoi ex compagni di banco pretendendo chiarezza su come venga usato tutto questo denaro. Una denuncia che arriva dopo un anno di polemiche tra accuse reciproche, dimissioni e veleni. «Ormai
sembriamo un’azienda, ragioniamo come un consiglio di amministrazione. Abbiamo smarrito i nostri valori, che dovrebbero essere la carità e la misericordia », dicono i fedeli delusi, arrabbiati. E ancora: «C’è poca trasparenza, avete creato un clima di grande inganno». «No, vi sbagliate. Questo è l’unico modo per amministrare una realtà come la nostra», si difendono gli uomini che gestiscono la chiesa.
Rimane il patrimonio, che viene da lontano. Da una donazione della regina Anna d’Inghilterra agli inizi del Settecento. Quasi 900mila metri quadri di un (allora) terreno agricolo che, circa trecento anni dopo, è diventato una miniera d’oro. Le proprietà sono infatti nel cuore dei quartieri più “caldi”, dal punto di vista immobiliare, di New York: SoHo, Tribeca e tutta la zona Downtown che si illumina ogni giorno di nuovi locali e loft di lusso. Da qui, con una gestione oculata, la fortuna della parrocchia più ricca del mondo si è moltiplicata anno dopo anno, bilancio dopo bilancio: «Sono stati molto bravi, hanno aspettato che il mercato fosse cotto al punto giusto e ora sono pronti ad approfittarne», dice un analista della New York University. Un portafoglio diviso, come conviene sempre in questi casi, in azioni, palazzi per uffici e ora — una delle scelte più contestate — appunto anche palazzi da destinare a lussuose dimore per ricchi e famosi.
Nel rendiconto 2011 il reddito immobiliare ha prodotto 158 milioni di utile, la maggior parte dei quali sono andati a sostenere nuove operazioni finanziare e il mantenimento delle varie proprietà. Altri 6 milioni sono serviti per restaurare e tenere in buone condizioni le dimore storiche che la chiesa gestisce, come appunto la cattedrale principale, altre cappelle vicine e alcuni cimiteri. Tolti un altro migliaio di dollari «per la comunicazione» e ben due milioni per il coro, alla beneficenza rimangono tre milioni. Pochi spiccioli in un mare di denaro. O almeno così la pensano i parrocchiani, che guidano la rivolta spinti, come ricordano nelle loro lettere di protesta, dal nuovo vento di povertà inaugurato a Roma da papa Francesco.