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 2013  aprile 27 Sabato calendario

ROMA — Se qualcuno vuole capire come la pensa Enrico Letta, può chiederlo a Francesco Boccia. Oppure rivolgersi a Monica Nardi, che è stata direttore di “TrecentoSessanta”, l’associazione che Letta volle per non mandare al macero i consensi ottenuti nelle primarie del 2007

ROMA — Se qualcuno vuole capire come la pensa Enrico Letta, può chiederlo a Francesco Boccia. Oppure rivolgersi a Monica Nardi, che è stata direttore di “TrecentoSessanta”, l’associazione che Letta volle per non mandare al macero i consensi ottenuti nelle primarie del 2007. Allora sfidò Veltroni e si contese con Bindi la palma di migliore secondo classificato nella corsa alla segreteria del Pd. Boccia è un pugliese, 46 anni, economista, che per due volte ha sfidato alle primarie Vendola in Puglia, ed è stato battuto. Ma Enrico lo stima e gli affida spesso l’incarico di seguire le questioni economiche più scottanti. Ha sposato Nunzia De Girolamo, collega parlamentare del Pdl. Forse per questo è sempre ben informato sugli umori pidiellini, esempio vivente di un centrosinistra dialogante. Nel cerchio degli amicicollaboratori più stretti c’è anche Paola De Micheli. Piacentina, imprenditrice con la passione della politica che l’ha portata prima a fare l’assessore comunale al Bilancio e poi la deputata, “Paolina” è vice capogruppo vicario del Pd a Montecitorio. Una tosta, che si vanta di avere fatto le primarie e esserne uscita alla grande, abituata a non darla vinta. Da quando Enrico ha accettato l’incarico, è inchiodata alla sedia del suo ufficio al quinto piano della Camera a studiare i dossier riforma fiscale e sviluppo economico. Sta coordinando il lavoro di «supporto e sostegno» al presidente del Consiglio incaricato. Per facilitargli il già difficilissimo compito - spiega - dobbiamo prodigarci tutti. Del gruppo dei lettiani fa parte anche Francesco Sanna, ex senatore, oggi deputato; Enrico Borghi, ex vice presidente dell’Anci per i comuni montani, anche lui “generazione quarantenni”, percorso politico nella Dc e nel Ppi, poi nella Margherita e quindi nel Pd di rito lettiano. Francesco Russo è nella cerchia ristretta del premier incaricato, neo senatore, segretario provinciale del Pd a Trieste, quarant’anni, docente di storia all’università di Udine. Alla prima Direzione democratica, subito dopo le elezioni, ha preso la parola lanciandosi in una perorazione anti casta, senza guardare in faccia nessuno. Ha rimproverato Livia Turco per avere annunciato il suo ritorno al partito, con tanto di stipendio da responsabile del Forum immigrazione. Per questo è stato subito definito un dem-grillino. «Non volevo essere duro con Turco - ha poi spiegato - Però la politica deve dimostrare di sapere fare sacrifici e avere sobrietà». Durezza e fair play. La strategia dei lettiani. (g.c.)