Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 27 Sabato calendario

MILANO —

Sono i grandi «debitori», quelli con morosità superiori a 500mila euro, a coprire il 18,5% degli incassi realizzati da Equitalia nel 2011. E se fino a questo momento lo si poteva supporre, a certificare nero su bianco per la prima volta il dato è la Corte dei Conti nella sua relazione al Parlamento. Una relazione che include i risultati dei controlli eseguiti nel 2011 da Equitalia e che alza il velo sull’attività dell’agenzia per la riscossione dei tributi diventata in tante occasioni bersaglio di accese proteste contro la pressione fiscale.
I numeri: l’attività di riscossione di Equitalia è passata da 8,9 miliardi del 2010 a 8,6 miliardi del 2011 «registrando rispetto all’anno precedente — si legge nella relazione della Corte dei Conti — una lieve flessione che è stata contenuta anche grazie all’effetto del crescente ricorso alla rateazione e ai volumi delle riscossioni dei grandi debitori pari a 1,6 miliardi di euro».
Al calo degli incassi hanno contribuito le novità legislative introdotte nel 2011, anno delle contestazioni e delle bombe. Prima fra le novità il decreto del luglio 2011 che ha stabilito tra l’altro che per debiti fino a duemila euro l’applicazione delle misure esecutive deve essere preceduta dall’invio di due solleciti di pagamento (di cui il secondo a distanza di almeno sei mesi dal primo). Prevista inoltre, per l’iscrizione a ipoteca, una comunicazione preventiva che avverte di dover pagare le somme dovute entro 30 giorni.
Ad agevolare i contribuenti anche le modifiche relative alla rateizzazione (passata da 48 a 72 rate), che da un lato hanno consentito di riportare alla regolarità fiscale chi prima non pagava, e dall’altro lato hanno garantito la sostanziale tenuta dell’attività di riscossione di Equitalia. Il cui risultato di esercizio è rimasto positivo a un milione e 207 mila euro nel 2011 (era 1.382.415 nel 2010). Il bilancio di gruppo, invece, si è chiuso con una perdita di esercizio di più di 73 milioni di euro, con una variazione negativa pari a 101 milioni rispetto al risultato dell’anno precedente.
Importante la novità in arrivo al 30 giugno 2013. Ossia il termine entro il quale Equitalia e le sue società dovranno cessare l’attività di riscossione volontaria e coattiva per conto degli enti locali e territoriali, i consorzi, gli ordini, le casse di previdenza e gli altri enti privati. Da questa data i Comuni effettueranno direttamente la riscossione delle proprie entrate, anche tributarie.
Corinna De Cesare