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 2013  aprile 21 Domenica calendario

LE TRE BALDRACCHE DI ARTHUR

Un famoso episodio nella vita di Schopenhauer mostra che egli spesso si comporta come quei filosofi che invitano a fare quel che dicono ma non quel che fanno. Il teorico della compassione universale è infatti in difficoltà quando si tratta di compassione puramente locale, nel caso specifico la compassione che egli potrebbe manifestare nei confronti di una modesta sartina, Caroline Marquet; la quale, assieme a due compagne, si è piazzata nel corridoio del suo edificio con i suoi attrezzi di lavoro, proprio mentre il filosofo, che insegna, sì, l’eccellenza della castità e dell’astinenza sessuale, sta attendendo la visita di una fanciulla di diciannove anni che colleziona più avventure amorose che ruoli nel teatro dove tira a campare.
Per dirla nei termini della filosofia schopenhaueriana: il falso saggio che vanta i meriti dell’estinzione della specie mediante l’esaltazione della castità aspetta l’occasione per godere dell’affermazione della volontà di vivere, mentre la sartina, inconsapevole discepola di Schopenhauer, che non ha letto, impedisce il manifestarsi della Volontà ostruendo il passaggio dell’incarnazione fenomenica della cosa in sé sessuale. In altre parole: la sartina intralcia un momento di distensione nella sua vita di meditazione.
Deponendo davanti alla polizia, il filosofo fornisce la sua versione: tre donne ingombrano il corridoio senza averne diritto; lui chiede cortesemente che sloggino; due obbediscono, la terza invece si rifiuta; il filosofo la invita ancora una volta cortesemente a sgomberare, e, bastone in mano, offre il braccio per accompagnarla fuori; lei rifiuta; il tono sale; lui la porta fuori senza tanti riguardi, lei torna col pretesto di recuperare un oggetto dimenticato, ma poi rifiuta nuovamente di uscire; lui la prende per la vita, la solleva, la porta fuori; lei cade per terra e perde la cuffia; invettive.
Lui pretende di non averla trattata da «vecchia imbecille», ma riconosce di aver detto una volta «vecchia baldracca», il che effettivamente cambia tutto. Caroline Marquet sostiene di essere stata picchiata col bastone, presa a pugni e calci; lui respinge questa versione. Un certificato medico attesta ecchimosi e una verruca strappata. Lui sostiene che la sartina si sia fatta male da sola cadendo, ma afferma che, se avesse obbedito, avrebbe potuto evitare tutto ciò. In una lettera in cui racconta la vicenda, parla delle «tre baldracche». Caroline Marquet sporge querela e amplifica la faccenda tornando in tribunale e spiegando che in seguito alle percosse ha parzialmente perso l’uso di un braccio. Le indagini durano cinque anni. Si celebra il processo. Il torto viene attribuito al filosofo, costretto a versare alla donna una pensione fino alla morte. La sarta vivrà ancora vent’anni. Schopenhauer, attaccato ai soldi, farà sempre fatica a digerire questo episodio.
Si leggeranno con un sorriso divertito le pagine del Mondo come volontà e rappresentazione nelle quali Schopenhauer vanta i meriti del saggio libero dalla volontà di vivere, che perciò sopporta pazientemente l’affronto, manifesta una mitezza infinita, ricambia il male col bene, senza manifestare odio o collera, accoglie come una benedizione ogni offesa, ogni oltraggio e ogni danno, e, senza opporsi al torto che gli viene fatto, prende tutto col sorriso impassibile di Buddha. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.