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 2013  aprile 21 Domenica calendario

ADDIO CANALI, ECCO UNA GALLERIA PER LE NAVI ORA IN NORVEGIA I CARGO ESCONO DAL TUNNEL

LONDRA — Finora c’erano il canale di Suez e il canale di Panama: dei varchi aperti o allargati per via di terra, permettendo alle navi di attraversare un continente, invece di fargli un lungo giro intorno, per passare dall’altra parte. Presto potranno cominciare i lavori per costruire il primo tunnel marino: un passaggio sotterraneo, scavato dentro la parete di un fiordo norvegese, per collegare due mari. Sarà il primo corridoio di questo genere al mondo: un’opera di ingegneria senza precedenti, una lunga galleria da percorrere su acqua invece che su strada, qualcosa di quasi fantascientifico.
A farla ci penserà la Norvegia, il leader mondiale in materia di tunnel, che già vantava tra i suoi record il più lungo tunnel per le automobili. Lo Stad Ship Tunnel porterà navi fino a 16mila tonnellate dal mare di Norvegia al mare del Nord, consentendo al traffico commerciale e a quello passeggeri di risparmiarsi un tortuoso percorso attorno alla penisola di Stad, sovrastata da una catena di monti con un’altitudine di 645 metri. Il tunnel sarà alto 45 metri, largo 36 e lungo un chilometro e 700 metri. Dal punto di vista ingegneristico non richiede innovazioni tecnologiche particolari, ma l’idea è di per sé rivoluzionaria: invece di tagliare via una fetta di terra per aprire un canale come quelli di Suez o di Panama, gli autori del progetto apriranno un foro dentro la montagna. «L’aspetto più difficile sarà costruire due dighe a ciascuna estremità per fermare l’acqua durante i lavori di scavo, per poi rimuoverle affinché l’acqua riempia la galleria e diventi un percorso navigabile», spiega Robert Benaim, ricercatore della Royal Academy of Engineering, alla Bbc, che ha presentato l’ambiziosa iniziativa.
La galleria navigabile sotterranea non ha lo scopo di accorciare i tempi per aggirare la montagna, perché data la bassa velocità di transito all’interno della galleria la durata del tragitto sarà praticamente la stessa rispetto alle navi che viaggiano in superficie.
L’obiettivo è piuttosto quello di evitare i rischi del maltempo: la penisola di Stad, sulla costa occidentale della Norvegia, è nota per le tempeste che mettono in pericolo le navi.
È la zona in cui si registra il vento più forte di tutta la Norvegia e dove si verifica il maggior numero di incidenti navali: dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi ce ne sono stati 46, nei quali hanno perso la vita 33 persone. Tra i più recenti c’è stato il quasi naufragio di una nave da crociera con 161 passeggeri a bordo avvenuto nel 2004.
L’industria della navigazione marittima è la seconda più importante dell’economia norvegese, dopo quella di gas e petrolio, per cui la proposta è considerata di fondamentale importanza dal governo di Oslo. È dal 19esimo secolo che la Norvegia discute un progetto simile e sono stati esaminati ben diciotto piani per realizzarlo da quando l’iniziativa ha ottenuto il sostegno ufficiale delle autorità nel 1980. Se soltanto
ora è entrata in fase operativa lo si deve alla questione dei costi e della convenienza economica dell’operazione. Il budget è stato stimato in un miliardo e 700 mila corone norvegesi, pari a circa 210 milioni di euro. Ma non tutti sono convinti che sia un investimento opportuno e il progetto, pur appoggiato dal governo, deve ancora essere messo ai voti in parlamento, dove verranno discussi gli aspetti economici e i rischi per la sicurezza. «Non è chiaro se sia davvero un buon affare», dice il professor Knut Samsen, della Norwegian University of Science and technology, alla
Bbc.
Se il piano — è il caso di dire — andrà in porto, per la prima volta al mondo ci sarà una galleria navigabile sotto una montagna, un tunnel per le navi anziché per le quattro ruote.