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 2013  aprile 18 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PRIMA GIORNATA DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI


PD CHIEDE RINVIO DELLA QUARTA VOTAZIONE

ROMA - Dopo il flop nella prima votazione, Bersani di fatto archivia la candidatura di Franco Marini: "Fase nuova, faremo una nuova proposta, la nostra assemblea sceglierà democraticamente un candidato". Nella seconda votazione, tutto come previsto: oltre 410 schede bianche, moltissime disperse e Stefano Rodotà fermo a quota 230. Il risultato è in linea con la decisione di Pd, Pdl e Scelta civica di votare scheda bianca.

Chiuso secondo spoglio, nuova fumata nera. Seconda fumata nera del Parlamento riunito in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica. Il piu’ votato è stato Stefano Rodotà con 230 preferenze. Sale il consenso per Sergio Chiamparino che tocca i 90 voti (al primo scrutinio erano stati 41). Bianche 418, nulle 14. Tra i nomi votati anche quelli di Giorgio Napolitano, Rocco Siffredi, Romano Prodi, Emma Bonino, Rosy Bindi, Arnaldo Forlani,
Sophia Loren, Fiorello, Giovanni Trapattoni, Mussolini, Sergio De Caprio detto Ultimo, Silvio Berlusconi, Michele Cucuzza, Paola Severino, Anna Finocchiaro, Claudio Sabelli Fioretti, Pietro Grasso e Massimo D’Alema. La terza votazione per l’elezione del Capo dello Stato inizierà domani mattina alle dieci nell’Aula della Camera. Poco prima, alle 9.40, si terrà la conferenza dei capigruppo.

Da Scelta civica diversi voti a Chiamparino
Diversi parlamentari di Scelta Civica, gran parte dei quali legati a Italia Futura, avrebbero votato Sergio Chiamparino. L’ex sindaco di Torino ha incassato novanta voti alla seconda votazione, più del doppio rispetto alla prima votazione (41). Gran parte delle schede sono dei ’renziani’ del Pd che hanno pubblicamente annunciato il sostegno a Chiamparino. Ma una discreta porzione è arrivata da Scelta Civica ed in particolare dalla componente ’montezemoliana’. "Io so che almeno venticinque di noi hanno dato il voto all’ex sindaco di Torino", spiega un parlamentare della formazione di Mario Monti. L’indicazione del partito per la seconda votazione era scheda bianca.

CORRIERE.IT
Fumata nera per il primo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica. Franco Marini ha ottenuto 521 voti . Seguono Rodotà con 240 voti, Chiamparino 41, Prodi 14, Bonino 13, D’Alema 12, Napolitano 10, Finocchiaro 7, Cancellieri 2, Monti 2. I voti dispersi sono stati 18, le schede bianche 104, le nulle 15. Nulla di fatto, insomma. Così, il presidente della Camera Laura Boldrini dopo aver comunicato il risultato ufficiale della prima votazione, ha annunciato «Non essendo stata raggiunta da alcuno la maggioranza dei 2/3 dei componenti dell’assemblea occorre procedere a un scrutinio che avrà luogo a partire dalle ore 15.30».
Doveva essere la prova dell’avvenuto accordo Pd-Pdl, anche in vista di un eventuale governo bipartizan, ma, numeri alla mano, la candidatura di Franco Marini è stata un fallimento. Almeno per il primo scrutinio (e in prospettiva per i successivi due). Ebbene stando ai conti pre-voto, l’ex presidente del Senato avrebbe dovuto fare affidamento su 745 voti: Pdl, Lega, Fratelli d’Italia, Pd al netto dei renziani (sono 51) e i montiani .
FRANCHI TIRATORI IN LIBERTA’ - Ben oltre dunque i 672 che gli sarebbero valsi l’ascesa al Colle: invece i voti sono stati 521. E se la matematica non è dunque un’opinione, l’abruzzese ha preso ben 224 voti in meno a quanto previsto. Quindi franchi tiratori in libertà, evidentemente le strategie del Capranica non erano così definite. Anche se, è giusto dirlo, se le cifre fossero rimaste queste, al quarto turno Marini sarebbe diventato presidente della Repubblica: ma il Pd ora pare aver scelto altre strade, con la scelta della scheda b ianca per la seconda votazione.
RODOTA’, 32 IN PIU’- Venendo al suo avversario numero uno, Stefano Rodotà, candidato dei cinque stelle, è andata bene, meglio in questo caso del bacino ipotizzato, ma non si può dire che sia stato un trionfo: 208 erano i voti che gli garantivano i grillini e Sel. Ne ha presi 240, 32 in più quindi, probabilmente di matrice democratica. Bisogna vedere quanto consenso riuscirà ad attrarre nei prossimi scrutini, specie tra le fila del Pd
266 IN TUTTE LE DIREZIONI - Ne restano dunque 266 che sono andati in tutte le direzioni: oltre alle 104 schede bianche, ci sono le 41 preferenze per Chiamparino (probabilmente tutte dei sostenitori di Renzi), 14 per Prodi ( che secondo molti, diventerà il nome forte nei prossimi round), 13 per Emma Bonino, 12 per Massimo D’Alema. E poi le provocazioni varie: da Valeria Marini a Veronica Lario, fino al capolavoro situazionista del voto al Conte Mascetti. Ora, il secondo round: vediamo che succede.

CORRIERE.IT
Fumata nera per Franco Marini che non riesce a centrare al primo colpo l’elezione alla presidenza della Repubblica e che nella migliore delle ipotesi resta ora «congelato» fino alla quarta votazione, quando non sarà più necessaria la maggioranza dei due terzi dei voti dei «grandi elettori» e il quorum si abbasserà fino a quota 504. Lo scrutinio della prima votazione certifica che con i 521 voti raccolti l’ex sindacalista è rimasto molto lontano dai 672 consensi necessari per guadagnare l’accesso al Quirinale. Alle sue spalle ne ha conquistati molti più del previsto, invece, il candidato del Movimento 5 Stelle, Stefano Rodotà, che è stato votato ufficialmente anche dai parlamentari di Sinistra e Libertà e da diversi esponenti del Pd. Marini, dunque, è uscito con le ossa rotte dal primo confronto con l’aula e con un’immagine che con questi numeri sembra molto lontana da quella del candidato «condiviso». Ciò nonostante, l’ex presidente del Senato ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di fare un passo indietro, potendo contare anche sul consenso del Pdl, che non è venuto meno.

In fila per votare il Presidente In fila per votare il Presidente In fila per votare il Presidente In fila per votare il Presidente In fila per votare il Presidente In fila per votare il Presidente

RENZI CORRE A ROMA - «Ma è evidente che Marini è saltato» ha commentato nel pomeriggio il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che si recherà a Roma per incontrare i parlamentari a lui vicini, ma non il segretario Pier Luigi Bersani. Intanto, torna in campo l’ipotesi alternativa di Romano Prodi: l’ex premier risulterebbe gradito anche ai dissidenti del Pd che oggi hanno votato scheda bianca o Rodotà e godrebbe di una velata apertura da parte del M5S, pronto a prenderlo in considerazione qualora il giurista lanciato dai grillini si chiamasse fuori. Chi insiste invece su Marini è il Pdl che vorrebbe evitare di trovarsi tagliato fuori dai giochi nell’ipotesi di un’insolita convergenza Pd-5Stelle. Il segretario Angelino Alfano chiede ufficialmente che «si individui la soluzione più idonea per eleggere il presidente della repubblica sin dalla quarta votazione». Nell’attesa, Pd e Pdl potrebbero continuare a fare «melina» affidandosi alle schede bianche.

Crimi: «Si voti Rodotà»
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LA DEBACLE PD - Sulla carta Marini contava sul sostegno del Pd, del Pdl, della Lega Nord e di Scelta Civica, ma il partito di Bersani si è presentato in aula già diviso, dopo la serata tumultuosa di mercoledì al teatro Capranica dove i «grandi elettori» del centrosinistra si sono incontrati per trovare un’intesa sul nome da sostenere per il Quirinale. Marini è stato alla fine l’indicazione ufficiale del partito, essendo gradito anche al centrodestra (perfino il Carroccio ha deciso di votarlo fin dall’inizio rinunciando ad un proprio candidato di bandiera), ma tutta l’area renziana e diversi esponenti di rilievo di varie altre correnti hanno fin da subito manifestato perplessità e annunciato un voto in dissenso dalla linea ufficiale. Così è stato. Lo spoglio delle schede ha dato la conferma di un Pd decisamente diviso.

E qualcuno vota il conte Mascetti...
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LA CARTA GRILLINA - Il principale alleato, Sinistra e Libertà, era stato netto nello strappo già dal mattino, annunciando la volontà di far confluire i propri consensi su Stefano Rodotà, candidato dal Movimento 5 Stelle dopo la rinuncia della giornalista Milena Gabanelli. Ha dunque buon gioco, ora , Beppe Grillo nel commentare tranchant: «C’è da scegliere tra il presidente degli Italiani, che è Rodotà, e il presidente di Berlusconi, che è Marini». E ancora: «Nessuno ha spiegato a Bersani che l’Italia è cambiata, che non vuole più accordi sottobanco con lo psiconano. La guerra è finita, arrendetevi. Liberateci per sempre dalla vostra presenza».

Il pronostico di Berlusconi: «Passerà»
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MAL DI PANCIA A SINISTRA - Per tutta la giornata di mercoledì Matteo Renzi aveva sparato bordate contro l’ex sindacalista. E ancora oggi è tornato a ribadire che Marini «non è il candidato migliore». Contro l’ex presidente del Senato si erano espressi in mattinata anche Marianna Madia, Ignazio Marino, Giuseppe Civati e altri esponenti di primo piano del partito di Bersani. Massimo D’Alema, considerato da molti l’alternativa all’ex dc, si era invece espresso a favore di un voto unitario: «Capisco che si sia arrivati alla candidatura di Franco Marini in modo sofferto e con un metodo che ha potuto creare comprensibili turbamenti, ma ora dobbiamo valutare l’opportunità, per il Paese, di un candidato che deve essere eletto con un ampio consenso e che è persona le cui qualità politiche e morali non possono essere messe in discussione da nessuno». Berlusconi resta invece ottimista: pur non sbilanciandosi su un consenso in prima battuta, il Cavaliere si dice convinto che alla fine Marini «passerà».


Intervistato dal Tgcom24, Franco Marini definisce quella in corso per l’elezione del Presidente della Repubblica "una battaglia dura" auspicando che il Pd ritrovi una "forte unità". "Quale scissione?" E’ la risposta dell’ex sindacalista alla domanda sul rischio di una rottura all’interno del Partito Democratico

DICHIARAZIONE DI SCILIPOTI
Mi sono lasciato convincere dal tumulto dei 50 dimostranti che da stamattina si sono assiepati a Montecitorio. In fondo, il professore può essere un degno rappresentante dell’anticasta, un esempio di nuovismo a cui non bisogna porre argini.
Il professore è stato deputato al parlamento italiano solo per quattro legislature consecutive (dall’VIII all’XI);
Sen. Domenico Scilipoti
mentre solo per undici anni ha calcato i banchi del parlamento europeo;
è stato per otto anni garante per la protezione dei dati personali, e ora, a soli 80 anni, ha davanti a sé un fulgido e splendente futuro.

REPUBBLICA.IT
ROMA - Nulla di fatto nella prima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica: Franco Marini non è arrivato al quorum di due terzi necessario, fermandosi poco oltre la maggioranza assoluta. Franchi tiratori dal Pd e probabilmente anche dal Pdl e da Scelta Civica. Un risultato che cambia le carte in tavola già da oggi pomeriggio, spingendo i partiti a puntare sulla scheda bianca alla seconda votazione, e che ha acuito la spaccatura nel Pd. Ma è proprio da Matteo Renzi, che ieri ha dichiarato apertamente la sua contrarietà all’accordo trovato da Bersani e Berlusconi, che arrivano segnali di un possibile ricucitura. Il sindaco di Firenze sarà questa sera a Roma per incontrare il segretario e arrivare a una soluzione condivisa.



Bersani: "Vedrete che troveremo soluzione"
Il Pd sta esplodendo? "Ma no". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rispondendo ai cronisti a Montecitorio. È preoccupato? "Certo che sono preoccupato, ma per l’Italia. È troppo solenne? Vedrete che troveremo una soluzione". Sempre su Marini? Insistono i cronisti". Adesso riuniremo i grandi elettori e vedrete che si troverà una soluzione".
da Piera Matteucci 18.08

Bersani: "Incontro con Renzi non mi risulta, ma non ho problemi"
"Ho letto non mi risulta ma non ho nessun problema". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani risponde ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se vedrà Matteo Renzi.

Bersani vota e poi abbraccia Casini
Il leader del Pd Pier Luigi Bersani risponde alla seconda chiama per l’elezione del presidente della Repubblica e fa il il bis: dopo l’abbraccio della mattinata con il segretario del Pdl Angelino Alfano, questo pomeriggio l’abbraccio è per il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, con il quale il segretario dei Democratici si intrattiene qualche minuto a colloquio.

Pdl pronto a sostenere Marini a quarta votazione
Il Pdl è pronto a sostenere Franco Marini nel corso della quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. "Noi siamo stati e saremo compatti", spiegano fonti interne al partito. Marini, è il ragionamento, ha ottenuto i 504 voti necessari per avere la maggioranza semplice, nonostante i franchi tiratori interni al Pd abbiano provato a bloccarlo sotto la quota della metà più uno, quindi non farà nessun passo indietro. "Ha tutto il diritto di essere riproposto al quarto voto", spiegano.


Renzi: "Evidente che Marini è saltato"
’’A questo punto è evidente: Marini è saltato’’. Così il sindaco di Firenze ha risposto ai giornalisti a margine di una iniziativa in Palazzo Vecchio a Firenze’’
da Piera Matteucci 17.51

Richetti: "Vedremo se cresce consenso su Chiamparino e Prodi"
Nelle prossime ore "vedremo se crescerà il consenso" su Chiamparino o anche su Prodi per il Quirinale. Lo dice il deputato renziano, Matteo Richetti. "Io ho votato chiamparino alla prima votazione- spiega-, ma non all’interno di una indicazione renziana, adesso vediamo se su quella indicazione il consenso cresce. Le votazioni possono servire anche per fare delle proposte al Parlamento in attesa di una soluzione unitaria e condivisa". Il deputato democratico pensa inoltre che "questa sera ci sarà un momento di confronto".


Marini esclude passo indietro. Franco Marini non avrebbe nessuna intenzione di fare al momento un passo indietro. Nonostante al primo scrutinio per l’elezione del prossimo Capo dello Stato abbia raccolto solo 521 voti, l’ex presidente del Senato avrebbe spiegato al cerchio più ristretto dei suoi sostenitori in Parlamento di voler restare in pista.

Marini avrebbe riferito di avere avuto rassicurazioni da Silvio Berlusconi che il Pdl non appoggerà altri candidati. Per questo non esclude ancora di potercela fare dalla quarta votazione - quando per essere eletto i voti necessari sono 504 - a meno che non sia il Pd a scegliere di cambiare strategia.
da Monica Rubino 17.21


Riunione del Pd domani. Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, riunirà domani pomeriggio i grandi elettori del partito per decidere la linea da seguire per l’elezione del capo dello Stato. La riunione, secondo quanto si apprende, si svolgerà tra il terzo e il quarto scrutinio.
da Monica Rubino 16.47

Alfano: cerchiamo soluzione per il quarto voto. "Il Pd comunica l’intenzione di votare scheda bianca alla seconda e alla terza votazione. Ne prendiamo atto - dice il segretario del Pdl Angelino Alfano - e invitiamo tutti a impegnare questo tempo per individuare la soluzione più idonea per eleggere il presidente sin dalla quarta votazione".

Come si elegge il presidente. Alle 10 in punto di questa mattina, senatori, deputati e delegati regionali (in totale 1.007 grandi elettori) hanno avviato a Montecitorio il processo che porterà al Quirinale il dodicesimo capo dello Stato. Il calendario prevede due votazioni al giorno, alle 10 e alle 16, senza soluzioni di continuità, visto che si tratta di un’unica seduta. Sono possibili quindi scrutini anche di domenica o di giorno festivo e non sarebbe la prima volta. Per i primi tre scrutini è necessaria la maggioranza dei due terzi, ovvero 672 voti. Dalla quarta sarà sufficiente la maggioranza assoluta, a quota 504. A votare saranno 630 deputati, i 319 senatori (compresi i 4 a vita) e 58 delegati regionali (tre per ogni regione, tranne la Val d’Aosta che ne ha uno solo). Sulla carta il centrosinistra può contare su 496 voti, il centrodestra su 270, Scelta civica ha 70 ’grandi elettori’ e Il MoVimento 5 Stelle conta su 162 voti.
Rodotà al secondo posto. Come previsto Stefano Rodotà si è piazzato secondo con 240 voti. A favore della sua candidatura si è mobilitata parte dell’opinione pubblica. La base del Pd ha organizzato una protesta in piazza Montecitorio con un sit-in "contro Marini e il patto con il Pdl", creando un gruppo su Facebook che ha già raccolto più di 5 mila adesioni. Nel corso della manifestazione alcuni attivisti hanno bruciato le tessere del partito.

RISULTATO DELLA SECONDA VOTAZIONE
Rodotà 230
Chiamparino 90
D’Alema 38
Alessandra Mussolini 15
Franco Marini 15
Prodi 13
Bonino 8
Sergio De Caprio 8
Cosimo Sibilia 7
Bindi 6