giu. fer., Corriere della Sera 18/04/2013, 18 aprile 2013
L’OMBRA DI MERRILL LYNCH DIETRO IL CRASH DELL’ORO
Dietro il grande crash dell’oro, che tra venerdì e lunedì scorso ha perso il 13% del suo valore, ora spunta anche Merrill Lynch. La banca d’affari americana venerdì avrebbe venduto in due tempi ben 400 tonnellate d’oro complessive, con una transazione pari a circa 20 miliardi di dollari di controvalore. A un primo ordine di vendita per 100 tonnellate di metallo prezioso, dopo appena mezz’ora, l’istituto Usa avrebbe fatto seguire un secondo ordine di vendita, per altre 300 tonnellate d’oro. Abbastanza per agitare un mercato già innervosito dalla notizia che la Banca centrale cipriota stava vendendo parte delle sue riserve aurifere come parte dell’accordo raggiunto con la troika (Ue, Fmi e Bce) per il salvataggio delle sue banche e aggravare una tendenza al ribasso in atto già da diverse settimane. Così lunedì, alla riapertura dei mercati, si è scatenato il panico tra gli investitori e l’oro ha perduto 140 dollari in una sola seduta, scendendo a 1.361,10 dollari l’oncia, con un calo del 9,3%, la più grande flessione dal 1983, che ha riportato il prezzo ai minimi da due anni. Ieri la quotazione dell’oro ha guadagnato l’1%, grazie al ritorno dei compratori asiatici, attirati dai prezzi molto bassi. Ma il traguardo dei 2.000 dollari all’oncia, che proprio Merrill Lynch aveva pronosticato per il secondo trimestre 2013, è definitivamente tramontato. La stessa banca d’affari a inizio marzo ha rivisto al ribasso le sue previsioni, tagliando del 6,9%, a 1.680 dollari l’oncia, le sue stime sul prezzo medio per il 2013, e di quasi il 10%, a 1.838, l’outlook per il 2014. Ma con un prezzo oggi a quota 1.382,10 dollari l’oncia (chiusura di ieri), è probabile che la banca riveda ancora le sue previsioni.
Giu. Fer.