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 2013  aprile 18 Giovedì calendario

Bersani e Berlusconi trovano l’accordo per il Quirinale • Ritratto di Franco Marini • Ritratto di Stefano Rodotà • Un video mostra il presunto attentatore di Boston • Lettera velenosa per Obama • I senza casa sono cresciuti del 70% in quattro anni • Le famiglie degli scrittori • I gusti difficili di Keplero • I ragionamenti di Darwin sul matrimonio Presidente Bersani e Berlusconi sembrano essere d’accordo sull’elezione di Franco Marini alla presidenza della Repubblica

Bersani e Berlusconi trovano l’accordo per il Quirinale • Ritratto di Franco Marini • Ritratto di Stefano Rodotà • Un video mostra il presunto attentatore di Boston • Lettera velenosa per Obama • I senza casa sono cresciuti del 70% in quattro anni • Le famiglie degli scrittori • I gusti difficili di Keplero • I ragionamenti di Darwin sul matrimonio Presidente Bersani e Berlusconi sembrano essere d’accordo sull’elezione di Franco Marini alla presidenza della Repubblica. All’assemblea dei parlamentari Pd e Sel, al teatro Capranica, non tutti sono favorevoli: il voto finale è stato di 222 per Marini, 90 contro, 21 astenuti. Mancano all’appello 160 parlamentari, sufficienti a far saltare l’intesa quando oggi si comincerà a votare. I contrari in partenza sono renziani (51 parlamentari), giovani turchi (60), veltroniani (10-12). Nichi Vendola preferirebbe votare Stefano Rodotà, candidato del M5S dopo il rifiuto di Milena Gabanelli e Gino Strada. Manifestanti democratici in strada davanti al teatro gridano contro la decisione di candidare Marini, Bersani è costretto ad andarsene passando per un’uscita secondaria. Mattarella Bersani voleva che il candidato al Quirinale fosse Mattarella. Berlusconi ha detto no: ancora pesa lo strappo di vent’anni fa, quando i cinque ministri della sinistra Dc (tra cui appunto Mattarella) nel 1990 si dimisero dal governo Andreotti nell’estremo tentativo di non far passare la legge Mammì che autorizzava il monopolio tv del Biscione. Governo C’è chi osserva che, se davvero c’è l’accordo tra Bersani e Berlusconi, una volta eletto Marini non ci saranno nuove elezioni ma un governo del presidente, con un premier scelto dal capo dello Stato e con ministri personalità eccellenti scelte dai tre partiti. Marini Franco Marini, 80 anni compiuti il 9 aprile. Suo padre, Loreto Marini, operaio della Snia e fondatore della Cisl. «I Marini arrivarono a Rieti da San Pio delle Camere, un paesino abruzzese nella piana di Navelli, e quel ragazzo in gamba fu notato dal segretario della Cisl reatina, Alberto Alunni. Aspettò che finisse il liceo e poi gli offrì, nell’estate del ’52, un posto all’ufficio contratti e vertenze, 15 mila lire al mese senza contributi. Papà Marini però pose una condizione: “Mio figlio si deve laureare”. E così fu. Il giovane Franco metteva la sveglia alle 4 di mattina, studiava fino alle 7 e poi andava alla Cisl a dirimere contenziosi e a spulciare le buste paga dei chimici. Poi, quando l’ufficio si svuotava, tornava sui libri. “È bravissimo, riesce subito a cogliere il punto di compromesso, e dolcemente vi accompagna padrone e mezzadro” diceva il suo capo di allora, l’avvocato Giorgio Rossi. Nel ’56 la Cisl inaugurò il suo centro studi, “l’università dei lavoratori” la chiamava Pastore. Al primo corso, a Fiesole, si ritrovò un gruppo di promettenti ventenni: c’erano Carniti, Crea, Colombo. E Marini. Il quale, finita la scuola sindacale, fu spedito prima ad Avezzano, poi a Biella e ad Agrigento, prima che Pastore se lo portasse nell’ufficio studi del ministero per il Mezzogiorno. Cominciò così la lunga arrampicata del Lupo Marsicano (…). Prima contro Storti, col quale non legò mai, poi contro Carniti, che si era ripreso il vestito scuro ed era diventato un laico operaista, tutto l’opposto di Marini, democristiano e difensore degli statali. Dopo una paziente attesa, nel luglio dell’85 il figlio del capoturno della Snia diventò segretario generale della Cisl. Ci rimase sei anni, fino a quando, morto Donat Cattin, fece il grande salto verso la politica. Sfidò De Mita attaccandolo al congresso dell’84, e fu allora che il segretario fece, tra i fischi e le botte, la più infelice delle sue profezie: “Se continui così, caro Marini, non interesserai più neanche i democristiani”. S’è visto. Quando poi decise di candidarsi alle politiche volle sfidare, contro tutti i consigli, il vicerè della Dc romana Vittorio Sbardella. E lo battè (era il 1992) rastrellando 1123 voti più di lui. (…) È rimasta agli atti, invece, la sua ira per il mancato rispetto del patto per la successione di Scalfaro: l’accordo con i Ds, giurò lui, era che al Quirinale andasse Rosa Russo Jervolino, e invece all’ultimo momento Veltroni si accordò con Fini e Casini sul nome di Ciampi. Eletto, sette anni dopo, alla presidenza del Senato contro un centrodestra che pur di fermarlo votò compatto per Andreotti, Marini ha dovuto governare un’aula indisciplinata e ribelle. (…) Alla fine, però, a riprova dell’imparzialità dimostrata, Marini si vide affidare dal Quirinale un mandato esplorativo. Al quinto giorno si arrese, «con molto rammarico per l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo», e restituì la patata bollente di quella crisi a Napolitano. Che adesso, cinque anni dopo, potrebbe restituirgliela: franchi tiratori permettendo» (Messina, Rep). Rodotà Il candidato del Movimento 5 Stelle è Stefano Rodotà. Ottant’anni il 5 maggio, «come denota il suo cognome e quella a finale accentata, il giurista nato a Cosenza nel 1933 discende da una famiglia arbereshe, una delle tante arrivate nel Mezzogiorno italiano fra il ’400 e il ’700 sotto la pressione dell’espansione turca». Si laureò in giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1955 ed entrò nel Partito radicale, da cui uscì quando Pannella gli propose di andare in Parlamento. Nel 1970 fu eletto come indipendente di sinistra. Alla Camera fu nella commissione Affari costituzionali. Vi tornò nel 1983, come presidente del gruppo Misto, e nel 1987. Fece parte delle commissioni bicamerali Bozzi e De Mita-Iotti per la modifica della Costituzione. Uscì Parlamento nel 1994 e tornò all’insegnamento universitario. Nel 1997 diventò il primo presidente dell’Autorità per la privacy, dove rimase fino al 2005 (Buzzanca, Rep). Boston Gli investigatori americani, esaminando i filmati delle telecamere accese durante l’attentato di Boston, hanno visto una persona appoggiare una borsa nera in terra un attimo prima della seconda esplosione. È un uomo bianco (quindi per ora prende consistenza la pista del terrorismo interno) di corporatura media, alto uno e ottanta, vestito con una felpa grigia e una giacca nera, con un cappello da baseball bianco calcato sugli occhi, che parla al telefono mentre poggia la sacca nera al suolo prima dello scoppio. Messaggio Lettera con dose mortale di ricina spedita a Obama. Il testo: «Vedere un torto e non denunciarlo vuol dire diventare un complice silenzioso della sua continuazione. Io sono KC e approvo questo messaggio». Lettera uguale spedita al senatore repubblicano del Mississippi, Roger Wicker. Senza casa Risultati del censimento dei senza dimora condotto dalla fondazione Rodolfo Debenedetti e Università Bocconi: non conteggiando le persone che vivono in case abusive o nei campi rom, il numero dei senza dimora è aumentato del 70% rispetto al 2008. Tre quarti dei senza casa hanno più di 35 anni e un livello di istruzione comparabile a quello del resto della popolazione italiana. Vivono in media con circa 150 euro al mese, ma 4 su 10 non hanno alcun reddito e il 30% ha debiti in media di oltre 2000 euro. La ragione principale di questa loro condizione è la perdita del lavoro. In tre su quattro sono attivamente alla ricerca di impiego, in media hanno concluso il loro ultimo rapporto di lavoro da 4 anni. Solo uno su cinque riceve un sostentamento, come il sussidio di disoccupazione (Boeri, Rep). Padre John Butler Yeats, dopo il successo letterario del figlio William, arrivò addirittura a implorarlo di raccomandare i suoi testi teatrali (De Majo, Rep). Moglie Mary Cheever, moglie dello scrittore John Cheever, si rifiutò di leggere i Diari postumi di lui in cui era svelata l’omosessualità a lungo tenuta nascosta tra le mura di casa. Spiegava: «Non posso leggerli, non è la mia vita. Si tratta di lui. È tutto dentro di lui» (ibidem). Keplero Keplero, rimasto vedovo dopo un primo matrimonio combinato dagli amici, decise di risposarsi. In una lettera datata 23 ottobre 1616 scrisse le sue difficoltà nel trovare la donna giusta. La prima candidata era troppo anziana «e non aveva niente che mi piacesse»; la seconda, figlia della prima, pareva metterlo in una condizione poco conveniente; la terza aveva concesso la promessa di matrimonio a troppi; la quarta poteva andar bene «nonostante la sua atletica corporatura»; quasi perfetta la quinta, la giovane e modesta Susanna Reutinger; troppo orgogliosa la sesta; troppo nobile la settima; troppo indecisa l’ottava; troppo sospettosa la nona; di buona famiglia la decima ma «di taglia brutta persino per un uomo dai gusti semplici»; troppo giovane l’undicesima, benché opulenta. Alla fine si risolse per la quinta, proprio colei che i suoi consiglieri ritenevano la meno adatta (Giorello, CdS). Darwin Vantaggi e svantaggi dello sposarsi scritti su un foglio da Charles Darwin nel 1838: «Non potrei mai imparare il francese, o vedere l’Europa, o andare in America, o fare un’ascensione in pallone, o magari una gita solitaria nel Galles». Sposò Emma Wedgwood nel gennaio 1839 (ibidem).