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 2013  aprile 04 Giovedì calendario

L’ALTRA FACCIA DELLA CASTA IN PARLAMENTO USCIERI DA 10MILA EURO AL MESE

C’è un’isola felice nel cuore di Roma dove la crisi non esiste e gli stipendi salgono an­no dopo anno, automaticamen­te, con una progressione spa­ventosa (beninteso, per quindi­ci mensilità annuali). Ecco, in un documento riservato di Pa­lazzo Madama, le cifre scanda­lose della vera Casta, quella dei dipendenti del Parlamento (cir­ca 800 al Senato, 1.540 alla Ca­mera). Commessi, uscieri, ste­nografi, addetti alle pizzette in buvette, segretarie, assistenti e dirigenti con stipendi allineati al Qatar, non all’Italia delle fa­miglie in bolletta e degli im­prenditori suicidi. Il documen­to, datato fine 2012, riporta gli stipendi lordi dei dipendenti, con gli scatti per ogni anno di servizio e la simulazione della loro curva retributiva. Più che una curva, una linea retta che schizza verso l’alto e vola verso i livelli stellari di fine carriera, pa­ri a quelli di un manager d’azienda. Quelle tabelle sono il frutto di un tentativo, fatto da­gli appositi comitati per il personale di Senato e Camera, di ri­durre un po’ gli stipendi finali dei dipendenti del Parlamento, portandoli da 27mila a 21mila euro per il livello fine carriera. Ma niente, non c’è stato nulla da fare contro le barricate delle 13 sigle sindacali a Palazzo Ma­dama, soprattutto con quella più forte, la Cgil Senato, la più decisa a difendere i privilegi dei lavoratori da 30mila euro al me­se.
Partiamo dal grado più bas­so, la «fascia di assistenza tecni­co-operativa», cioè i commes­si, o i famosi barbieri. Appena arrivati hanno un lordo di 2.482 euro al Senato e 2.338 euro alla Camera. Ma dopo soltanto 12 mesi, per contratto, scattano ri­spettivamente a 2.659 euro e 3 .199, e ogni anno guadagnano di più, inesorabilmente, reces­sione o non recessione, crisi o non crisi. Con 40 anni di anzia­nità l’ultimo stipendio del­l’usciere è di 10.477 euro lordi mensili (aumentato del 400% ri­spetto inizio carriera), che mol­tiplicati per 15 mesi fanno 157.500 euro all’anno, come un dirigente di una grossa azien­da. La fascia successiva, quella della «Assistenza amministrati­ve» (le segretarie che fanno le fo­tocopie e mandano le convoca­zioni delle commissioni), che partono appena assunti da 3.048 euro al mese e finiscono la carriera con 12.627 euro men­sili al Senato e 11.949 alla Came­ra. Poi ci sono i funzionari, che partono da 3.700 come neoassunti e finiscono a 17mila euro, fino ai dirigenti, che progredi­scono da 5.593 a 27.885 euro mensili. Quando la Corte costi­tuzionale ha bocciato il taglio del 5% sugli stipendi pubblici ol­tre i 90mila euro, i dipendenti del Senato hanno fatto ricorso. E Palazzo Madama ha dovuto sborsare 2,2 milioni sull’un­ghia per risarcirli. Mentre le cas­se pubbliche andavano, e van­no, a picco.
Più o meno allineati gli stipen­di a Montecitorio. La tabella scovata da Marzia Maglio di Ballarò suddivide i 1.540 dipen­denti­ della Camera per fasce re­tributive.
Anche qui si va - in me­dia - dai 67mila euro annui del livello più basso ai 167mila eu­ro dei consiglieri parlamentari, fino ai 406.399 euro del segreta­rio generale di Montecitorio. Quando Antonio Malaschini ha lasciato il posto da Segreta­rio generale del Senato, ha pre­so una liquidazione di 1.200.000 euro e una pensione da 520mila euro annui. Norma­le che poi il premier Monti, ap­pena insediato, abbia pensato a lui come sottosegretario per i Rapporti col Parlamento. I suoi rapporti col Parlamento, che gli versa 1.500 euro al giorno, so­no ottimi.
Ma in generale il sistema pen­sio­nistico della Casta dei dipen­denti del Parlamento è un pia­neta a sé. Gli esodati non esisto­no, anzi si va in pensione a 51 an­ni, e con una penalizzazione ri­dicola, dall’1% al 4,5% massi­mo sull’ultimo stipendio. Un al­tro docum­ento riservato del Se­nato riporta le domande di pen­sionamento pervenute tra apri­le/ luglio 2012: una sfilza di cin­quantenni. Il più vecchio, tra quelli che domandano la pen­sione al Senato, è un consiglie­re di 61 anni, la media 55. La lo­ro baby pensione sarà (media­mente) di 8-9mila euro. Ecco la vera Casta mai toccata dai sacri­fici. Ci proveranno i presidenti Boldrini e Grasso?