Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 04 Giovedì calendario

QUANTO SPENDIAMO PER CANI E GATTI?

C’è aria di tagli. Si risparmia su tutto, ma non sugli animali domestici, che anzi aumentano sempre di più e affollano gli appartamenti. Vincono i cani o i gatti?

Secondo il Rapporto Italia Eurispes 2013, il sorpasso è ufficiale, ma si tratta di un bipolarismo imperfetto. Per Assalco-Zoomark, ci sono quasi sette milioni di cani e circa sette milioni e mezzo di gatti. Per Eurispes ci sono cani nel 55,6% delle nostre case e i gatti (49,7%) sono al secondo posto (meno male che non devono fare un governo). Non mancano altri piccoli amici: conigli e criceti (1,8 milioni), 13 milioni di uccellini in gabbia e 30 milioni di pesci (dati 2011).

Non possiamo fare a meno di un amico a quattro zampe?

Sembra di no. Oltre la metà delle famiglie (il 55,3%) ha in casa uno o più «pet». Il dato è in forte crescita rispetto al 2012 (erano al 41,7%). Alcune sono «new entry», ma c’è chi ha raddoppiato (poco più del 10%), prendendo un secondo cane, un secondo gatto o tentando la convivenza tra le due specie. La crisi non incide più di tanto. L’International Coffee Organization segnala un dato curioso: abbiamo ridotto i consumi di caffè, (al livello più basso degli ultimi sei anni) e non andiamo più al bar, ma non «tagliamo» sulle spese per i nostri beniamini (rapporto Assalco-Zoomark 2012). Anzi: i «pranzetti» per cane e gatto (biologici, con gusti sofisticati e specialità per chi soffre di allergie) crescono del 2,1%, più della media europea, ferma all’1,6% .

Quanto spendiamo per loro?

Nella maggior parte dei casi, meno di 30 euro al mese. Nel 31,6% l’investimento varia dai 30 ai 50. L’11% dei proprietari spende invece da 51 a 100 euro, il 3,5% da 101 a 200, lo 0,2% da 201 a 300 e l’1,1% più di 300 euro al mese. Piccole cifre, ma, messe in fila, arriviamo a oltre 1600 milioni di euro per 536 mila tonnellate di cibo. Un bel business.

Quanto costano le cure mediche?

Il 63,8% se la cava con un centinaio di euro l’anno per veterinari e medicinali (63,8%), il 24,3% spende da 101 a 200 euro, il 7,7% da 201 a 300 euro e il 4,2% più di 300. Anche qui raggiungiamo una cifra globale importante. Secondo l’Aisa, l’Associazione nazionale imprese salute animale, nell’ultimo biennio il segmento dei farmaci per i «pet» è cresciuto dell’8%, raggiungendo quota 254 milioni (erano 235). Se aggiungiamo i prodotti igienici, la cifra si assesta sui 465 milioni.

Quanti sono disposti a spese pazze per il loro cucciolo?

Tanti. Abitini, collari, guinzagli, accessori e cappottini possono essere tremendamente fashion e superfirmati. Il 34,7% spende fino a 50 euro l’anno; il 6,3% da 51 a 100, l’1,6% anche più di 150. Ma le frontiere delle coccole sono infinite e sta diventando di moda il regalo di Natale e di compleanno: palline per gatto, finti topolini, osso rosa o azzurro con il nome inciso sopra.

I padroni non trasmettono ai cani le loro cattive abitudini, per esempio mangiare troppo?

Sì. Sembra buffo, ma cresce la percentuale di cani e gatti obesi. Perciò alcuni produttori di «pet food» hanno aggiunto alla loro offerta un servizio di consulenza nutrizionale gratuita e personalizzata. Purina ha anche un numero verde dedicato (800.525.505) per chiedere consigli e rimettere a punto la dieta (certe volte sarebbe utile anche ai padroni).

L’ultima novità?

Eccola. E’ Dog-tv, la prima tele-canina. Nasce in America, via cavo, ed è stata studiata dai migliori veterinari del pianeta (dicono). I colori sono «ottimizzati» per la visione degli animali e i ritmi sono lenti. Il palinsesto di Dog-tv è un rullo di mini-programmi da tre-sei minuti, divisi in tre principali categorie: rilassamento, stimolazione e perfezionamento dei comportamenti. Non ci sono talk show né conduttori: soltanto rumori, suoni della natura, musica e pochissime parole. Su Internet trovate le recensioni di chi l’ha provata.

L’atteggiamento culturale nei confronti degli animali sta cambiando?

Sicuramente. Sempre secondo Eurispes Italia, l’80,1% degli italiani è contrario alla caccia, (è favorevole il 19,9%, in calo rispetto al 21,4% dell’anno scorso). L’87,3% è contrario alla vivisezione, un punto in più rispetto al 2012: segno di una maggiore sensibilità. Negozi, centri commerciali, alberghi sono più «dog friendly». Alcuni ipermercati, come Auchan e Coop, hanno realizzato aree specializzate.

C’è anche un Guinness canino?

Non poteva mancare. In Galles il protagonista assoluto della raccolta di bottiglie di plastica da riciclare è il labrador Tubby. Quando ne vede una, l’accartoccia con i denti e la consegna alla sua proprietaria, l’«ecosostenibile» Sandra Gilmore. Ne ha messe insieme 25 mila (www.inabottle.it) ed è entrato nel Guinness dei Primati.