Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  marzo 24 Domenica calendario

LAVORO, FISCO E CREDITO TRE MOSSE ANTI-CRISI

Un governo stabile, forte e in grado di prendere per le corna il toro della crisi. A dirla in una battuta è questo che le forze sociali e produttive chiedono a Pierluigi Bersani, non l’impossibile, ovviamente, ma certo qualcosa di arduo da promettere, viste le turbolenze politiche. Tra ieri e domani, com’è noto, il presidente incaricato sta vedendo tutti i soggetti del mondo del lavoro, delle imprese, del terzo settore e degli enti locali. E le istanze che sono state (e saranno) sottoposte alla sua attenzione sono di quelle che nessun governo balneare o di transizione può minimamente affrontare: politiche per il lavoro e l’occupazione, contrasto alla povertà, interventi sulla stretta del credito da parte delle banche, azioni fiscali che tendano a restituire potere d’acquisto alle famiglie, saldo dei debiti delle pubbliche amministrazioni con il sistema delle imprese. Ognuna delle forze sociali ha le sue priorità. Ne evidenziamo alcune.

Lavoro

«Il tema - ha detto ieri Susanna Camusso - è come si rimette sulle gambette un Paese come l’Italia che sta davvero male». E il sintomo più grave di questo malanno si chiama disoccupazione. Questo problema è in cima ai pensieri di tutti i sindacati, insieme alla precarietà e all’aumento della povertà strettamente collegata alla mancanza di lavoro. La Cisl di Raffaele Bonanni sollecita anche «un patto sociale per favorire gli investimenti con contratti per i giovani» e più fondi «per ammortizzatori sociali e cassa in deroga».

Sociale

«Il Paese sta vivendo con estrema difficoltà la questione della sopravvivenza dei servizi sociali - ha detto il presidente del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri - Abbiamo servizi che stanno chiudendo e che pure hanno costi piuttosto ridotti. Abbiamo presentato questo come tema emergenziale all’attenzione del presidente Bersani». Sintesi: se lo stato e gli enti locali non pagano le pendenze che hanno verso le aziende del sociale, il paese rischia di finire peggio di come non stia.

Investimenti

La prima mossa per stimolare gli investimenti l’ha segnalata il presidente dell’Anci (l’associazione dei comuni) Graziano Delrio : modificare il patto di stabilità, che consentirebbe ai comuni virtuosi di riaprire i cantieri e dare lavoro. La Cisl propone lo sblocco degli investimenti in infrastrutture per rilanciare l’economia.

Debito/Credito

Le aziende boccheggiano e per questo Mario Guidi - presidente di Confagricoltura e capo delegazione di Agri Insieme, la sigla che raccoglie anche Cia e Alleanza Cooperative chiede due cose: saldo dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni. Ma insieme si chiede anche una politica di mitigazione della stretta sul credito. Sul debito delle amministrazioni nei confronti delle aziende insiste moltissimo Confindustria che vede in questo un voano per la ripresa occupazionale.

Fisco

«Venga immediatamente cestinata l’ipotesi di aumento dell’Iva» ha detto ieri Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e di Rete Imprese Italia. Questa è la precondizione degli imprenditori per sedersi a un tavolo. Confagricoltura aggiunge anche una sollecita restituzione dell’Iva pagata in eccesso, e pone il problema dell’Imu sulle grandi superfici del comparto agricolo. La Cisl è perentoria: «Subito, per decreto, una riforma fiscale che abbatta l’Irpef per lavoratori e pensionati». Anche i comuni hanno una istanza fiscale: rinvio della Tares (il nuovo tributo comunale in cui confluiscono le tasse su rifiuti e servizi) al 2014, «perchè questo - ha detto l’Anci comporterebbe dei problemi di cassa per i comuni».

Stato

Una vecchia battaglia degli imprenditori di Rete Imprese è la «semplificazione burocratica» e ieri l’ha segnalata come una priorità non rinviabile. La Cisl propone, ancora, la riduzione della spesa pubblica improduttiva, a cominciare dall’abolizione delle province e dall’accorpamento dei piccoli comuni. Sarà possibile affrontare tutto questo?

Lo stallo

Il vero problema - ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al Frankfurter Allgemeine Zeitung - è che non si venga a capo di nulla a motivo dell’instabilità politica: «La paralisi politica italiana finora si poteva solo immaginare in un thriller dell’orrore. Abbiamo bisogno di una politica che si concentri sui problemi dell’economia reale con senso di responsabilità - dice Squinzi -Il rischio è l’ingovernabilità e non voglio nemmeno ipotizzare l’idea di nuove elezioni».