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 2013  marzo 24 Domenica calendario

IL CIRCUITO DEL CERVELLO CHE NON DORME MAI SPIEGA LA DEPRESSIONE

Sembra proprio che ci sia un cervello nel cervello, una regione cerebrale che si dà un gran daffare quando il cervello non fa niente di specifico. Comprende aree della corteccia prefrontale, quella più anteriore, con la quale pensiamo e immaginiamo, e aree della corteccia parietale, cioè laterale, posteriore. Tutta questa parte del cervello non ha un nome specifico ma la possiamo chiamare circuito di default (Cd), appunto perché si attiva per default, ovvero in mancanza d’altro. Quello che sembra adesso, ma la cautela è d’obbligo, è che questo particolare circuito sia implicato in una vasta gamma di difetti cerebrali, dalla depressione alla schizofrenia, dai deficit di attenzione all’Alzheimer e perfino all’autismo.
Distinguiamo i fatti dalle aspettative, anche fondate. Pur rappresentando il 2 per cento del peso del corpo, il cervello consuma il 20 per cento del bilancio energetico complessivo, anche se non fa niente di specifico. Perché? Bene non lo sappiamo, ma qualche anno fa si scoprì appunto che alcune regioni del cervello sono attive sempre e comunque. Anzi, sono più attive quando il cervello non fa niente e si calmano quando il cervello fa qualcosa di specifico. Ciò potrebbe spiegare il perché dell’alto consumo di energia, ma è terribilmente interessane anche in sé.
Che cosa fa infatti questa vasta regione che abbiamo chiamato Cd? Non lo sappiamo, ma ci incuriosisce molto e può darsi che costituisca anche la scoperta del secolo. Intanto, come ce ne siamo accorti? Ovviamente misurando e aiutati da un po’ di fortuna, che non guasta mai. Cercando di ridurre l’attività del cervello che costituisce un fastidioso «rumore di fondo» nelle misure con la risonanza magnetica, alcuni ricercatori si accorsero di due cose. In primo luogo, questa attività non si riusciva facilmente a ridurre; e in secondo luogo era costituita di onde cerebrali lentissime e sincronizzate, il tutto localizzato nelle regioni che abbiamo già indicato e che non sono affatto piccole.
Anche se noi non facciamo niente di specifico, insomma, buona parte del nostro cervello resta in attività e lo fa tanto più quanto più il resto del cervello resta inattivo. Quando una parte si attiva, invece, le onde cerebrali proprie del Cd si affievoliscono. Poiché non è pensabile che tutto ciò non serva a niente, ci si è chiesti qual è il loro ruolo: un’ipotesi particolarmente interessante è quella secondo la quale il cervello… pensa al futuro, cioè fa piani per ciò che sarà o, meglio, per ciò che potrà essere. Un’ipotesi del genere potrebbe spiegare perché questa regione è coinvolta in certi disturbi come la schizofrenia o l’autismo: in questi casi non c’è sufficiente attività di previsione e quindi di programmazione. Interessante certo, ma molto speculativo. Potrebbe essere, d’altra parte, che l’attività del circuito di default sia connessa con la coscienza, cioè con la sensazione di esserci anche in assenza di specifici contenuti cerebrali. Se così fosse si potrebbero spiegare altri fatti patologici nel caso di un’attivazione o di uno spegnimento, anche parziale di tale circuito.
Come si vede, sappiamo poco, ma la letteratura sull’argomento sta crescendo esponenzialmente, un segno questo del fatto che la comunità scientifica percepisce tutto ciò come estremamente interessante. C’è chi ha fatto l’ipotesi che un’iperattività del Cd possa essere un segno di una imminente malattia di Alzheimer. Io non mi scomporrei, ma starei certamente alla finestra. Penso di essere facile profeta nel dire che quello che questo circuito ha da dirci è ancora più interessante di tutte le ipotesi attuali. Scommettiamo?
Edoardo Boncinelli