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 2013  marzo 24 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’ULTIMO IMPEGNO DI NAPOLITANO


STAZZEMA - Per la prima volta insieme dentro la ferita di Sant’Anna di Stazzema. Per la prima volta i presidenti di Italia e Germania, Giorgio Napolitano e Joachim Gauck salgono uno accanto all’altro al Monumento ossario che ricorda i 560 morti della strage, avvenuta il 12 agosto 1944 nel piccolo paese dell’entroterra versiliese. "La conciliazione non può essere oblio" ha detto il presidente tedesco - I crimini compiuti qui non possono essere dimenticati". E il presidente Napolitano ha aggiunto poco dopo: "Sto per concludere il mio mandato di presidente e questo è probabilmente l’ultimo atto pubblico che compio e sono felice che sia qui". E poi: "Porterò come memoria preziosa di questo settennnato l’esempio che lei mi dà di nobiltà d’animo e d’amicizia".
E’ un viaggio dentro una delle pagine più buie della storia del Novecento, ma anche un viaggio dentro una nuova pagina dell’Europa e della democrazia. Si abbracciano i due presidenti e quell’abbraccio commuove la gente che assiste sotto la pioggia: ci sono anche i superstiti dell’eccidio e i familiari delle vittime. "Pace e fraternità" sono le prime parole di Napolitano a Stazzema.
"Abbiamo ritrovato la via della riconciliazione con i popoli della ex Jugoslavia, contro cui si scagliò il regime fascista. Non dimentichiamo le nostre responsabilità storiche ma guardiamo avanti. E per quando non riusciamo ad avere giustizia nei tribunali, la nostra memoria non dimentica quello che accadde" ha proseguito il presidente Napolitano. "E la nostra presenza qui oggi è uina condanna verso quello che accadde". Ha proseguito: "Non dimentichiamo i misfatti del fascismo, non lo cancelliamo solo perchè siamo riusciti a liberarcene con la Resistenza. Come mai abbiamo accettato che il popolo italiano si identificasse col fascismo, così mai accettammo che il popolo tedesco venisse identificato con il nazismo". Quindi ha parlato di futuro e di Europa: "Questa Europa l’abbiamo realizzata insieme in questi 60 anni, anche se non è ancora completata. Per costruirla però serve anche la pietra della memoria". E ancora: "Sarebbe inaudito che lasciassimo dissolvere il patrimonio di unità e fraternità che abbiamo costruito. I governi dell’Italia e della Germania non lasceranno dilapidare questo patrimonio ma porteranno avanti l’impegno di costruzione europea".
Poi il passaggio sulla fine del suo settenato: "Sto per concludere il mio mandato e forse questo è l’ultimo atto pubblico che io compio" ha aggiunto il presidente sottolineando l’importanza di essere comunque lì. "Si possono leggere libri e ricostruzioni documentate di quello che accadde a Stazzema ma bisogna venire qui - ha concluso Napolitano -. Per toccare con mano e sentire cosa sia stata l’assurdità e la ferocia senza uno straccio di pretesto".
Dopo aver deposto una corona di fiori Napolitano e il presidente Gauck hanno salutato i superstiti e i patenti delle vittime. Un stretta di mano e un abbraccio sentito anche a Enrico Pieri, il sopravvissuto della strage che era un bambino, proprio Pieri si è molto adoperato per lo storico incontro.
Il sindaco del piccolo paese toscano dell’entroterra versiliese, Michele Silicani è stato il primo a prendere la parola: "Oggi Stazzema è il centro del mondo, qui è l’incontro in nome della fratellanza". Quindi è toccato a Pieri che è anche presidente associazione vittime di Stazzema e che in quell’agosto 1944 aveva dieci anni e perse il resto della sua famiglia: "Ho sempre creduto nell’Europa, la vorrei più umana" ha detto tra le lacrime. Commosso anche il presidente tedesco: "Non è semplice per un tedesco essere qui a Stazzema. Sono grato a Napolitano essere qui. So che lei ha combattuto contro il nazismo e il fascismo. È per me era importante essere qui. Ringrazio per la fratellanza tra i due nostri paesi".
La visita è stata decisa dopo che due superstiti della strage, Enrico Pieri e Mario Marsili, avevano inviato a Gauck una lettera già consegnata a Napolitano in cui invitavano i due presidenti nei luoghi del Parco della Pace.
"Davanti a questo simbolo, memoria perenne delle atrocità della guerra e della barbarie nazista e fascista, nel rendere omaggio alle vittime inermi, ci incontriamo fratelli tra fratelli, cittadini dell’Europa Unita, alfieri dei principi di pace, democrazia, libertà e giustizia" è quello che si legge (in doppia lingua, italiano e tedesco) sulla targa alla memoria, scoperta dai due presidenti. Napolitano e Gauck hanno infine visitato il museo della memoria, ristrutturato nel 2007.
(24 marzo 2013)

REPUBBLICA.IT
ROMA - ’’Bisogna dare continuità alle nostre istituzione democratiche’’. Lo ha sottolineato il presidente Giorgio Napolitano, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia in ricordo della strage delle Fosse Ardeatine. "È ora di pensare - ha aggiunto il capo dello Stato - all’interesse del Paese". "Senza dubbio in questo momento abbiamo bisogno di unità", ha proseguito Napolitano, rispondendo a chi gli facevano osservare quanto fosse complessa la situazione politica. Il capo dello Stato si è recato poi a Sant’Anna di Stazzema per commemorare (per la prima volta anche alla presenza di un presidente tedesco, Joachim Gauck) le vittime di un’altra strage nazista. "Sto per concludere il mio mandato, questo è probabilmente l’ultimo atto pubblico che compio e sono felice che sia questo", ha detto Napolitano con una frase che divesi osservatori interpretano come l’ennesimo stop a chi spera di poterlo convicere a un incarico bis, seppure di durata limitata. Concetto poi effettivamente ribadito ad una signora presente tra il pubblico che gli chiedeva di rimanere ancora al Quirinale. "A 88 anni gli straordinari non sono ammessi...", ha ribadito il presidente.
Seconda giornata di consultazioni. Il tentativo di sbrogliare la complessa situazione politica spetta per il momento a Pierluigi Bersani, che ha avviato oggi la seconda giornata di consultazioni in veste di presidente del Consiglio incaricato, seppure condizionato all’individuazione di una maggioranza certa. Il leader del Pd ha iniziato alle 10.30 con i rappresentanti di Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative e alle 11 Coldiretti.
Larghe intese e problemi del Paese. Poi è stata la volta di Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Lasciando Montecitorio al termine delal tornata mattutina, a Bersani è stata chiesta un’opinione su un possibile governo di larghe intese. "Non mi sto occupando di questo, mi sto occupando dei problemi reali del Paese", ha replicato il leader del Pd. Un segnale che il segretario intende tenere duro sulla chiusura al Pdl. Posizione condivisa dalla componente dei cosiddetti "giovani turchi", che hanno attaccato oggi chi in queste ore sta facendo pressioni su Bersani affinché inizi a pensare a soluzioni alternative. Primo fra tutti il "renziano", Del Rio che dalle pagine di Repubblica ha avvertito il segretario che "non è il momento di fare i capricci".
L’allarme di Confindustria. Bersani deve tra l’altro fare fronte non solo alle pressioni interne, ma anche a quelle esterne. Nel pomeriggio nell’ambito delle consultazioni ha incontrato Confindustria. "Non c’è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine, l’ossigeno sta per finire", ha sentenziato al termine dell’incontro il presidente degli industriali GiorgioSquinzi, chiedendo al più presto un "governo stabile in grado di governare e che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà".
Vendola guarda al M5S. L’alleato Nichi Vendola guarda invece al Movimento 5 Stelle "con cui non si può fare un discorso di alleanze strategiche ma ci si può incontrare su singoli punti programmatici". "Come si può immaginare di fare un governo insieme a quel personaggio che mentre stiamo parlando urla in piazza del Popolo? Con lui e con i suoi che assediano i tribunali?", aggiunge Vendola riferendosi alla manifestazione di ieri.
Dal Pdl nuovi attacchi. E all’evento di ieri in piazza del Popolo si richiama anche il Pdl per chiedere al contrario del leader di Sel un’intesa con i democratici. "L’imponente manifestazione di Roma - dice Maurizio Gasparri - ha confermato la grande forza del Popolo della libertà, il grande sostegno a Silvio Berlusconi, il senso di responsabilità del Pdl pronto a condividere un’azione di governo per affrontare la grave crisi economica".
(24 marzo 2013)