Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  marzo 20 Mercoledì calendario

LE PRIGIONI DI RIZZOLI: SONO MALATO, QUI PEGGIORO


È UN’ÉNCLAVE del carcere di Rebibbia all’interno dell’ospedale Sandro Pertini, Roma orientale. È il reparto dove è morto Stefano Cucchi, quindici letti singoli, sempre occupati. Ora, steso su uno di quei letti, una cannula nel braccio per fargli arrivare liquidi, c’è Angelo Rizzoli, 70 anni. Ne dimostra di più.

È EX editore del Corriere della Sera travolto nel 1981 dallo scandalo P2 (dopo 25 anni di battaglie giudiziarie e la depenalizzazione del reato di bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata ne è uscito assolto). Della P2 possedeva la tessera 532. Reinventatosi imprenditore televisivo, lo scorso 14 febbraio Angelo Rizzoli è stato arrestato perché, secondo la guardia di finanza e due pubblici ministeri, avrebbe provocato una bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale cagionando “con dolo e per il profitto personale” il fallimento di quattro società controllate.
Fatica a muoversi, Angelo Rizzoli. Ha il braccio e la gamba destra paralizzati. Dall’età di 18 anni convive con la sclerosi multipla a placche e da trentacinque giorni non può fare — al Sandro Pertini, struttura protetta — riabilitazione né fisioterapia. Le malattie invalidanti senza il contrasto della ginnastica crescono più veloci. Con la mano sinistra impugna in modo innaturale la forchetta, l’affonda in un risotto che definisce pessimo. Ma non rifiuta il cibo, non sta facendo scioperi. Angelo Rizzoli soffre di diabete mellito, cardiopatia (ha avuto un infarto), insufficienza renale cronica prossima alla dialisi, ipertensione arteriosa, pancreatite, una pregressa mielopatia che comprime il midollo cervicale e aggrava l’emiparesi del braccio destro. Tutto certificato dai medici curanti e riscontrato dalla perizia del gip.
Grazie all’intermediazione del garante dei diritti dei detenuti del Lazio, l’avvocato Angiolo Marroni, l’ex editore e produttore Angelo Rizzoli ha risposto ad alcune domande di Repubblica.
Come la trattano, Rizzoli?
«Bene. I medici mi seguono, gli agenti penitenziari sono seri. Non ho rimostranze da fare, dico solo che qui dentro la mia malattia invalidante può solo peggiorare. Ed è una malattia rischiosa».
In questi trentacinque giorni ha parlato con i pm?
«Solo con il giudice per le indagini preliminari. Venti minuti, aveva fretta».
Sa quando sarà interrogato, prevede i tempi di scarcerazione?
«Sabato dovrei vedere i pubblici ministeri, credo che in quell’occasione si deciderà il mio futuro. L’unica certezza è che l’otto marzo scorso gli arresti domiciliari mi sono stati negati ».
Beve acqua direttamente dalla bottiglietta. Ha un filo di barba come di chi non riesce a radersi. Infagottato nel suo pigiama, Angelo Rizzoli detto Angelone sembra un uomo solo, costretto all’abbandono. Vicino al letto c’è la sedia a rotelle. In alto la tv, accesa.
È vero che ha chiesto un bastone per muoversi e gliel’hanno negato?
«Mi hanno appena detto che è arrivato, in giornata dovrebbero darmelo. Ho rifiutato la stampella. Qui tutto è lento, mancano le persone. I tagli penitenziari: non c’è un poliziotto che possa portare i giornali dal carcere di Rebibbia all’ospedale Pertini e così non leggo quotidiani. Credo di non essere mai stato trentacinque giorni senza i giornali. Leggo libri, romanzi (sono sul comodino, su una mensola, ndr)».
È vero che non può farsi la doccia?
«Non riesco, è diverso. Rischio di cadere. Mia moglie non può venire, così la badante... Mia moglie non sa niente delle mie società cinematografiche, delle fiction, non so perché l’hanno tirata dentro».
C’è un problema: anche sua moglie è indagata per concorso in bancarotta. Se un giudice le concedesse gli arresti domiciliari il rischio di inquinamento delle prove sarebbe altissimo.
Non risponde. La sua casa di via Pietro Paolo Rubens, ventun vani ai Parioli, è sotto sequestro. E così la tenuta Ca’ de Dogi e diversi terreni a Capalbio. La moglie, seconda moglie dopo Eleonora Giorgi con cui ha avuto un figlio, è Melania De Nichilo, medico chirurgo, deputata uscente del Pdl, con lei Rizzoli ha avuto altri due figli. A visitare l’ex editore in questi giorni sono venuti diversi parlamentari del Pdl, tra loro Fabrizio Cicchitto e Renato Brunetta. «Io qui dentro dormo poco, posso solo peggiorare».