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 2013  marzo 19 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’INCORONAZIONE DI FRANCESCO


PAPA: STAMPA; GB POCO RAPPRESENTATA, COLPA FALKLAND?
SI CHIEDE IL DAILY TELEGRAPH
(ANSA) - LONDRA, 19 MAR - La regina e il primo ministro britannico David Cameron non sono oggi a Roma per partecipare alla messa inaugurale di papa Francesco, al loro posto il duca di Gloucester e la baronessa Warsi e Kenneth Clarke, due sottosegretari. Ciò fa chiedere al Daily Telegraph se, l’assenza del primo ministro in particolare, non sia una scelta
dovuto alla diatriba sulle Falkland.
È emerso dopo l’elezione del pontefice che Bergoglio,
all’epoca cardinale, ha definito in un discorso i britannici
«usurpatori » alle Falkland. A questo ha anche reagito Cameron che, all’indomani dall’elezione di Francesco, ha fatto sapere di non essere «con rispetto» d’accordo con il pontefice. Mentre ieri la presidenta argentina in udienza dal papa, ha chiesto che il pontefice intercedesse per risolvere la questione delle isole
contese. Downing Street ha sottolineato che la decisione del premier di non prendere parte alla cerimonia non ha nulla a che fare con le Falkland, scrive il Daily Telegraph che tuttavia nota come, a
parte affermare che il governo di Londra è comunque
rappresentato, non ha dato una ragione per l’assenza del premier a Roma.
Riguardo la regina, invece, è molto raro che la sovrana in persona prenda parte ad occasioni del genere, di solito è rappresentata da un componente della famiglia reale. Tanto più che di recente Elisabetta II ha sofferto di un’indisposizione che l’ha costretta a rinunciare ad impegni ufficiali. (ANSA).

CORRIERE.IT DEL 18 MARZO
ROMA - «Non ero mai stata baciata da un pontefice prima di adesso». Così Cristina Fernandez Kirchner si è rivolta al Papa connazionale durante l’incontro di lunedì mattina in Vaticano, il primo del nuovo Pontefice con un capo di Stato. Il capo della Casa Rosada ha consegnato a Papa Bergoglio un regalo: un kit per bollire e consumare il mate, la tipica bevanda argentina simile al the. La presidente argentina ha chiesto a Papa Francesco anche di «intercedere tra Argentina e Gran Bretagna per agevolare il dialogo sulle Falkland». Nella conferenza stampa subito dopo l’incontro, la Kirchner ha anche raccontato: «Ho trovato il Papa sereno, sicuro e in pace, ma anche occupato e preoccupato per l’immenso compito per la guida per la S. Sede e per cambiare le cose che lui sa che deve cambiare».
LA MESSA DI MARTEDI’ - La Kirchner parteciperà martedì mattina alla Messa di insediamento di Papa Francesco: un evento cui è atteso un milione di fedeli. Ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo si sommano le 132 delegazioni straniere accreditate per assistere alla manifestazione. Trenitalia fa sapere che cresce di circa il 40%, rispetto alle medie del periodo, il numero di viaggiatori in arrivo a Roma sui propri treni. E il Campidoglio ha preparato un piano straordinario per accogliere le migliaia di pellegrini. Ci sarà una zona rossa (guarda) intorno alla Città del Vaticano, ma anche tutto il resto del centro di Roma sarà interessato dall’evento, con chiusure al traffico e metropolitana gratis.
L’INTRONIZZAZIONE - Tutto è pronto, dunque per la Messa inaugurale che inizierà alle 9.30. Saranno circa 180 i concelebranti. «Concelebreranno tutti i cardinali presenti a Roma, elettori e non», dice padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Tra loro anche i patriarchi, gli arcivescovi maggiori non cardinali, i generali degli ordini religiosi, quello dei gesuiti e quello dei francescani. Sul sagrato di San Pietro la disposizione sarà la seguente: «Sulla sinistra ci saranno le personalità ecclesiastiche, arcivescovi e vescovi, e gli esponenti delle altre comunità cristiane; sulla destra, le delegazioni delle autorità straniere; vicino alla statua di San Pietro a sinistra, i rappresentanti delle altre religioni e 1200 sacerdoti e seminaristi; il resto dei posti è libero».
ANELLO DEL PESCATORE - Ma visti i fuori programma del suo primo Angelus, si prevede più di un’eccezione. La prima è già stata annunciata: l’anello del Pescatore che il decano cardinalizio infila all’anulare sinistro del Pontefice non sarà d’oro ma d’argento dorato. Padre Lombardi ha poi riferito ai giornalisti che il bozzetto dell’anello era stato realizzato dall’artista Manfrini durante il pontificato di Paolo VI, e che Papa Francesco ha scelto questo fra i tre che gli erano stati proposti. Per quanto riguarda la Messa, Papa Francesco ha deciso che la celebrazione d’inizio del suo Ministero Petrino sia non lunghissima ma semplice, per quanto possibile, distinguendosi da altri tipi di celebrazioni che riguardano invece i reali. Il nuovo Pontefice, infatti, ha un grande rispetto e molta stima per le tradizioni liturgiche (è stato ordinario per i fedeli di rito orientale e nel 2007 quando Benedetto XVI promulgò il motu proprio «Summorum Pontificum» in meno di 48 ore l’allora arcivescovo di Buenos Aires diede applicazione a quanto disposto circa la liberalizzazione dell’antico messale in latino) e tuttavia tiene molto anche al valore della sobrietà e della povertà.
LO STEMMA - E lunedì è stato presentato anche lo stemma di Papa Francesco. Le figure di Gesù, Maria e Giuseppe sono evocate simbolicamente nel suo stemma episcopale, scelto nel 1992, e confermato lunedì con l’aggiunta dei simboli della mitra papale e delle chiavi, gli stessi che c’erano nello stemma di Benedetto XVI, precisamente, sottolinea la Sala Stampa vaticana, «la mitra è collocata tra chiavi decussate d’oro e d’argento, rilegate da un cordone rosso». Nello scudo, invece, «in alto, campeggia l’emblema dell’ordine di provenienza del Papa, la Compagnia di Gesù»: un sole raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere, in rosso, IHS, monogramma di Cristo. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi in nero. In basso, nello stemma del vescovo Bergoglio e ora in quello di Papa Francesco, si trovano la stella e il fiore di nardo. La stella, secondo l’antica tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa; mentre il fiore di nardo indica San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Nella tradizione iconografica ispanica, infatti, San Giuseppe è raffigurato con un ramo di nardo in mano. «Ponendo nel suo scudo tali immagini, - ha affermato il portavoce padre Federico Lombardi - il Papa ha inteso esprimere la propria particolare devozione verso la Vergine Santissima e San Giuseppe».
LE DELEGAZIONI - Negli aeroporti di Roma già da domenica si stanno susseguendo gli arrivi delle delegazioni da tutto il mondo. Come da tradizione, la Santa Sede non fa inviti. «Chi vuole venire è il benvenuto», precisa il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Solo nell’aeroporto di Fiumicino si registrano almeno un’ottantina di passaggi. Oltre all’arrivo del controverso presidente dello Zimbabwe, Robert Gabriel Mugabe, sono già a Roma altri due capi di Stato: il presidente di Timor Est, Taur Matan Ruak, e quello di Taiwan, Ying Jeou Ma. Nella capitale sono sbarcati prima delle 8 anche il vice presidente della Repubblica dell’Uruguay, Danilo Astori, e il senatore Usa, Cris Smith. Altri sette capi di Stato sono attesi nelle prossime ore al Leonardo da Vinci. Si tratta dei presidenti di Portogallo, Anibal Cavaco Silva; Honduras, Porfirio Lobo Sosa; Paraguay, Federico Franco; Romania, Traian Basescu; Ungheria, Janios Ader; Lettonia, Andris Berzins e Liechtenstein, Alois Von Liechtenstein. In arrivo anche due vice presidenti di Nicaragua e Camerun, Moises Hallesleve e Lucayang; un ex capo di Stato, l’australiano William Deane; due capi di Governo del Kosovo e dell’Estonia, Hashim Thaci e Andrus Ansip, e i presidenti del Parlamento europeo e di quello bielorusso, Martin Schulz e Anatoly Rubinov. A completare il quadro degli arrivi in programma a Fiumicino, anche ministri e vice ministri degli Esteri di vari Paesi sia europei sia sudamericani e africani. Oltre a loro, anche ambasciatori, patriarchi e altre personalità religiose.
CIAMPINO - Nel settore militare di Ciampino, dove domenica sono arrivati la presidente argentina Cristina Kirchner e il vicepresidente Usa Biden, è invece in programma l’arrivo, tra gli altri, della cancelliera tedesca Angela Merkel, del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e dei primi ministri di Francia e Spagna, Jean-Marc Ayrault e Mariano Rajoy. Attese a Roma anche alcune «teste coronate» come Re Alberto II e la Regina Paola del Belgio e il Principe Alberto II di Monaco.
NESSUN BIGLIETTO PER LA MESSA - Per la messa di inaugurazione non saranno necessari biglietti. Piazza San Pietro sarà divisa in settori, alcuni dei quali riservati agli ecclesiastici e ai rappresentanti istituzionali. Malati e disabili avranno uno spazio privilegiato. Un’area a ridosso della Città del Vaticano sarà interamente pedonalizzata: lo ha stabilito la questura per ragioni di sicurezza e per assicurare afflusso e deflusso dei fedeli (guarda). Entro e non oltre le 19 di lunedì, e sino a cessate esigenze del giorno successivo, i veicoli in sosta all’interno di questa area saranno rimossi, compresi i motocicli e le fermate taxi.
I TRASPORTI PUBBLICI -Martedì sarà attiva una navetta straordinaria tra Valle Giulia (capolinea linee tram 3 e 19) e viale Giulio Cesare angolo via Ottaviano. Il percorso prevede piazzale delle Belle Arti, piazza della Marina, via Flaminia, via Azuni, ponte Matteotti, piazza delle Cinque Giornate, viale delle Milizie e via Barletta. In virtù delle chiusure dalle 24 di lunedì 18 il trasporto pubblico delle zone Gregorio VII, Aurelio, Prati, corso Vittorio e lungotevere subirà deviazioni e limitazioni. Potenziata la linea A della metropolitana e le linee di tram e bus dirette nella zona del Vaticano: 3, 19, 23, 31, 33, 40, 64, 247, 271, 280, 791.
MALTEMPO - A creare disagi potrebbe essere la nuova ondata di maltempo: per le prossime 24-36 ore, la Protezione civile regionale prevede precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di rovescio o temporale.
Redazione Roma online

REPUBBLICA.IT
L’intronizzazione di Papa Francesco:
"Non abbiate paura della tenerezza"
Dalle 8.45 l’uscita da casa Santa Marta per la cerimonia di inaugurazione del pontificato. E’ andato in mezzo ai fedeli prima della cerimonia sul sagrato di piazza San Pietro. E le prime parole sono per Ratzinger. L’omelia incentrata sul tema della "custodia" del creato e degli altri. "Il vero potere è il servizio". La nostra cronaca multimediale
di ALESSIA MANFREDI
CITTÀ DEL VATICANO - "Non dobbiamo avere paura della bontà, e neanche della tenerezza". "Il vero potere è il servizio". Bisogna "custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore". Durante l’omelia della Messa di intronizzazione, Papa Francesco traccia le fondamenta del suo Pontificato partendo da un forte richiamo al cuore, il pensiero rivolto ai più deboli e un appello a chi occupa ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale: "Per favore, siate custodi della creazione, dell’altro, dell’ambiente".
Interrotto più volte dall’applauso della folla - circa 200mila persone a piazza San Pietro, costellata, sotto il sole, da moltissime bandiere colorate da tutto il mondo - il Pontefice ha voluto lanciare un messaggio di speranza: "Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza", ha sottolineato. "Odio, invidia e superbia sporcano la vita", ha continuato, "non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo".
E’ il giorno storico dell’intronizzazione del primo Papa gesuita, del primo Papa sudamericano, del primo a chiamarsi Francesco. Ma soprattutto è l’inaugurazione di un papato che si annuncia dirompente nei modi e nei contenuti. Già dalle prime uscite e dai primi discorsi, papa Bergoglio ha abituando i fedeli ad uno stile semplice, affabile, e a gesti inattesi, come attendere i fedeli fuori dalla messa domenica mattina e salutarli ad uno ad uno. Anche oggi alla messa inaugurale si è presentato con la consueta veste semplice, la talare bianca, e ha continuato a chiamarsi solo vescovo di Roma, chiedendo ai fedeli di pregare per lui.
Prima della Messa, si è immerso nella folla di piazza San Pietro. In piedi, su una jeep bianca scoperta si è sporto per salutare i fedeli, è sceso per abbracciare un disabile, ha baciato i bambini. E’ poi rientrato in Basilica per indossare i paramenti per la cerimonia. E’ sceso a pregare sulla tomba di San Pietro accompagnato da rappresentanti delle chiese orientali e cattoliche (4 cardinali e 6 arcivescovi). Sulla tomba di Pietro gli è stato consegnato il Pallio (la stola di lana con la croce rossa) simbolo del buon pastore e l’anello del pescatore. Con tutti i cardinali concelebranti è poi uscito dalla basilica ed è ricomparso davanti alla folla per celebrare la messa.
Le prime parole le ha dedicate al Papa emerito: oggi è San Giuseppe, onomastico di Joseph Ratzinger. Poi ha subito affrontato il tema principale, la "custodia" dell’altro, dell’ambiente, del creato. "Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza: il prendersi cura chiede bontà", ha ripetuto due volte. E ancora: "il vero potere è il servizio", soprattutto dei "più deboli e dei più poveri".
La folla lo ha applaudito più volte e lo ha salutato gridando "Viva Francesco" al suo rientro nella basilica di San Pietro, dove al termine della Messa ha ricevuto il saluto delle delegazioni ufficiali, oltre 130, arrivate da tutto il mondo. Presenti, fra gli altri, il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, la cancelliera Angela Merkel, il principe ereditario Felipe e la consorte Letizia, il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault, il re di Belgio Alberto II e la regina Paola, il principe Alberto II di Monaco.
La prima a salutare il Papa è stata la presidente argentina Cristina Kirchner che ha scambiato con lui una lunga stretta di mano. Bergoglio ha poi avuto uno scambio di diversi minuti con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con il presidente del Consiglio Mario Monti.
Anche Plaza de Mayo, a Buenos Aires, ha festeggiato l’insediamento del Papa argentino. Un bagno di folla a distanza, con moltissima gente, in gran parte giovani, che hanno vegliato tutta la notte per poi seguire, a partire dall’alba, la cerimonia su un maxischermo. Poco prima dell’inizio del rito, dal palco si è diffusa la voce del Pontefice che ha telefonato per salutare i fedeli, chiedendo loro di camminare uniti e di pregare per lui. Una sorpresa, accolta da un boato di gioia.

il Che ha detto ."dovete essere forti semza perdere la tenerezza", credo proprio che il Papa, per di più argentino, sappia bene di averlo citato....

Sovraesposizione mediatica dell’inizio del pontificato. Persino la nostra Repubblica eccede nell’enfatizzare l’evento. E poi nemmeno una parola sulla paralisi di un’intera città, sul fiasco di un piano che ha sequestrato nelle loro case centinaia di migliaia di romani, su misure per annunciati un milione di fedeli quando erano poche decine di migliaia. Persino papa Francesco si scandalizzerebbe se sapesse cosa abbiamo passato stamane. Ma non è colpa sua, ma della bella accoppiata Alemanno-Cancellieri. Dio ci scampi. Francesco intercedi perchè ci arrivi presto un nuovo sindaco e, possibilmente, un nuovo governo politico, non tecnico.

REPUBBLICA.IT - IL GIRO IN JEEP
CITTA’ DEL VATICANO - Lely è senza voce ma parla senza fermarsi. Deve raccontare. Bergoglio era il suo vescovo e lei andava a Messa da lui tutte le domeniche, a Buenos Aires. "Alle 12 prendevo la metropolitana da Bergrano". Mercoledì, quando in televisione ha sentito pronunciare il suo nome dopo l’annuncio dell’habemus papam ha pianto: "Mi batteva forte el corazon". Poi ha chiamato suo figlio che ha 43 anni e gli ha chiesto di mettersi su internet a prenotare un volo. "Ho fatto in tempo ad arrivare per l’Angelus e ora sono qui per la sua prima Messa", dice commossa, precisando che lei, nonostante i 77 anni, non è stanca del viaggio di 14 ore. Poco più a destra c’è Eva, argentina anche lei. Il suo, di viaggio, è durato 24 ore, tra scali e ritardi. Il tempo di sbarcare, lasciare i bagagli e stanotte alle 3.34 si è messa in coda per essere tra le prime ad entrare in una piazza San Pietro che quando il sole iniziava a sorgere era già un lago dai mille immissari. Un ragazzo di Piacenza racconta di essere stato in attesa ai varchi da mezzanotte, ma prima di lui ci sono stati Maria Grazia, Antonio e Milena: loro sono arrivati da Acerra ieri sera e alle 20 erano già in via della Conciliazione insieme ad un’altra cinquantina di persone, avamposto delle schiere di fedeli di tutto il mondo. "Però otto anni fa per la prima messa di Benedetto XVI la sera prima c’era più gente, forse era ancora l’effetto di Wojtyla", commenta Antonio.
E’ stata una notte di canti e balli, di preghiera, di riposo arrangiato tra sacchi a pelo e cartoni, quella che ha preceduto l’inizio del ministero petrino di papa Francesco. Persino di studio. Don Wagner, sacerdote brasiliano, ha ottenuto la prima fila davanti alle transenne che spazi per i fedeli e si diverte a raccontare l’esperienza di don Francisco che gli sta al fianco: "Tra la gente accampata e quella che faceva baldoria lui ha preso il libro e si è messo a ripetere le lezioni di greco" dice. Francisco ride. Lui è messicano ed è contento di avere un prete latinoamericano: "Ma sarei stato qui comunque, questa è una festa per tutta la Chiesa".
E tutta la Chiesa infatti è rappresentata in piazza San Pietro. I primi striscioni ad apparire sono quelli di Comunione e Liberazione e di Sant’Egidio, poi fanno capolino gli altri: Nomadelfia, l’Università salesiana, l’Unitalsi, i neocatecumenali, Rinnovamento nello Spirito. Maria Voce, la leader dei focolarini che ha raccolto l’eredità di Chiara Lubich, arrivando in Vaticano ha commentato: "Siamo entusiasti. E’ un Papa con una grande sobrietà di linguaggio ma anche con un’apertura al dialogo, con le altre chiese ma anche con le altre religioni". Un atteggiamento, questo, che ha raggiunto le frequenze emotive del loro carisma. Ma l’entusiasmo per la figura del nuovo pontefice è comune anche tra i fedeli e i religiosi. I francescani, in particolare, stamattina brulicavano. Quattordici di loro, arrivati dalla Verna, dove il santo di Assisi ricevette le stimmate, erano attorno all’altare per prepararsi a servire la Messa, come richiesto direttamente dal Papa. Volontari della Gifra e dell’Ordine secolare erano invece con la pettorina a presidiare i percorsi dei fedeli, insieme a tantissimi scout.
Quando la jeep bianca scoperta - la stessa utilizzata otto anni fa da papa Ratzinger - ha iniziato il suo giro della piazza, autorità civili ed ecclesiastiche stavano ancora prendendo posto sul sagrato e confabulando tra loro. Le grida hanno richiamato la loro attenzione attorno alle 8.45: il gran giorno di papa Francesco era iniziato.
(19 marzo 2013)