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 2013  marzo 03 Domenica calendario

LA PILLOLA CHE FA BERE MENO: SVOLTA NELLA LOTTA ALL’ALCOL

Una nuova prospettiva; rivo­luzionaria: affrontare la dipen­denza da alcol per gradi. Non più un’interruzione netta, che in molti casi provoca ansie e fru­stazioni, ma una guarigione gra­duale. La Commissione euro­pea (dopo il visto dell’Agenzia Europea del Farmaco) ha dato il via libera alla vendita della molecola Nalmefeno, (Selin­cro il nome commerciale) un farmaco che aiuterà a ridurre gradualmente i sintomi da asti­nenza alcolica. Una novità asso­lu­ta rispetto ai farmaci tradizio­nali in commercio che hanno come obiettivo l’astinenza tota­le del paziente alcolizzato: spes­so, l’idea di smettere completa­mente risulta troppo ambizio­sa e dissuade anche i più con­vinti dall’intraprendere la tera­pia.
Testato su duemila pazienti, si è osservata una riduzione del consumo dell’alcol del 60 per cento in sei mesi, e del 40 per cento alla fine del primo mese. Ma come funziona? Il Nalmefe­no è una molecola sintetizzata negli anni 70 che blocca i recet­tori cerebrali dell’oppio. Conce­pi­ta per il trattamento dell’abu­so di altre sostanze, tra i suoi ef­fetti è stata riscontrata anche una sostanziale inibizione del desiderio di alcol, implicato nei meccanismi di ricompensa ce­rebrale. La soddisfazione che il paziente trattato con il farmaco ottiene bevendo, è minore e maggiore dunque la capacità di controllarne il consumo, sempre che ci sia la volontà con­sapevole di controllarlo, fanno notare dal laboratorio.
Ogni anno in Italia circa 20 mi­la pers­one muoiono a causa del­l’alcol e spesso la bottiglia ucci­de più uomini, in tutto sono 13 mila uomini, mentre le donne sono 7 mila, e oltre 2 milioni e mezzo in tutto il mondo. Insom­ma, una vera e propria piaga.
Nei Paesi più sviluppati il con­sumo è in costante crescita so­prattutto tra giovani e giovanis­simi. Colpite dalla dipendenza 1,5 milioni di persone. L’alcoli­smo è una malattia cronica reci­divante che in Italia riguarda moltissime persone. Fra que­st­e appena 100mila sono in trat­tamento terapeutico, e tra gli al­colisti solo 23mila assumono un farmaco. Ma sempre più, in Italia, tra i giovani aumentano le patologie correlate con l’al­col. Ma non è solo questione di farmaci, ma anche di volontà. La somministrazione deve esse­re sempre associata ad un sup­porto di uno psichiatra.
Il consumo in eccesso di alcol - che dal punto di vista farmaco­logico è una sostanza tossica ­non solo produce danni al bevi­tore stesso, ma anche alla fami­gl­ia e al contesto sociale in cui vi­ve l’alcolista. Secondo quanto reso noto dall’Istituto Superio­re di Sanità, attualmente in Eu­ropa tra 5 e 9 milioni di bambini vivono in famiglie con proble­mi di questo tipo. L’alcol può in­durre comportamenti violenti - 1 omicidio su 4 e 1 suicidio su 6 ha a che fare con l’alcol - abusi, abbandoni, perdite di opportu­nità sociali, incapacità di co­struire legami affettivi e relazio­ni stabili, invalidità, incidenti sul lavoro e sulla strada.
È impressionante il risultato di una delle ultimi studi condot­ti da Amphora, un gruppo di la­voro di scala europea che riuni­sce 71 scienziati e medici di quattordici paesi diversi e che ha come obbiettivo lo studio de­gli effettidell’alcol. Ebbene, se­condo una loro analisi, gli ec­cessi del bere sono responsabi­li di 120mila morti premature tra le persone che hanno tra i 15 e i 64 anni nell’Unione euro­pea.
Fino ad ora ci sono state pillo­le che aiutavano a prevenire una ricaduta nel consumo di al­col, ma i tassi di recidiva sono sempre altissimi. Con questo farmaco invece ci sarebbe un’arma in più.