Vittorio Sabadin, La Stampa 4/3/2013, 4 marzo 2013
UN’INCRINATURA NELL’IMMAGINE DI "DONNA DI FERRO"
Chissà quanto sarà seccata Elisabetta per questo ricovero in ospedale. Più della gastroenterite che l’ha colpita, le saranno insopportabili l’idea stessa del ricovero e il fatto che venga incrinata, per la prima volta, la leggenda della sua salute di ferro.
La Regina compirà 87 anni il mese prossimo, e nel corso della sua vita non è mai stata seriamente malata. E se lo è stata, non l’ha mai fatto sapere: per lei, la malattia è soltanto un segno di debolezza e questo le rende insopportabili i piagnistei di chi lamenta di essere indisposto. La vera ragione della sua antipatia per Lady Diana, quella «ragazza impossibile», nasceva proprio dall’abitudine della prima moglie di Carlo di invocare improvvisi «mal di testa» per andarsene a letto a metà pomeriggio, abbandonando ospiti e impegni ufficiali. La regalità, cercò invano di spiegarle Elisabetta, non ammette che si facciano o non facciano cose sulla base di un impulso, e nella Royal Family il mal di testa non è mai una ragione sufficiente per sfuggire alle proprie responsabilità.
La Regina è entrata in un ospedale per la prima volta nel 1982, dopo 56 anni di vita e 30 di regno, per farsi estrarre al King Edward un dente del giudizio. Sempre nello stesso ospedale di Marylebone, il preferito dalla famiglia reale, dieci anni fa le è stata asportata una cartilagine dal ginocchio destro, con un intervento che ha richiesto in tutto 45 minuti.
Tutti gli altri malanni che l’hanno colpita da ragazza e nel corso del regno sono stati risolti dal personale medico di Buckingham Palace, attualmente diretto dal professor John Cunningham. Il Medical Household comprende, oltre al medico personale della Regina, due chirurghi, un oculista, un ginecologo, un dentista e un ortopedico. Ma Elisabetta non fa quasi mai quello che questi specialisti le suggeriscono: preferisce curarsi con l’omeopatia e con grandi tazze di infusi di erbe medicinali, che conosce molto bene. L’aria del castello di Balmoral in Scozia basta da sola – come diceva già la regina Vittoria - a debellare molte indisposizioni, così come quella che si respira nei 24 ettari di meravigliosi giardini nella residenza di Sandringham, la preferita da Elisabetta. Proprio lì, nel gennaio 1994, si ruppe il polso sinistro cadendo da cavallo. Ovviamente non chiese aiuto. Risalì in sella e tornò cavalcando alla residenza, e solo il giorno dopo accettò di sottoporsi a una radiografia e farsi immobilizzare l’arto.
Il suo «mensis horribilis» fu il marzo 1993, quando una brutta influenza la obbligò a cancellare molti impegni. Si era appena ripresa che uno dei suoi corgi le morse la mano sinistra, rendendo necessari tre punti di sutura e una vistosa fasciatura con la quale inaugurò una fabbrica di borse. Negli ultimi anni il suo vero tormento è il mal di schiena, che nel 2006 l’ha costretta a rinunciare a visitare il nuovo stadio dell’Arsenal e nell’ottobre scorso a cancellare un paio di impegni. Della salute della Regina si parla in ogni caso meno che si può. Quando partorì Carlo nel marzo 1948 con un taglio cesareo, un poliziotto venne incaricato di informare la folla che attendeva notizie davanti a Buckingham Palace. L’agente disse: «È un maschio» e dell’evento non si seppe altro. Restò nascosta a lungo anche l’infezione di morbillo che la colpì nel 1949 e che la costrinse a stare separata per settimane dal figlio Carlo.
Il ricovero in ospedale ha ora reso pubblico quello che in circostanze meno gravi sarebbe certamente stato ancora una volta coperto da un impenetrabile riserbo. E pone per la prima volta il problema di come comportarsi con la Regina in simili, del tutto nuove, circostanze. La giornata di Elisabetta è scandita da così tanto tempo dagli stessi rituali che sarà difficile per lei accettarne altri. Sveglia alle 7,30, lettura del «Daily Telegraph», colazione alle 8,30, scelta da un vassoio pieno di lettere (ne riceve 3.000 al giorno) della dozzina di buste che aprirà personalmente. Saranno sospese le udienze di mezzogiorno, così come l’abituale incontro con il premier alle 18,30 del martedì. Ma sicuramente Elisabetta si farà ancora portare i giornali delle corse di cavalli nel primo pomeriggio e leggerà prima del tè delle cinque i quotidiani rapporti sull’attività del Parlamento e su che cosa stanno facendo i membri della famiglia reale. Dopo cena, concluderà come sempre la giornata risolvendo cruciverba o guardando la televisione e spegnendo la luce alle 23.
Come ogni paziente, non vedrà l’ora di tornarsene a casa, anche per ripristinare il più in fretta possibile quell’immagine di vigore che l’ha sempre accompagnata. Ha sempre detto che solo una malattia che limitasse le sue capacità intellettive la potrebbe spingere a lasciare. Non sarà dunque una banale gastroenterite a fermarla.