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 2013  marzo 03 Domenica calendario

LE MILLE PARTITE DI GIGGS E LE BANDIERE DIMENTICATE


A I TANTI soldi che girano nel calcio sono abituato, agli altri un po’ meno. Così, percosso e attonito sto davanti alla notizia che Berlusconi avrebbe fatto avere tre milioni di euro al senatore De Gregorio perché cambiasse schieramento nel 2007. Pensavo venisse via per meno. Si vede che non capisco molto di politica. Leggo sul Corsera che Gianfranco Mascia, candidato di Rivoluzione civile per il consiglio regionale del Lazio, dichiara: «Siamo stati penalizzati dal blackout informativo e da Crozza che ci ha segato tutto l’elettorato del Nord Italia con le sue imitazioni di Ingroia». Invece secondo me ha pesato, più delle imitazioni di Crozza, l’originale, cioè Ingroia. Ma sono dettagli. Come i possibili anagrammi di Ingroia: a giorni ragioni. Più un incompleto “girano i” che non ho intenzione di completare, perché non sono un politico e sto attento al linguaggio.
Per esempio, molte discussioni, ultimamente, nelle redazioni e sul sito Ppr, sull’esatta grafia: Movimento o Mo-Vimento? Mo’ vi mento, anzi no, vi dico la verità: un voto (8) ai grillini devo darlo, perché (senza saperlo, c’è più gusto) mi hanno appoggiato in una vecchia battaglia che sembrava persa: rinunciare alla qualifica di “onorevole”. Anche se definirsi “cittadino” e “cittadina” fa un po’ tornare ai tempi della rivoluzione francese, meglio recuperare la dignità di cittadini a scapito del servaggio di sudditi. E chissà che non spariscano anche dagli stadi le oscene indicazioni “tribuna d’onore”, voto 2: definiscono pozzanghere imbrillantinate, luoghi che ospitano più malavitosi della peggior curva. So che la definizione di grillini a quelli del MovimeNto (un po’ d’iniziativa, suvvia) non piace, ma ammetteranno che suona sempre più mite e rassicurante di grilletti.


Rassicurante anche la smentita inviata da Balotelli al Corsera: non è vero che nel suo attico in via di costruzione a Brescia, zona stadio, ci sarà una statua che lo raffigura in posa trionfale, come dopo il gol alla Germania. Un monumento in bronzo patinato con gli occhi in pietre dure, commissionato all’artista bresciano Livio Scarpella. Tanti particolari, perbacco, ma Balotelli smentisce. Forse sta ragionando su un anfiteatro. Non è smentibile invece che il derby milanese sia finito pari, ma quello delle multe l’ha vinto nettamente l’Inter: 50mila euro per i cori razzisti dei suoi tifosi, contro 10mila a quelli del Milan per striscioni insultanti contro Cassano, che s’è arrabbiato in ritardo ma con Stramaccioni e quindi oggi non gioca a Catania, e altri 10mila euro a Balotelli stesso, che uscendo dal campo s’è esibito in un gesto che si può definire apotropaico, ma anche insultante e irridente. Non male per una partita in cui, secondo molti che erano allo stadio, di grave nulla o quasi era successo. Come mai? Azzardo una risposta: perché ai collaboratori della Procura federale è stato finalmente detto che occhi e orecchie si possono tenere aperti.
Aperto resta il dibattito, in Italia, su vecchi e giovani calciatori. L’età di Totti non sarà una palla al piede per la Roma? Il campo ha già dato chiare e oneste risposte. Idem per Zanetti nell’Inter. Altrove, a Manchester per esempio, venerdì Ryan Giggs (nato il 29 novembre 1973) ha rinnovato per un anno il contratto che lo lega alla squadra di Ferguson. Che ieri non gli ha fatto giocare la millesima partita da professionista (932 in maglia rossa, da quando aveva 17 anni, le altri con la Nazionale gallese) col Norwich, ha preferito riservargli una passerella più prestigiosa, martedì col Real Madrid. Con il Manchester Giggs ha vinto 13 campionati, due Champions e altre cosette. Pensavo alla durata dei campioni, sul campo e fuori, leggendo “Garrincha”, di Ugo Riccarelli (ed. Giulio Perrone). È una breve azione teatrale in cui non c’è il Garrincha calciatore, ma c’è il suo spirito.

Non so se tra cinquant’anni qualcuno scriverà qualcosa su Messi o Cristiano Ronaldo o Ibrahimovic. Nutro, oltre a me stesso, qualche dubbio. Mentre qualcuno continuerà a scrivere per Maradona. Sulla Gazzetta di mercoledì aveva detto: «Il presidente de Laurentiis non mi ha mai invitato a vedere una partita del Napoli». La risposta gliela dà Antonio Juliano sull’Avvenire di ieri: «Nella tribuna vip del San Paolo non c’è mai un ex giocatore del Napoli. Sono tanti quelli che hanno fatto la storia di questa società. Negli altri club, al Milan, all’Inter e alla stessa Juventus, mi pare che esista ancora il rispetto per le vecchie bandiere». È un problema da inquadrare. E sulle inquadrature de Laurentiis ne sa più di me e di Juliano.