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 2013  marzo 03 Domenica calendario

A 70 anni dalla morte di papa Ratti Febbraio 2009 Il 10 febbraio 1939 moriva Pio XI, papa Achille Ratti

A 70 anni dalla morte di papa Ratti Febbraio 2009 Il 10 febbraio 1939 moriva Pio XI, papa Achille Ratti. A settant’anni dalla sua morte gli storici stanno riscoprendo in lui un grande papa. Un papa che ha saputo tenere il timone della Chiesa sempre ben saldo nonostante i tanti problemi di quegli anni, quali il regime fascista, il nazismo, la guerra civile spagnola e la questione messicana. Papa Ratti è il papa di casa nostra, il papa brianzolo (nato a Desio il 31 maggio 1857), il papa di Rogeno e Merone. Nei primi anni della sua esistenza, Achille Ratti mantenne molti legami con i paesi di Rogeno e di Merone. I suoi genitori erano originari della frazione Ceppetto di Rogeno: Francesco Ratti e Teresa Galli, infatti, si trasferirono a Desio due o tre mesi prima che nascesse Ambrogio Damiano Achille, il futuro Pio XI. A Rogeno sono sepolti il papà, la mamma, la sorella Camilla e il fratello Edoardo. Presso la tomba dei suoi cari Achille Ratti si recava quasi settimanalmente . Nei fine settimana , impegni di apostolato permettendo, arrivava in treno da Milano. Scendeva alla stazione di Merone, dove c’era sempre qualcuno ad attenderlo e lo accompagnava a Rogeno. Quando poi suo cugino don Rodolfo Ratti divenne parroco di Moiana-Merone (1902-1913) si fermava a dormire nella sua canonica. Nel “Liber Chronicus” della parrocchia di Merone, don Erminio Casati annotava il 6 febbraio 1922 in occasione dell’elezione al soglio pontificio del card. Achille Ratti: “A Merone il nuovo pontefice ebbe occasione di recarsi di frequente per intrattenersi con l’affezionato suo don Rodolfo Ratti, che divenne poi prevosto di Asso”. “Solitamente – scriveva don Casati – qui giungeva da Milano nel pomeriggio, dopo aver atteso colla sua nota ed esatta diligenza, alle proprie occupazioni. Nella casa parrocchiale trovava sempre preparata la sua stanza, che dai familiari era detta “la stanza di don Achille”. Al mattino, al primo treno ritornava alla città…. Non mancò di celebrare qualche rara volta anche nella nostra chiesa”. A Merone vivevano anche dei parenti di Achille Ratti. Sempre nel Liber Chronicus don Casati annotava: “Il nostro paese ha anche l’onore di avere parenti del papa. Nell’antica famiglia Mauri di Moiana ( prestinai) vi fu una Ratti Antonia di Rogeno della famiglia paterna di Pio XI, che fu sposata da un Mauri Pasquale il 7 settembre 1810”. La famiglia Mauri mantenne sempre rapporti stretti con la famiglia Ratti e con Achille soprattutto quando era ospite di don Rodolfo. Questo legame continuò anche quando Achille Ratti divenne papa. C’è un aneddoto che conferma come papa Pio XI non abbia mai dimenticato i fine settimana trascorsi a Merone. Il 7 luglio 1933, parlando con alcuni pellegrini di Merone, giunti a Roma per il Giubileo della Redenzione, il papa ricordò il giorno (17 settembre 1905) in cui vennero benedette le campane della chiesa parrocchiale e chiese se il loro suono festoso fosse restato immutato nel tempo . Come Arcivescovo di Milano, il card. Ratti seguiva con attenzione e sollecitudine la vita parrocchiale di Moiana-Merone. Resta a conferma una lettera in data 8 novembre 1921, indirizzata di proprio pugno all’allora parroco don Erminio Casati per le sante Missioni. Quando era a Merone, non mancava di fare una capatina a Rogeno dai parenti. Nei pochi mesi in cui fu vescovo di Milano (marzo 1921 – gennaio 1922), prima di essere eletto papa, si recava, appena gli era possibile, a Rogeno per celebrare la messa in suffragio dei suoi genitori e voleva che assistessero anche i parroci del circondario. Era molto affezionato alla mamma e al papà, tanto è vero che negli ultimi giorni di gennaio, poche ore prima di partire per il conclave che lo avrebbe eletto al soglio pontificio, il card. Ratti si recò a Rogeno sulla loro tomba. Ai parrocchiani accorsi per salutarlo, disse: “Sono venuto a pregare e a salutare i miei cari. Forse sarà per l’ultima volta”. E fu veramente l’ultima volta. Sulla facciata della casa abitata da Francesco e Teresa Ratti esiste ancora oggi una lapide commemorativa. Oltre a Rogeno e Merone, un altro paese dell’hinterland erbese ha visto Achille Ratti come suo cittadino per alcuni periodi dell’anno: Asso. Ad Asso, infatti, era parroco suo zio don Damiano Ratti (1860-1891), presso cui Achille, da seminarista prima e da giovane prete poi, passava le vacanze estive. Nel 1913 divenne prevosto di Asso suo cugino don Rodolfo Ratti, già parroco di Merone. Con don Rodolfo, Achille ebbe sempre un ottimo rapporto di fiducia e di stima, tanto che, divenuto papa, lo nominò prelato domestico e monsignore, concedendo in perpetuo questo titolo a tutti i futuri prevosti di Asso. Fu ad Asso che iniziò ad effettuare le prime escursioni alpinistiche sul San Primo,al Palanzone, alla Grigna per passare poi a vette più impegnative quali il Rosa, il Cervino e il Monte Bianco. E.V