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 2013  marzo 03 Domenica calendario

LA VITA SALVATA DAI NUMERI

Non arrendetevi mai alla calcolatrice. Anche quando vi pare che sia una via più comoda per «far di conto», in realtà state mettendo a rischio una delle capacità essenziali per riuscire nella vita e orientarvi nel mondo. Se sui banchi di scuola vi siete domandati di continuo a cosa servisse non tanto imparare le tabelline, ma per esempio calcolare una media, una percentuale o risolvere un problema algebrico, non è tardi per avere delle risposte. Il matematico californiano James D. Stein ne ha radunate parecchie in volume appena pubblicato da Newton Compton «Come la matematica può salvarvi la vita».
INVESTIMENTI
La crisi economica di questi anni ha invaso le nostre giornate di numeri, e in effetti Stein si addentra anche nei misteri della Borsa, fornendo consigli - se non per diventare broker - almeno per orientarsi fra tassi agevolati e investimenti. Ma le parti più divertenti del suo libro sono legate a situazioni in cui la matematica entra in modo del tutto imprevisto nelle questioni di ogni giorno. Volete scegliere la più conveniente fra una serie di proposte assicurative? Saper fare una “semplice” media, ovvero la somma di tutti i dati disponibili diviso il loro numero complessivo, sarà fondamentale. Volete sapere in anticipo chi vincerà una partita di football o, da allenatori, costruire una difesa inattaccabile? Tutta una questione di numeri: nel calcio come nella morra cinese.
FLIRT SICURO
E in amore? Anche lì. Siete seduti al tavolo di un ristorante thailandese, avete davanti la donna di cui siete innamorati: ebbene, dovete diffidare del colpo di fulmine. Piuttosto, sarà opportuno verificare - ai fini del successo della vostra relazione - che abbiate il 70 per cento di cose in comune e il 30 di differenze. La statistica, il calcolo delle probabilità - sostiene Stein - possono soccorrerci in occasioni insospettabili: si può definire una «strategia della puntualità», utile a conquistare un potenziale fidanzato; è possibile studiare una tattica «per massimizzare le vostre possibilità di sposare il miglior candidato disponibile» su piazza: in sostanza, è come puntare sulla carta più alta. A volte Stein esagera, e ci consiglia matematicamente sulla scelta di portare o meno rose rosse, sulle ragazze con cui conviene ballare al ballo di fine anno, sugli incontri al buio in Internet. Tutto è una questione di percentuali, non si scappa.
MARGINI DI RISCHIO
D’altra parte, con un po’ di aritmetica elementare possiamo risparmiare, nell’arco della nostra vita, migliaia di dollari o di euro: sia che si tratti dell’iscrizione all’università, sia che si tratti di acquistare un’auto o di venderla. Ma la matematica può aiutarci a vincere un telequiz, a ottenere voti più alti a scuola - basterà calcolare il rapporto fra argomenti facili e argomenti difficili -, a giocare d’azzardo (anche bluffando), e perfino - Stein ne sembra piuttosto convinto - ad aumentare la nostra aspettativa di vita, calcolando non solo la giusta quantità di attività fisica da fare, ma anche il margine di rischio di un intervento chirurgico, o la possibilità di schivare una catastrofe: uragani, terremoti, incidenti. La statistica entra nel nostro orizzonte dove meno ce lo aspettiamo. Una percentuale ben calcolata può aiutarci a trovare casa, a rivenderla al momento giusto, e in generale a metterci sulla via della ricchezza. Provare per credere, dice Stein, che forse pigia troppo sull’acceleratore della manualistica statunitense, dove ogni «come» ha una sua ricetta. Ma più in generale il suo discorso è teso a riportare l’attenzione sulla matematica come un sapere decisivo per stare al mondo. Se un bambino ci chiede che senso ha imparare a fare una divisione difficile se una calcolatrice lo fa in due secondi, dobbiamo essere in grado di rispondere. Dimostrando che avere dimestichezza con i numeri non è solo una ginnastica mentale: è un’attrezzatura del pensiero spendibile su un piano pratico, quotidiano, ma anche per capire meglio ciò che abbiamo intorno. Più che per trovare la fidanzata giusta, per essere all’altezza di un mondo sempre più complicato. Come convincere un bambino di sei anni a occuparsi di numeri? Semplice, dice Stein. Cominciate dal famoso penny, mettetegli davanti un pugno di monete. Non saprà resistere.
Paolo Di Paolo