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 2013  marzo 01 Venerdì calendario

ATTENTI AL GATTO HA GIÀ FATTO ESTINGUERE 33 SPECIE (UCCELLI INCLUSI)


I gatti sono animali belli, simpatici, intelligenti. Ma conservano una natura di predatori instancabili, anche quando il cibo dell’uomo li rende completamente sazi. E poiché, quando non devono cacciare per sfamarsi, possono anche vivere numerosi su uno stesso territorio, questo finisce col produrre gravi danni ambientali. La conferma è arrivata, nelle scorse settimane, da tre diverse situazioni. La prima in Nuova Zelanda, dove l’ambientalista Gareth Morgan ha lanciato una campagna dal titolo esplicito: Cats must go, i gatti devono andarsene. Senza mezzi termini Morgan invita chi possiede gatti a farli sterilizzare e a non sostituirli quando muoiono.
La ragione è che la Nuova Zelanda ha una fauna unica al mondo di uccelli non volatori – il più famoso è il kiwi – che, evolutisi in assenza di mammiferi predatori, sono praticamente indifesi contro i gatti, portati lì dagli europei solo 250 anni fa. È indubbio che dall’arrivo dei Maori, intorno all’anno 1000, e poi degli europei, decine di specie di uccelli unici della Nuova Zelanda siano scomparse, ma i ricercatori sono divisi sul ruolo che hanno avuto i gatti in questo sterminio. È vero che uccidono molti uccelli, ma al tempo stesso tengono sotto controllo i ratti, che sono forse una causa di estinzione anche peggiore. Comunque sia, i neozelandesi hanno già risposto picche a Morgan: sul suo sito il 70 per cento dei commenti alla Cats must go sono stati negativi.
A dare nuova sostanza alle tesi dell’ambientalista arriva però Scott Loss, dello Smithsonian Conservation Biology Institute, che ha pubblicato su Nature le sue stime sul numero di piccoli animali uccisi ogni anno dai circa 150 milioni di gatti americani, fra domestici e randagi: fino a 3,7 miliardi di uccelli e 20,7 miliardi di piccoli mammiferi, soprattutto topi. Se per i topi ovviamente nessuno si lamenta, diverso è il discorso per i volatili. «I gatti» dice Loss «sono probabilmente la principale causa di morte per gli uccelli. Dato che sono i gatti liberi a fare più danni, si dovrebbero sterilizzare i randagi e chiedere ai proprietari di quelli domestici di tenerli in casa il più possibile».
E in Europa? Qui l’allarme è stato lanciato dalla biologa francese Elsa Bonnaud, dell’Istituto di biologia ed ecologia mediterranee, il cui gruppo ha studiato per due anni le colonie di berta minore sull’isola Le Levant, a est di Tolone, che si vanno riducendo da diversi anni. I ricercatori hanno finalmente trovato la causa del calo numerico: i gatti dell’isola, che ogni anno uccidono fra 800 e tremila berte. Del resto l’Unione per la conservazione della natura ha già indicato nei gatti una delle cause di estinzione di 33 specie di uccelli, mammiferi e rettili sulle isole. «Quanto accade su Le Levant» dice Bonnaud «si ripete su tutte le piccole isole abitate. La soluzione? Catturare i gatti e spostarli sul continente. Lo abbiamo fatto su un’isoletta qui vicino e i risultati sono stati ottimi».