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 2013  marzo 01 Venerdì calendario

L’ONOREVOLE PIU’ POVERO E’ L’«UFOLOGO» VATINNO: 16 MILA EURO DI REDDITO —

Sembra un nomignolo preso dai fumetti o dalle favole, tipo l’ispettore Manetta o il nanetto Brontolo. E invece uno degli onorevoli più poveri d’Italia si chiama proprio così, Lino Miserotti. Solo 19.558 euro lordi l’anno per questo deputato del Pdl. Come un impiegato o giù di lì. Che sia arrivato un decreto anti casta a tempo di record e con effetto retroattivo? No, il 730 medio di un parlamentare supera i 220 mila euro, contro i 18 mila del resto del Paese. E se l’onorevole Miserotti tiene fede al suo cognome è solo perché è entrato a Montecitorio ad aprile del 2012, primo dei non eletti dopo le dimissioni di un collega. Mentre le dichiarazioni dei redditi rese pubbliche ieri da Camera e Senato fotografano i guadagni del 2011, quando Miserotti era solo dirigente del partito pensionati. Il più povero in assoluto è però l’Idv Giuseppe Vatinno, anche lui subentrato da poco ma già autore di una fondamentale interrogazione sugli ufo. E poco sopra c’è Marco Milanese, l’ex consigliere di Tremonti, che la legislatura l’ha fatta tutta ma ha un imponibile di soli 25 mila euro, anche grazie ai 75 mila detratti come agevolazioni fiscali. Dalla coda alla testa, il più ricco è sempre Silvio Berlusconi: oltre 35 milioni di euro, in forte calo rispetto ai 48 dell’anno precedente, anche se a fare la differenza sono in realtà gli oneri deducibili che nel suo caso si sono moltiplicati per quattro. Il Cavaliere, poi, diversifica i suoi investimenti con tre depositi di gestione affidati a Monte dei Paschi, Popolare di Sondrio e Banca Arner Italia.
Insieme a quelli dei parlamentari vengono pubblicati anche i redditi di ministri e sottosegretari. E qui il primo posto va con oltre 10 milioni di euro alla responsabile della Giustizia Paola Severino, avvocato come molti nella top list. Seguono Corrado Passera, poco sotto i tre milioni, Piero Gnudi e Mario Ciaccia. Anche per loro si tratta dei redditi 2011, maturati non da politici ma con i lavori precedenti. Nel ranking del governo tecnico Mario Monti arriva al settimo posto, con più di un milione di euro. Il premier uscente ha un saldo negativo di 400 mila euro sulla gestione patrimoniale presso la Deutsche Bank. Frutto non di perdite ma di disinvestimenti. In fondo alla graduatoria del governo viene fuori, almeno a prima vista, anche un caso di povertà assoluta. Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura ha dichiarato 295 euro. Non è un refuso. Proprio così: 295 euro in un anno, con l’aggiunta di una 500 giardinetta del 1966. Ma anche qui c’è una spiegazione. Nel 2011 De Mistura era rappresentante dell’Onu in Afghanistan. Guadagnava quasi 300 mila dollari e le tasse, visto che l’Onu sta a New York, le pagava negli Stati Uniti.
Tra i leader di partito, in vetta c’è Angelino Alfano che sfiora quota 200 mila e strappa il titolo vinto l’anno scorso da Antonio Di Pietro. Nel derby leghista Roberto Maroni supera di un soffio, con 162 mila euro, Umberto Bossi, mentre in coda (ma comunque a quota 116 mila euro) c’è Pier Ferdinando Casini preceduto solo da Pier Luigi Bersani e Italo Bocchino. Renato Schifani ha un ampio distacco su Gianfranco Fini ma meglio di tutti fa Walter Veltroni con 235 mila euro.
Tra gli investimenti, pochissimi hanno fatto come Giorgia Meloni e comprato titoli di Stato. Per il resto è quasi fuga dalla Borsa: Casini, ad esempio, ha liquidato tutto il suo portafoglio azionario. Tira il mattone, piuttosto, e il mal d’Africa si fa sentire: hanno comprato casa in Kenya Maurizio Leo (Pdl), Ferdinando Adornato e Ida D’Ippolito dell’Udc. Alessandra Mussolini di appartamenti ne ha presi quattro, tutti nella zona di Villa Torlonia dove viveva il nonno Benito. Tra le macchine le più amate sono Bmw e Audi ma c’è anche il Pdl Francesco Casoli che si è comprato un trattore. All’anagrafe tributaria dei parlamentari mancano ancora dei pezzetti. Non hanno presentato le dichiarazioni in otto. Tra gli altri, l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, Giancarlo Galan e Daniela Santanché. Bisognerà invece aspettare l’anno prossimo per quelle dei parlamentari arrivati con l’ultimo terremoto elettorale.
Lorenzo Salvia