Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 26 Martedì calendario

1° posto: Massimo Giannini, vicedirettore di "Repubblica”, «La sesta ridiscesa in campo è un ponte sospeso nell’abisso

1° posto: Massimo Giannini, vicedirettore di "Repubblica”, «La sesta ridiscesa in campo è un ponte sospeso nell’abisso. Berlusconi è lì, piantato. Non può muovere un passo, perché ogni passo può risultargli fatale. I sondaggi lo danno già irrimediabilmente sconfitto. Il suo partito va in pezzi. Lui non attrae né coalizza più nessuno. Ha un disperato bisogno di una via di fuga, ma non la trova. L’Invincibile Armata che sembra balenare nella testa del Cavaliere, come arma estrema per battere il centrosinistra di Bersani, pare solo l’ultima, e per niente lucida follia di un uomo confuso e per molti versi anche più penoso». Con questo articolo di metà dicembre, Giannini svetta nella classifica degli opinionisti preveggenti, dalle solide certezze. 2° posto: Roberto Saviano Alle 16 di lunedì, un’ora dopo la chiusura delle urne, era l’unico nel mondo, Guatemala compreso, che aveva abboccato agli exit poll dei sondaggisti e aveva twitatto un profetico cinguettìo: «Per ora la certezza è che Berlusconi è stato sconfitto, me la voglio godere per un po’». Un raro caso di onanismo preventivo. 3° posto: Aldo Cazzullo Nella storia di queste elezioni resterà la memorabile intervista, nel periodo delle primarie del Pd, in cui intravedeva nel futuro presidente del Consiglio doti celesti: «Ha una sua luce negli occhi, che si accende di fronte a una storia, un libro, una questione che lo interessa, ed è raro che qualcosa non lo interessi». Parlava di Bersani. In classifica, in ordine sparso, cazzari emergenti ed editorialisti al tramonto, dall’intuito leggermente rallentato. Una citazione speciale per Chiara Geloni, direttore di Youdem, la tv del Pd, l’unica donna ventriloquo che abbia mai calcato le scene della comunicazione mondiale. Lei, anche se dice “buongiorno" al barista, lo fa a nome di Bersani. E nel nome di Bersani ha alimentato quel fortunatissimo slogan sul giaguaro, culminato con un beneaugurante balletto filmato, ahìlei, in un video. Un riconoscimento va anche dato ai giornalisti che avevano protestato per essere stati tenuti fuori dal palco di Beppe Grillo: pensate, se si fossero mischiati tra la gente avrebbero perfino intuito le dimensioni del successo di Grillo, troppo rischioso, certo. Come non citare anche il Forrest Gump delle primarie, tal Nico Stumpo, assurto a spin doctor di fama mondiale per avere organizzato i banchetti per strada. Poi c’è Ferruccio De Bortoli, che due mesi fa scriveva, a proposito di Monti: «Forse Alfano non sapeva che con le sue parole ha fatto cadere un esecutivo ma non ha tolto di mezzo un leader». Neanche Otelma... Un premio alla carriera (finita) a Mario Sechi, ex direttore del Tempo, tra i guru della riuscitissima (tra i veterinari) comunicazione di Monti, ma anche a Eugenio Scalfari, che prevedeva il rapido declino di Grillo e prometteva di espatriare in caso di vittoria del comico. Manterrà le promesse? Infine, last but non least, il grandissimo Pigi Battista, autore della famosa profezia di Pigettino: «Con ogni probabilità, vista la condizione disastrosa del centrodestra, Bersani potrà puntare agevolmente a Palazzo Chigi».