Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 25 Venerdì calendario

QUELLA CIRCOSTANZA SFUGGITA AL MONITORAGGIO


Non c’è alcun contrasto con il ministero del Tesoro, anzi c’è piena collaborazione, fanno sapere gli uomini di Banca d’Italia, che ieri hanno incassato gli attestati di fiducia del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio nel pieno di una giornata in cui i contatti di lavoro fra il ministro dell’Economia e il governatore Ignazio Visco sono stati fittissimi, alla vigilia dell’assemblea cruciale per il destino del Monte dei Paschi di Siena. La decisione di denunciare la scelta del vecchio management del Monte di nascondere documenti rilevanti alla Vigilanza, una scelta che, evidentemente, aggrava anche in termini giudiziari la posizione di chi ha guidato la Banca fino all’inizio dell’anno scorso (perché in Italia nascondere documenti alla Vigilanza è un reato) è un atto che arriva al termine di una lunghissima serie di interventi di controllo e di moral suasion realizzati nel tempo. In questo senso, dunque, ha perfettamente ragione il ministro dell’Economia Vittorio Grilli a dire che non c’è alcun fulmine a ciel sereno. Infatti, la questione derivati di cui molto si discute oggi, vale a dire l’acquisto di titoli di stato a lungo termine finanziati con "repo" (l’equivalente del nostro pronti contro termine) strutturati, è stata messa nel mirino dalla Vigilanza sul finire del 2009. Dopo vari incontri con i responsabili operativi del gruppo, fu avviata una lunga ispezione.
Da allora, l’attività in titoli di stato a lungo termine di Mps fu bloccata e le operazioni già effettuate furono tenute sotto controllo, per valutarne l’impatto sul patrimonio (l’Eba , l’autorità bancaria europea, aveva nel frattempo imposto la copertura del rischio sovrano) ma anche per tenere sotto controllo i possibili effetti sulla liquidità.
Incontri e lettere di intervento sono stati innumerevoli, ricordano a Palazzo Koch. Nella sua attività di controllo Bankitalia, del resto, àncora i suoi procedimenti a valutazioni di sana e prudente gestione: il che, concretamente, vuol dire valutare il rispetto attuale e prospettico dei requisiti patrimoniali di una banca, l’adeguatezza dei suoi equilibri tecnici la capacità dei suoi assetti organizzativi. Insomma, il monitoraggio non è mai venuto meno e anche su sollecitazione della banca centrale, si ricorda a via Nazionale, è stato cambiato il management aziendale e sono state avviate diverse procedure sanzionatorie verso il vertici di allora.
E qui veniamo all’ottobre del 2012 : il ritrovamento da parte dei nuovi vertici operativi di documenti non contabilizzati e celati anche alle autorità di controllo ha fatto venire alla luce il fatto che quelle operazioni in repo strutturati su titoli di stato erano state realizzate nel 2008-2009 per coprire perdite di bilancio pregresse. Questa, sembra di capire, è la circostanza che non era a conoscenza della Banca.
Intanto, però, sulla scia di una campagna elettorale rovente, c’è chi si chiede: ma come mai Bankitalia ha autorizzato a suo tempo l’acquisizione di Antoveneta a un prezzo davvero pesante da digerire. La replica, in questo caso, è semplice: il riconoscimento del fatto che le banche sono imprese è un principio cardine dell’ordinamento italiano ed europeo. La definizione del prezzo delle acquisizioni, dunque, rientra nella piena autonomia della banca: in nessun paese avanzato, insomma la Vigilanza interferisce con le valutazioni di mercato.
Oggi, in ogni caso, parleranno i fatti: l’assemblea del Monte voterà la delibera che delega il cda ad effettuare l’aumento di capitale al servizio dell’eventuale conversione in azioni dei Monti bonds e, a brevissimo giro, sarà in arrivo l’atteso parere di Banca d’Italia.