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 2013  gennaio 25 Venerdì calendario

TEDESCHI CONTENTI SE GB SE NE VA

[Gli inglesi vengono vissuti come sabotatori della Ue] –
La Gran Bretagna vuol lasciare l’Unione europea? Raus, bitte, che se ne vadano fuori, pensano i tedeschi, a cominciare da Frau Angela, anche se la ragion politica li obbliga a essere diplomatici. Tutti ricordano il generale De Gaulle, che si oppose strenuamente all’ingresso di Londra nella Comunità, ma il Cancelliere Ludwig Erhard, il padre del miracolo economico tedesco, era d’accordo.

La Cancelliera era poco più che trentenne, e ancora sconosciuta, quando Margaret Thatcher si ostinava a boicottare la riunificazione delle Germanie: «Ma che vogliono questi crucchi? Hanno perso la guerra, ne paghino le conseguenze», disse letteralmente qualche mese dopo la caduta del Muro. Nel frattempo hanno perdonato la battuta di Andreotti («Amo tanto la Germania che ne preferisco due»), ma non la Lady di ferro.

Non hanno dimenticato neppure Bomber Harris, come chiamano i suoi compatrioti il generale d’aviazione Sir Arthur Harris, che polverizzò Dresda con le bombe incendiarie, 35 mila vittime o forse 200 mila, non si potrà mai fare un esatto bilancio. In gran parte, donne, vecchi, bambini. A lungo non si è potuto criticare l’inutile bombardamento nel febbraio del ’45, a pochi mesi dalla fine della guerra, perché veniva interpretato come una relativizzazione degli orrori nazisti. Nessun paragone con l’Olocausto, ma Dresda rimane un crimine, una crudele e militarmente inutile vendetta.

La regina Elisabetta ebbe il cattivo gusto di inaugurare un monumento a Bomber Harris alla vigilia della sua visita a Berlino, e fu accolta gelidamente. Anche se Liz ha sangue tedesco nelle vene, e in realtà di cognome fa Coburg: venne cambiato nel 1917 in Windsor perché non si riteneva opportuno che a Londra, durante la prima guerra mondiale, regnasse un sovrano dal nome teutonico. Elisabetta salì sul trono perché lo zio Edoardo abdicò per amore dell’avventuriera Wallis Simpson. Sarà, ma anche perché era un fan di Hitler, come i suoi parenti Coburg di Germania.

Fino a 9 anni, la bisnonna Vittoria parlava tedesco, e non scrisse mai una lettera in inglese senza errori d’ortografia. L’ultimo kaiser, Wilhelm II, era suo nipote, come l’ultimo zar Nicola. Al termine di un incontro a Berlino nel 1913, Wilhelm dichiarò: «Il sangue non è acqua», la guerra non ci sarebbe stata, erano in fondo tutti parenti. Peccato, le corone ormai contavano poco. Un amore-odio di antica data. Senza tralasciare il calcio: l’Inghilterra vinse il suo unico titolo mondiale nel 1966 a Wembley con un gol fasullo contro i bianchi.

Quando vogliono criticare l’Ue, non a caso a Londra attaccano la Germania, una parte per il tutto: i caricaturisti inglesi ritraevano l’opimo Kohl con l’elmo chiodato, e mettono i baffetti di Adolf alla bionda Angela, copiando i polacchi. L’euro, sostengono, fu un’invenzione di Hitler. In parte è vero, conquistata l’Europa, i nazisti prevedevano l’introduzione di una valuta comune. Ma era un’idea anche di Napoleone, e le monete dell’antica Roma si trovano in Scozia e lungo il Reno. Quando Kohl chiese che il tedesco, la lingua più parlata nella Comunità, diventasse una lingua ufficiale a Bruxelles, furono sempre gli inglesi a opporsi: «La solita arroganza prussiana». E protestarono quando i francesi invitarono Gerhard Schröder per la rievocazione dello sbarco in Normandia. «È un nemico», scrissero i tabloid londinesi. La guerra contro il III Reich in nome della tiratura non finisce mai.

«Non si possono incassare i vantaggi, e non far fronte ai propri impegni», commenta Der Spiegel il gesto di Cameron, interpretato come un ricatto. Nel 1983, gli europei concessero un generoso sconto alla Gran Bretagna in crisi, e si dimenticarono di mettere una data di scadenza. Gli inglesi hanno sempre rifiutato di rinunciare al privilegio, anche quando, grazie all’Europa, riuscirono a salvarsi. Secondo i tedeschi, Londra agisce come quinta colonna degli Stati Uniti, decisi a sabotare l’Unione e l’euro che insidia un dollaro pericolante. E non sono i soli a pensarlo.

La Gran Bretagna, che De Gaulle si ostinava malignamente a chiamare «Angleterre» per irritare gli albionici, diventa europeista a corrente alternata: si è battuta per il precipitoso allargamento ai paesi dell’Est, e ora è a favore dell’ingresso della Turchia come ordina Washington. Poi è sempre contraria a ogni decisione che serva ad aumentare la capacità decisionale di Bruxelles. I tedeschi cercarono di contrastare Tony Blair, senza il cui appoggio, forse, si sarebbe evitato l’intervento in Iraq, e non si sono accodati a francesi e inglesi per l’attacco alla Libia. Raus, bitte, ma a Berlino lo dicono sottovoce.