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 2013  gennaio 24 Giovedì calendario

SIENA COME L’AEREO PIÙ PAZZO DEL MONDO

[Il panico solo dopo il taglio dei fondi per il palio. E adesso i renziani preparano l’attacco] –

Siena
Sembra di rivedere “L’aereo più pazzo del mondo”, film comico del 1980. Lì, nel momento culminante, con il velivolo del tutto fuori controllo, il panico tra i passeggeri esplode solo quando la hostess annuncia che è finito il caffè. A Siena il segnale che la festa è finita l’ha dato il presidente del Monte dei Paschi, Alessandro Profumo, cancellando con un tratto di penna i contributi della banca alle contrade del Palio. Un dramma sociale. Ieri il Corriere di Siena, diretto dal potente massone Stefano Bisi, ha dedicato due pagine di pensosa intervista a Fiamma Cardini, priore della contrada dell’Aquila: “Spero vivamente che questa decisione venga rivista. Credo non faccia bene a nessuno un distacco dal territorio”, ha scandito la pasionaria della cavalcata a pelo.
PIÙ CHE DI TERRITORIO bisognerebbe parlare di campo di battaglia. Lo spietato annuncio di Profumo è arrivato tre giorni prima delle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco. Le ha vinte Franco Ceccuzzi, sindaco uscente, già segretario dei Ds, già parlamentare Pd, già sodale nonché testimone di nozze del reprobo, Giuseppe Mussari. Ovviamente Ceccuzzi si propone come l’uomo del rinnovamento, e chi sennò? Ma il Pd è a dir poco sfasciato. Non solo perché alle primarie di domenica scorsa sono andati a votare in 2400, un terzo di quanti sono accorsi ai gazebo per il duello Bersani-Renzi. Non solo perché Ceccuzzi ha preso 1975 voti, meno dei tesserati Pd di Siena. Ma soprattutto perché tutti sanno che il 25 febbraio, finita la disciplina da campagna elettorale nazionale, contro Ceccuzzi partirà l’assalto dei renziani.
In campo contro Ceccuzzi c’è già Bruno Valentini, 58 anni, renziano anomalo perché proveniente dal Pci, di cui è stato anche funzionario. È sindaco di Monteriggioni, uno dei pochi comuni d’Italia così sani da avere 14 milioni di liquidità in banca. Valentini ha cercato di candidarsi alle primarie di coalizione, ma per partecipare gli hanno chiesto di raccogliere 1500 voti in due giorni e mezzo. Ne ha raccolto 2200 (più dei voti presi da Ceccuzzi, esentato dalla raccolta firme come candidato ufficiale del Pd) ma fuori tempo massimo. “Hanno chiesto 1500 firme in una città di 50 mila abitanti, in Lombardia Umberto Ambrosoli ne ha dovute raccogliere 3 mila su 9 milioni di abitanti”, protesta Valentini, che aspetta il 25 febbraio per decidere la propria mossa insieme a Renzi. Due le ipotesi: o il Pd annulla le primarie e si rifanno, oppure avanti con la lista civica contro l’apparato del rinnovatore Ceccuzzi. Su questa ipotesi c’è già un’idea di alleanza con Rivoluzioni civile di Antonio Ingroia e con la lista civica senese di Laura Vigni
TANTO ORMAI nel Pd senese è rimasto poco da sfasciare. La componente ex Margherita (cioè ex Dc) dei fratelli Alberto e Alfredo Monaci è già andata : Alfredo si candida al Parlamento con Mario Monti, dopo dieci anni di totale complicità con Ceccuzzi e Mussari. Sono i monaciani ad aver fatto cadere Ceccuzzi nel giugno scorso. Sono i referenti nazionali dei monaciani a essersi adoperati perché il governo Monti rinviasse all’infinito le elezioni senesi, che Ceccuzzi voleva subito, e adesso si capisce perché.
Sono praticamente già fuori i cenniani, seguaci dell’ex sindaco Maurizio Cenni. Sono ormai fuori da anni i picciniani, seguaci dell’ex sindaco Pier Luigi Piccini, oggi segnalato dalle parti di Fli. Cenni e Piccini sono stati i potentissimi sindaci selezionati dalla Cgil tra i funzionari del Monte. Ora è tutto cambiato. Ceccuzzi rivendica la sua natura di primo sindaco “laico” dopo i decenni dei bancari Cgil, e in versione “rinnovatore” si è guadagnato l’appoggio del capo nazionale dei bancari Cgil, il dalemiano Agostino Megale. Il capo dei bancari di Siena, Antonio Damiani, è contro Ceccuzzi e appoggia Valentini. Ma pezzi della Cgil di Siena stanno con il cardiochirurgo Eugenio Neri, candidato sindaco contro Ceccuzzi, imbarazzato dalla decisione di un pezzo del Pdl, spaccato a sua volta, di appoggiarlo.
Si scannano sulla politica, i senesi, perché sul Monte l’unico che può parlare è il Papa straniero, Profumo. E gliel’ha cantata: il Monte perde sui prestiti alla clientela locale, ha detto, e negli ultimi cinque anni ha fatto dieci milioni l’anno di utili veri, distribuendone centinaia come dividendi. Un banchetto al quale pochi senesi possono dirsi estranei.