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 2013  gennaio 24 Giovedì calendario

GLI SPRECHI DELLA PA NEL MIRINO DELLA GDF

[Saverio Capolupo]

Oltre 5 miliardi di danni erariali e 160 indagini in corso su input dell’autorità giudiziaria o della Corte dei conti. La Guardia di Finanza ha acceso più di un faro nei confronti di enti, Regioni, Comuni, associazioni e società partecipate su casi di mala-politica per lo spreco e la distrazione di denaro pubblico. È questa l’altra faccia della stessa medaglia, dove da una parte c’è la lotta all’evasione e dall’altra la tutela della spesa, che nel 2013 sarà al centro dell’attività di controllo delle Fiamme Gialle. «Nel 2012 abbiamo fatto convergere tutti gli sforzi per recuperare le risorse sottratte al bilancio dello Stato, sia sul versante delle entrate sia su quello delle uscite, e per tutelare i mercati finanziari e l’economia legale contro le infiltrazioni della criminalità», sottolinea il nuovo Comandante generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo. Che al Sole 24 Ore indica le priorità del 2013 e fornisce il bilancio dell’anno appena concluso.
Ma in Italia chi evade o sottrae denaro pubblico è ancora il furbo da imitare?
C’è un cambio culturale in corso. I primi segnali ci sono e li vediamo. L’efficacia e la concretezza dei risultati conseguiti, ad esempio, sono testimoniate proprio dal sostegno e dalla vicinanza dell’opinione pubblica, sempre più consapevole che l’evasione fiscale, le frodi e l’illecito utilizzo di fondi pubblici minano alle radici le regole della convivenza civile e alterano il corretto funzionamento del mercato.
In questo senso servono davvero i blitz "mediatici" come quelli di Cortina?
Resto dell’avviso che occorra sempre lavorare in silenzio e a fari spenti, anche per tutelare i contribuenti e l’economia. La Guardia di Finanza in questo senso si deve porre come tutore dell’economia legale: siamo dalla parte degli imprenditori onesti. Occorre collaborare, sviluppare sinergie con enti locali, associazioni di categoria, aziende sanitarie e università, significa unire le forze in un comune impegno contro la cultura dell’illegalità. Fare rete: ad esempio, nel solo settore della lotta agli sprechi sono attualmente in vigore oltre 500 protocolli di collaborazione con enti gestori ed erogatori.
Come si è chiuso il 2012?
Sul fronte della lotta all’evasione ci siamo concentrati su fenomeni come l’evasione internazionale e l’economia sommersa, con la denuncia di quasi 12mila soggetti per reati tributari. Nell’azione a tutela della spesa pubblica, abbiamo scoperto frodi su finanziamenti pubblici per oltre un miliardo di euro e denunciato quasi 15mila falsi poveri che hanno ricevuto indebite forme di assistenza sociale. Nel contrasto patrimoniale al crimine organizzato sono stati operati sequestri per 3,8 miliardi di euro, confiscati patrimoni per 1,2 miliardi e sequestrate oltre 30 tonnellate di stupefacenti.
Dai falsi invalidi agli appalti truccati. Non c’è allora solo l’emergenza evasione fiscale in Italia. Quali i comparti della spesa che potranno finire nel mirino?
Noi non stiamo nel "palazzo" senza guardare fuori dalla finestra. L’attuale periodo di crisi ci ha obbligato a innalzare il livello di attenzione sui temi della tutela delle risorse dello Stato, sia nelle istituzioni, molto più impegnate a individuare le migliori pratiche per ridurre sprechi e inefficienze, quanto nell’opinione pubblica, più attenta di fronte agli episodi di mala-gestione o di sperpero delle risorse. La strategia elaborata a livello centrale si articola su più fronti. Da un lato, continueranno a essere aggrediti fenomeni come le frodi ai sistemi previdenziali e assistenziali e dall’altro intendiamo mantenere alta l’attenzione sulle frodi di maggiore spessore e sui settori che l’esperienza operativa individua come più remunerativi, quali gli incentivi per le energie rinnovabili, la spesa sanitaria convenzionata e le misure finanziate con i fondi dell’Unione europea.
Ma è possibile spostare la lente e controllare a monte chi eroga e gestisce i fondi pubblici?
Fino a qualche anno fa il controllo era effettuato a valle e i recuperi risultavano impossibili o erano inesistenti. Ora l’attività di verifica si fa a monte. Sono cambiati i presupposti: occorre impedire che una buona parte delle risorse finisca nel buco nero dello spreco. Attualmente sono in corso 160 indagini nei confronti di enti pubblici, Regioni, amministrazioni locali minori e società/enti partecipati, che riguardano sia casi di spreco di denaro, sia più articolati artifici e raggiri posti in essere per giustificare rimborsi, iniziative o finanziamenti in frode alla vigente normativa.
E sul contrasto all’evasione?
La lotta agli evasori continua a essere la priorità dell’azione della Guardia di Finanza. Il fenomeno non solo sottrae risorse alle casse erariali ma genera gravi distorsioni di mercato e iniquità sociale, costituendo un freno allo sviluppo del Paese e all’adozione delle misure redistributive. I nostri piani d’azione si sono sviluppati adottando moduli ispettivi snelli, calibrati in funzione delle caratteristiche dei fenomeni illeciti.
Resta la sensazione che il sommerso sia un fenomeno diffuso...
Abbiamo scoperto 8.617 soggetti che non hanno mai presentato le dichiarazioni dei redditi per 22,7 miliardi e circa 5 miliardi di Iva evasa con frodi carosello e manovre fraudolente, individuate anche grazie alle sinergie operative realizzate con le agenzie delle Entrate e delle Dogane.
A fronte di recuperi miliardari non c’è però sempre il problema dell’effettivo incasso delle risorse sottratte all’Erario?
Puntiamo alla qualità dei nostri rilievi, selezionando i contribuenti da sottoporre a verifica in base al maggiore rischio di evasione, desunto dall’attività di intelligence, dall’analisi di rischio e dal controllo economico del territorio, ed assicurando il preventivo coordinamento con l’agenzia delle Entrate, nel quadro di una piena collaborazione. In questo modo nello scorso anno i contribuenti hanno aderito integralmente ai nostri verbali di constatazione con proposte di recupero a tassazione per 6,2 miliardi e l’Agenzia ha già accertato maggiori imponibili, collegati ai processi verbali di constatazione redatti dalla Guardia di Finanza, per altri 15 miliardi. A ciò si aggiunge la sistematica aggressione ai patrimoni degli evasori, che nel 2012 ha portato al sequestro di beni per 1 miliardo di euro nei confronti dei responsabili di reati tributari.
Cosa c’è da aspettarsi per il 2013?
La tutela dell’economia legale e il corretto funzionamento delle regole di mercato. Sarà necessario recuperare le risorse sottratte al bilancio dello Stato, dell’Unione europea e degli enti locali. Occorre assicurare una sempre maggiore concretezza dei risultati conseguiti, anche attraverso una sistematica aggressione ai patrimoni illeciti accumulati. Tutto ciò adottando le tecniche d’indagine proprie di una forza di polizia: maggiore flessibilità dell’azione ispettiva, per contrastare i fenomeni illeciti in relazione alle diverse modalità di manifestazione sul territorio, e approccio trasversale per colpire nella loro globalità tutti i fenomeni connotati dalla capacità di mettere a rischio contemporaneamente più interessi economici e finanziari.
E per stanare gli evasori fiscali?
Saranno affinate le strategie operative per la lotta ai "grandi fenomeni evasivi", quali l’economia sommersa, le frodi Iva e l’evasione fiscale internazionale. In parallelo, continuerà l’azione di prevenzione dell’evasione di massa, pianificando l’azione di controllo economico del territorio per tutelare non solo gli interessi erariali, ma anche l’economia "sana" dalla concorrenza sleale, come l’abusivismo commerciale, lo sfruttamento del lavoro irregolare e le false organizzazioni non-profit che nascondono attività imprenditoriali. Saranno rafforzati l’utilizzo delle indagini finanziarie e l’uso mirato delle banche dati, continuando a investire sulla specializzazione dei nostri investigatori, che costituiscono la risorsa più pregiata.
Redditometro e riccometro sono così "diabolici" come vengono percepiti dall’opinione pubblica?
Non vanno demonizzati ma allo stesso tempo vanno utilizzati con attenzione. La verità è come sempre nel mezzo. I dati ufficiali ci dicono che ci sono milioni di italiani che vivono ai limiti dell’indigenza. Ma allo stesso tempo ci sono anche manifestazioni di capacità contributiva che troppo spesso non trovano alcun riscontro nelle dichiarazioni dei redditi presentate. Sono strumenti che si rivolgono a un mondo che non è certo quello dei dipendenti e dei pensionati onesti, ma piuttosto a quello dei contribuenti che sono soliti vivere ai margini della legalità. Uno strumento come il redditometro non è risolutivo ma allo stesso tempo non è così diabolico. Ma come è stato già sottolineato, occorre buon senso nel suo utilizzo. Questo è ciò che accadrà: come ha già precisato l’Agenzia delle Entrate, con il redditometro saranno individuate le situazioni patologiche e la grande evasione.
È innegabile che però in Italia ci sia un problema di certezza del diritto...
Da tempo siamo i primi a sostenere la necessità dell’introduzione di una norma antielusiva di carattere generale. Non vogliamo penalizzare le imprese ma allo stesso tempo non è possibile vedersi vanificare anni di indagine, il più delle volte condotte all’estero con tanto di richieste di rogatorie internazionali, perché tutto poggia su presunzioni.
A proposito di estero la crisi finanziaria ha spinto la "fuga" dei capitali?
Gli oltre 17,1 miliardi di evasione internazionale e i circa 50 milioni di denaro e titoli sequestrati nel corso dei nostri controlli alla frontiera nel 2012 evidenziano come lo spostamento di capitali all’estero costituisca una criticità da non sottovalutare.
Il Fondo monetario internazionale ha evidenziato che un’ulteriore "piaga" per il nostro Paese è il riciclaggio di denaro che con i 150 miliardi annui è ben al di sopra della media europea...
Qui operiamo con un duplice approccio: indagini di polizia giudiziaria per contrastare i fenomeni più articolati con approfondimento delle segnalazioni sospette e ispezioni per prevenire che capitali sporchi inquinino il sistema finanziario. Nel 2012, abbiamo intercettato flussi di riciclaggio per circa 2,5 miliardi, con il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per circa 140 milioni di euro. Per supportare l’azione di contrasto ritengo quanto mai necessario introdurre, anche nel nostro Paese, la punibilità della condotta di auto-riciclaggio, mutuando le migliori esperienze adottate a livello internazionale, così come prevedere forme di "tracciabilità" dei flussi di denaro contante più stringenti rispetto ai settori più a rischio di riciclaggio.
Ma prevenire non è meglio che curare?
Non solo repressione, lotta alle frodi e ai traffici illeciti, ma anche prevenzione basata sulla sensibilizzazione alla legalità economico-finanziaria quale condizione essenziale per la crescita e lo sviluppo del paese. Occorre far comprendere soprattutto ai giovani, e per questo stiamo andando nelle scuole, che "conviene" al singolo ed è patrimonio indispensabile per l’esistenza stessa e la crescita della collettività. Scommettere sui giovani significa investire nel loro futuro, creando i presupposti per un formidabile effetto moltiplicatore. A tutti, ma in particolare a loro, dico: la legalità, alla fine, vince; chi è dalla parte giusta, vince; aiutateci a restituire alla società civile ciò che le è stato illecitamente sottratto, per consegnare alle nuove generazioni una società migliore.