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 2013  gennaio 23 Mercoledì calendario

LE PERDITE DI SIENA OLTRE I 2 MILIARDI [

L’impatto dei derivati aggrava le previsioni sul bilancio 2012 di Rocca Salimbeni] –
FIRENZE
Il rosso 2012 di Banca Mps supererà largamente quota 2 miliardi. Colpa delle svalutazioni di asset immateriali per 1,6 miliardi di euro realizzate nel primo semestre dell’anno, e colpa delle perdite su contratti derivati: non solo quello sottoscritto nel 2008 con Deutsche bank e denominato Santorini, ma anche l’operazione Alexandria siglata nel 2009 con Nomura che, come ha riportato ieri il Fatto quotidiano, peserà per almeno 220 milioni sui conti del gruppo bancario senese.
Le due mosse, decise dalla passata gestione della banca, quando presidente era Giuseppe Mussari e direttore generale Antonio Vigni, servirono a spalmare perdite su titoli azionari (Santorini) e Btp (Alexandria), con l’obiettivo di migliorare il bilancio, che comunque nel 2009 registrò un "crollo" dell’utile netto (poco sopra i 200 milioni) e l’azzeramento del dividendo. Un maquillage rimasto sotto traccia e scoperto solo negli ultimi mesi dall’attuale vertice di Rocca Salimbeni, che ha affidato ai consulenti di Pwc e Eidos il compito di verificarne l’esatta consistenza.
La notizia della nuova tegola sui conti del Monte, e le conseguenti polemiche sull’operato riconducibile alla gestione Mussari-Vigni (il primo peraltro ieri ha dato le dimissioni dall’Abi), ha penalizzato in modo pesante il titolo senese, che ieri ha lasciato sul terreno di Piazza Affari il 5,68% del proprio valore (a 0,27 euro), vanificando in parte il buon andamento delle ultime settimane. A poco è servita la puntualizzazione della banca, che la richiesta aggiuntiva per 500 milioni di Monti bond avanzata prima di Natale, da sommare ai 3,4 miliardi indicati inizialmente, servirà proprio a coprire in via prudenziale «gli impatti patrimoniali di eventuali rettifiche di bilancio, nonchè i costi di chiusura delle operazioni in oggetto».
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Banca Mps da meno di un anno, stanno facendo pulizia di bilancio e mettono le basi per il rilancio attuando il piano industriale, un’azione di cui anche ieri hanno dato atto azionisti della società (tra cui Alberto Giovanni Aleotti con il 4%) e istituzioni di riferimento della Fondazione Mps.
Con i 3,9 miliardi di Monti bond che lo Stato s’è impegnato a sottoscrivere (a un tasso d’interesse del 9%), Siena ritiene di poter chiudere i conti col passato e contemporaneamente soddisfare quell’esigenza di rafforzamento patrimoniale indicata dall’Autorità bancara europea (Eba).
L’assemblea in programma venerdì è un passaggio decisivo, perchè dovrà approvare la delega al consiglio d’amministrazione per aumentare il capitale per 4,5 miliardi di euro complessivi nei prossimi cinque anni, a garanzia dell’esposizione finanziaria che il Tesoro potrà accollarsi nei confronti di Siena, comprensiva anche degli interessi 2012 (sugli attuali 1,9 miliardi di Tremonti bond) e 2013, fino a un importo massimo di 4,5 miliardi appunto.
A far notizia in queste ore, però, sono le mosse attuate in quelli che sono stati gli "anni critici" di Rocca Salimbeni, il 2008-2009, con il finanziamento dell’acquisto di Antonveneta (su cui sta indagando la magistratura), l’incorporazione di Banca 121 (altro capitolo doloroso per le casse senesi) e la stipula dei derivati che dovevano proteggere e invece hanno penalizzato i conti. Alexandria, in particolare, è costituito da due contratti: il primo scaricava su Nomura le perdite di un derivato su crediti cartolarizzati (cdo); il secondo rimborsava di fatto la banca giapponese attraverso un asset swap e due operazioni pronti contro termine a 30 anni (vedere altro servizio).
Tutto in regola? Adusbef, l’Associazione dei consumatori, chiede che Consob e Bankitalia facciano chiarezza. Nomura dice che l’operazione fu approvata dal consiglio d’amministrazione di Mps e dai revisori di Kpmg, che però smentiscono. «Non risulta», dice una nota di Rocca Salimbeni. «Mai ricevuta la documentazione su Alexandria», dichiara Kpmg.
Anche la Fondazione Mps, azionista di maggioranza della banca, era all’oscuro e sarà interessante ascoltare cosa dirà il presidente Gabriello Mancini venerdì in assemblea.