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 2013  gennaio 23 Mercoledì calendario

I PRIVILEGI DEL SECONDOGENITO CHE VIVE TUTTO COME UN GIOCO

Buckingham Palace aveva deciso di mandare il principe Harry a combattere per quattro mesi in Afghanistan per fare dimenticare lo scandalo di Las Vegas e le foto che lo ritraevano nudo in compagnia di ragazze disinibite. La decisione del Palazzo di farlo incontrare con i giornalisti alla vigilia del suo congedo doveva sancire definitivamente la pace, e invece ha scatenato un’altra guerra.

Non essendo gravato dalle responsabilità del primogenito, Harry è in famiglia quello che può divertirsi di più e dire sempre quello che pensa. William e la moglie Catherine quando incontrano i giornalisti sono sempre misurati e diplomatici; Harry parla senza freni, come se si trovasse con gli amici al bar.

La regina Elisabetta ne ha viste tante durante il suo regno che niente più la stupisce, ma avrà perlomeno corrugato la fronte nel leggere quello che il nipote candidamente dichiarava. Ha cominciato con i giornalisti, che sono una sciagura e non dovrebbero occuparsi di cose che avvengono in abitazioni private, come la suite di Las Vegas. Il padre Charles, d’altra parte, gli raccomanda sempre di non leggere i giornali. Sparando dall’elicottero ha ucciso dei taleban e non c’è da stupirsi, perché è per quello che si va in Afghanistan. È vero che non è mai stato bravo a scuola e che gli esami per lui sono un incubo, ma quello che sa fare meglio è pilotare l’elicottero e sparare. A muovere le dita in fretta e a reagire rapidamente ha imparato giocando alla playstation. È un peccato che anche William non possa sperimentare un po’ di guerra. Fare il militare è bellissimo e il servizio viene prima di ogni cosa, anche dell’essere nipote della Regina e del dovere di rappresentarla.

Harry ha semplicemente detto la verità, senza rendersi conto di quanti guai stava combinando. I taleban, che conoscono i meccanismi della comunicazione meglio di lui, gli hanno dato del codardo per essersi espresso in questo modo solo mentre stava lasciando l’Afghanistan e non prima, e gli hanno ricordato che la guerra non è un videogioco. E poi, sparando dall’alto e da lontano, come fa ad essere sicuro di avere ucciso dei guerrieri e non dei civili? Ora bisognerà rafforzare le misure di sicurezza intorno alla famiglia reale e alzare per un po’ di tempo l’attenzione contro possibili attentati. Ma sono dettagli che a Harry non interessano. Quando gli hanno chiesto se preferisce essere Capitan Wales (così lo chiamavano in Afghanistan) o il Principe Harry, non ha avuto dubbi nel scegliere il primo ruolo, «anche se mio padre continua a ricordarmi cose come chi sono e roba del genere…». L’anonimato dell’uniforme è per lui più rassicurante dei doveri di palazzo, un peso del quale farebbe volentieri a meno visto che le sue possibilità di salire al trono sono praticamente nulle.

Bisogna dunque capirlo. Sparare ai nemici pilotando un super elicottero a 300 km orari è nell’immaginario di ogni ragazzo il miglior rito di passaggio verso l’età adulta, e se a Buckingham Palace tutti sono perplessi, nel resto del paese migliaia di giovani approveranno quello che ha detto e lo invidieranno un poco.

Capitan Wales, il cui nome sembra proprio quello di un eroe dei fumetti, gode ora delle 24 ore di decantazione che vengono concesse a ogni soldato inglese che lascia l’Afghanistan. Di solito si trascorrono su una spiaggia di Cipro, con la dotazione di quattro lattine di birra offerte dall’Esercito. Al ritorno a Londra ci sarà la solita lavata di capo in famiglia. Ma passerà anche questa, e ne valeva la pena.