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 2013  gennaio 18 Venerdì calendario

TREMONTI: «QUEL PATTO CI COSTERÀ 14 MILIARDI»

TREMONTI: «QUEL PATTO CI COSTERÀ 14 MILIARDI» –
«È un vero e proprio matrimonio civico, sempre che non venga smentito nelle prossime ore, quello tra il Partito democratico e la Lista Monti. Il matrimonio è stato celebrato ma non consumato. E verrà consumato solo dopo le elezioni. E come tutti gli sposi anche Monti e Bersani si aspettano dagli italiani un dono di nozze. La lista di nozze si chiama “patrimoniale sulla casa”. Del resto c’è nel programma elettorale di entrambi. E gli italiani saranno invitati... Sarebbe meglio dire: precettati a partecipare a questa unione...». Libero dalle incombenze imposte dalla scrivania di Quintino Sella, Giulio Tremonti la butta sull’ironia. Legge i dati di bilancio il leader della lista “Lavoro e libertà”, e prevede mazzate fiscali. E spiega come non è tanto il diktat europeo da temere, quanto le bocciature che giungono a stretto giro da Londra, Wall Street e dai mercati asiatici. Proprio per evitare di far scappare gli investitori - e per rispettare gli impegni già assunti - dopo le elezioni servirà varare una «bella manovra aggiuntiva da non meno di 14 miliardi».
Professor Tremonti, non sarà l’invidia della cadrega? Con la Legge di stabilità ci hanno già rifilato misure per 30 miliardi, prima c’era stato il Salva Italia e altre batoste. Ci mancano solo altri 14 miliardi di tagli o nuove tasse...
«I conti son presto fatti: la cubatura sarà complessivamente di 14 miliardi perché la Legge di Stabilità è, paradossalmente, abbastanza instabile. Uscite certe, entrate molto meno sicure. Si tratta di dare copertura a interventi strutturali permanenti e non una tantum. Partiamo dalle necessità inderogabili: la Legge di Stabilità mette in conto circa 1,2 miliardi per cassintegrazione e ammortizzatori sociali...».
Insomma, i fondi per la Cig ci sono...
«Ma non basteranno. Le faccio un esempio: nell’ultimo governo Berlusconi avevamo messo a bilancio circa 4 miliardi. Ma per il miliardo di ore di Cig già deliberato ci sarà bisogno di almeno altri 3 miliardi...».
Sempre che il 2013 non porti in dote una nuova ondata di disoccupati come si prevede...
«Appunto. Poi c’è la partita esodati. I fondi disponibili coprono una parte, non tutto il plafond necessario. Sono certo che non sarà una cifra trascurabile assicurare a tutti un paracadute».
E poi c’è l’aumento dell’Iva da evitare: circa 4 miliardi è stato stimato...
«E no. Serviranno 3 miliardi per il secondo semestre 2013 e almeno altri 4 per il 2014. Delle due l’una: o fai una manovra per evitare l’aumento dell’Iva oppure scatta l’incremento. Da qualche parte, alla fine, i quattrini bisogna prenderli: o in maggiori tasse o in tagli alla spesa. Comunque sia bisognerà intervenire ».
Andiamo avanti. Che altre spese certe hanno bisogno di risorse?
«Bisognerà dare copertura per il 2014 alle missioni all’estero (almeno 1,4 miliardi, ndr), garantire i fondi per Lavori socialmente utili e copertura al fondo alluvioni e disastri naturali. Almeno un miliardo».
Può bastare... Grazie.
«Sì, peccato che non sia finita qui. Con i famosi tagli alle Province si è ridotto il budget ma non le competenze. Si sarebbe dovuto distinguere tra Provincia e Provincia ma il commissario Enrico Bondi, quel signore che ha regalato Parmalat ai francesi, non l’ha fatto e quindi bisognerà assicurare alcuni servizi che certe province svolgono e di cui non si è tenuto conto».
Insomma, dopo le elezioni ci spetterà un’altra mazzata?
«Le spese che ho elencato rappresentano solo una parte della partita di primavera. Bisogna però tener conto che tutte le stime del governo sono fatte su previsioni economiche a dir poco ottimistiche. Stime dalle quali consegue l’eventuale incasso fiscale. Se però l’andamento dell’economia fosse peggiore anche l’incasso erariale sarà minore. In più se si fa scattare l’aumento Iva a luglio si dovrà tener conto che il gettito Iva del 2014 sarà minore. Nell’insieme è realistico e prudente ipotizzare 14 miliardi di manovra correttiva. Sarà questo l’ammontare della “lista di nozze”del matrimonio politico Pd-Monti».
Però i nostri conti stanno migliorando... lo dice anche Bruxelles...
«Peccato che a scadenze ricorrenti dobbiamo piazzare il nostro debito pubblico sulle piazze finanziarie internazionali. I vincoli di bilancio, la serietà e la struttura del bilancio sono condizionati più dal mercato finanziario di Londra, Wall Street e dall’Asia che dai giudizi dell’Unione Europea».