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 2013  gennaio 19 Sabato calendario

I CLAN PERDONO LA «MONNEZZA» [

Trasportare i rifiuti via mare conviene e toglie potere alla criminalità] –
I numeri non spiegano sempre tutto ma qualche volta ci riescono. I numeri dicono che a Napoli – periodicamente alle prese con l’emergenza rifiuti, soprattutto quando c’è un’elezione alle porte – inviare una tonnellata di spazzatura in Olanda costa da 107 a 111 euro. Lo stesso carico, se fatto viaggiare sui bilici, costa ora – e solo grazie alla concorrenza marittima – da 129 a 156 euro.
I numeri dicono ancora che per ogni 10 navi spedite da Napoli in Olanda vengono tolti dalla strada almeno mille camion. Da quando Sapna (la società di gestione ambientale della provincia di Napoli) ha deciso di far salpare il carico di "monnezza" verso gli impianti olandesi, dalla strada sono stati tolti almeno tremila camion che appestavano l’ambiente.
Ciò che i numeri non dicono è che un’operazione del genere sottrae potere alla camorra che proprio sul trasporto (oltre che sullo raccolta e lo smaltimento) ha fondato un business miliardario. Per dare un’idea basti riportare l’intercettazione del 6 marzo 2006 tra Pasquale e Carmine Zagaria, fratelli del capoclan dei Casalesi, Michele. I due, non sapendo di essere intercettati dalla squadra mobile di Caserta, chiacchierano amabilmente nel salotto di casa. «I rifiuti – dice Pasquale a Carmine – li caricano a Caivano e li portano a Cancello, ci stanno le discariche dove scaricare. Pagano a chilometri. Devono andare a Taranto quegli altri camion a scaricare. Sta roba mi ha fatto 14 milioni dal 2004 a oggi (6 marzo 2006 ndr) più altri 4/5 milioni quell’altro, sono 20 milioni. Alla fine il 10% fino a oggi ce lo ha sempre dato».
Una questione solo campana quella dell’ingerenza della criminalità organizzata nel business dei rifiuti? Assolutamente no. In Puglia lo dicono le indagini, in Sicilia l’ultima operazione risale al 10 gennaio e in Calabria la situazione è talmente grave che il 23 giugno 2011 la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti votò un documento nel quale si diceva che «le inefficienze del sistema hanno favorito l’inserimento nel ciclo dei rifiuti della criminalità organizzata, che è particolarmente presente nella provincia di Reggio Calabria, laddove, a fronte di un giro d’affari di complessivi 150 milioni all’anno, pari al 2% del Pil del territorio, solo 12 imprese delle 161 che si occupano di rifiuti hanno ottenuto la certificazione antimafia negativa, mentre 115 imprese risultano addirittura sconosciute al sistema. Si desume agevolmente che le imprese prosperano in modo anonimo con i subappalti o con la prestazione di manodopera».
Il ricorso alle navi, che si occupano di tutto (dall’imbarco al conferimento e che fanno capo a più compagnie) ha fatto crollare il prezzo anche su strada, ancora comunque più elevato, a testimonianza del fatto, come dice il vicesindaco di Napoli con delega all’Ambiente, Tommaso Sodano, «che il mercato era drogato e che profitti immensi giravano senza controllo. Ciò che i numeri non dicono, mi permetto di aggiungere, è soprattutto che quest’operazione rompe il patto tra politica inquinata e clan, soprattutto quando il voto è dietro l’angolo».
Dagli impianti di Giugliano e Tufino, da gennaio 2012, sono progressivamente partite 48mila tonnellate verso l’inceneritore Avr Rozenberg che opera all’interno del porto di Rotterdam e quello di proprietà della E.On ad Elfzjil, nel nord dell’Olanda, ma il rinnovo contrattuale prevede che, complessivamente, possano lievitare fino a 125mila tonnellate.
La "rottura" imposta dalla navigazione dell’immondizia è stimabile in un risparmio annuo di almeno due milioni che lieviteranno se i rifiuti urbani verranno completamente tolti dalle strade. «Abbiamo chiaramente fatto presente a Sapna - aggiunge Sodano - che quanto sta emergendo dalla convenienza economica e sociale del trasporto marittimo non può essere privo di conseguenze sulle scelte future».
Sapna il 7 novembre 2012 ha aggiudicato definitivamente la gara pubblica internazionale del servizio di smaltimento, recupero e trasporto dei rifiuti urbani. L’importo complessivo, di 58,4 milioni relativo a 414mila tonnellate totali di rifiuti, è stato aggiudicato a sette Associazioni temporanee d’impresa e una società, con prezzi che oscillano da 128,85 a 156 euro a tonnellata.
Il compito degli aggiudicatari sarà smaltire i rifiuti negli impianti in giro per l’Italia. La novità dell’aggiudicazione è che – rispetto al passato recentissimo – i prezzi su strada, indotti dalla concorrenza delle navi in viaggio verso l’Olanda, sono crollati. Per rendersene conto basta leggere l’interrogazione presentata il 21 dicembre 2011 in Commissione Ambiente della Camera dal deputato del Pd Alessandro Bratti, che aveva messo nel mirino proprio i costi del trasporto. Per spedire circa 15mila tonnellate in parte negli impianti di Trieste e in parte in quelli di Padova, il costo sarebbe oscillato tra 162 e 175 euro a tonnellata. Per spedire 55 tonnellate "in prova" presso il termovalorizzatore di Busto Arsizio (Varese) il corrispettivo sarebbe lievitato a 223 euro a tonnellata.
I condizionali sono d’obbligo perché quella interrogazione non ha mai ricevuto risposta e difficilmente la riceverà prima della fine della legislatura. Oltre che in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, l’immondizia napoletana ha viaggiato, con costi socioeconomici elevatissimi, anche verso la Toscana, la Liguria e la Puglia.
Oltre alle rotte nazionali ci sono quelle internazionali. Anche in questo caso accanto a traffici leciti, ci sono quelli illeciti dei rifiuti, come sempre in mano alle mafie italiane spesso e volentieri alleate con quelle straniere. Nel 2011 gli uffici doganali hanno sequestrato 7.374 tonnellate di rifiuti: il 48% metallo, il 39% plastica e il resto pneumatici, carta, vetro, pelli, motori e rifiuti elettronici. Un confronto con il traffico lecito dà un’idea – stimata per difetto – delle proporzioni. Nel 2011 (ultimo dato utile per un raffronto) l’Italia ha esportato circa 186mila tonnellate dei cosiddetti cascami e avanzi di materie plastiche, in gran parte verso la Cina (il 6% della quantità esportata complessivamente dalla Ue). A questo dato bisogna aggiungere quello delle esportazioni dei cascami di metallo: circa 200mila tonnellate (l’1% dell’export europeo).
Le destinazioni, attraverso i porti di Genova, Venezia, Livorno, Ancona, Ravenna, Civitavecchia, Napoli, Taranto e Catania, sono state Russia, Paesi Bassi, Israele, Hong Kong ma soprattutto Cina. È il mercato asiatico quello privilegiato. In Cina arrivano decine di migliaia di container carichi di rifiuti dismessi o pericolosi, che vengono mischiati con altre materie prime con le quali realizzare nuovi manufatti che prendono le vie del mondo. Poco più di un anno fa la Direzione distrettuale antimafia di Lecce ha stroncato un traffico con la Cina di 1.507 container per un totale di oltre 2.500 tonnellate di rifiuti speciali. Più o meno nello stesso periodo a Napoli sono stati sequestrati 14 Tir che trasportavano scarti ferrosi che sarebbero stati spediti nei paesi asiatici, per un giro d’affari di 250 milioni.

L’EQUIVALENZA
10 navi
Come mille camion
Per ogni 10 navi spedite da Napoli in Olanda vengono tolti dalla strada almeno mille camion. Da quando Sapna (la società di gestione ambientale della Provincia di Napoli) ha deciso di far salpare il carico di spazzatura verso gli impianti olandesi, i camion tolti dalla strada sono stati almeno 3mila. Un "danno" notevole per la criminalità organizzata.
Come si apprende da un’intercettazione del 6 marzo 2006, in cui Pasquale Zagaria, del clan dei Casalesi, dice al fratello Carmine che dal traffico dei rifiuti su strada ha guadagnato «dal 2004 ad oggi (6 marzo 2006, ndr)» 20 milioni di euro.