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 2013  gennaio 18 Venerdì calendario

CALCIOSCOMMESSE, MANGANELLI: «INDAGINI BOLLENTI»

Pallone (spesso) marcio. Con marciume sparso e in spar­gimento in casa nostra, in Europa, nel mondo intero: «Le scommesse clandestine sono un settore che vale centinaia di mi­liardi di euro l’anno. Gli allibratori hanno introiti paragonabili a so­cietà come la Coca Cola. È un’idra, un mostro a tante teste che dob­biamo uccidere insieme», dice chiaro e tondo il segretario gene­rale dell’Interpol, Ronald K. Noble, spiegandolo ieri, in apertura della conferenza Interpol su «Calcio­scommesse: il lato oscuro di un bel gioco» (che si concluderà oggi). «La prima che riunisce i segretari ge­nerali di Interpol, Fifa e Uefa» e ri­guarda «un fenomeno diffuso il tutto il mondo, nessun Paese ne è immune».
Marciume dorato, quello del cal­cioscommesse: «Un business da trenta miliardi l’anno», stima Jero­me Valcke, segretario generale del­la Fifa. E ormai «nel contrasto a un fenomeno tanto esteso non pos­siamo ottenere risultati lottando individualmente: serve una nor­mativa comune a livello europeo, la cui assenza favorisce i tentativi di combine».
Anche l’Uefa è sulle stesse posizio­ni, a sentire Gianni Infantino, il se­gretario generale: «La prevenzione è una priorità per l’Uefa, dobbiamo proteggere lo spirito vero delle par­tite, agendo concretamente per fa­re prevenzione, monitoraggio e per reprimere i fenomeni illeciti», per­ciò contro il calcioscommesse «stiamo facendo un lavoro diffici­le, ma serio».
Se poi il presidente della Federcal­cio, Giancarlo Abete, annuncia u­na gran voglia italiana di tolleran­za zero, il capo della Polizia Anto­nio Manganelli avvisa come pro­prio a casa nostra, dietro l’angolo, ci aspettino altri ’terremoti’... «Non vi dico cosa prevedo accadrà nei prossimi giorni sul fronte cal­cioscommesse, altrimenti sarà la notizia di domani (oggi, ndr ) e o­scurerà questa conferenza», ha det­to ieri Antonio Manganelli, rife­rendosi agli sviluppi in arrivo dal­le inchieste aperte in molte Procu­re sulle partite truccate.
E del resto «conviviamo col calcio­scommesse da venti mesi», ha ri­cordato Abete, «ma abbiamo rea­gito, il mondo del calcio ha retto l’urto di questa situazione difficile facendo squadra e rispettando il la­voro degli organi istituzionali». Mo­rale del presidente Figc? «Dobbia­mo aggredire e sconfiggere questo fenomeno per preservare l’integrità di un grande sport che ci coinvol­ge tutti». Quindi deve esserci «l’o­biettivo di preservare i valori e la passione del calcio che è una realtà a rischio; dobbiamo allontanare il fenomeno del calcioscommesse». Un filo più rassicuranti sono i se­gnali che arrivano dai Monopoli, che per la stagione sportiva in cor­so non hanno inviato alcuna se­gnalazione al Viminale: «Il quadro è migliorato», fanno sapere, seb­bene rimangano «casi critici» già segnalati agli investigatori (che stanno approfondendo la situazio­ne di alcune squadre che parteci­pano ai maggiori campionati ita­liani di calcio). Tuttavia, sempre a­nalizzando i flussi di gioco, «sono stati ravvisati possibili casi di rici­claggio di denaro sporco», che ov­viamente «sono stati segnalati alle autorità giudiziarie».
Tornando invece al quadro plane­tario e al segretario dell’Interpol Noble, «I malviventi allungano i lo­ro tentacoli in tutti i Paesi, anche in quelli nei quali il calcio non è lo sport nazionale». Un esempio? «Un tribunale tedesco ha riconosciuto come un gruppo di criminali euro­pei avesse truccato una partita di un campionato semiprofessioni­stico come quello canadese».
Dunque la guerra la si combatte tutti insieme o sarà persa. Perché contro un fenomeno così transna­zionale – continua – «dobbiamo in­sistere su intelligence e prevenzio­ne: nel 2011, a livello Interpol, è sta­ta creata una task force con inve­stigatori di tutto il mondo che si riuniscono due volte l’anno per scambiarsi informazioni», mentre «con la Fifa abbiamo stretto un ac­cordo che prevede corsi di forma­zione per arbitri, giocatori e diri­genti dei Paesi più a rischio». Cer­to, «il sistema di preallarme princi­pale sarebbe avere altri sportivi co­me Simone Farina (l’ex-calciatore del Gubbio, presente al seminario di ieri, che denunciò un tentativo di combine, ndr ) – conclude Ro­nald Noble –, modello di valori e di comportamenti che dobbiamo sforzarci di trasmettere soprattut­to ai giovani».