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 2013  gennaio 18 Venerdì calendario

ROMA — Se si confrontano alla Sicilia, le isole Baleari hanno un turismo 11 volte superiore. Equivalenti 1

ROMA — Se si confrontano alla Sicilia, le isole Baleari hanno un turismo 11 volte superiore. Equivalenti 1.500 chilometri di costa ma senza il Teatro greco di Siracusa o il barocco di Noto, il patrimonio storico, artistico, gastronomico e nemmeno il vulcano più alto d’Europa. Eppure, se si guarda a una “settimana tipo” del periodo estivo, i voli low cost dalla Germania diretti all’arcipelago spagnolo sono circa 13 volte quelli che atterrano a Palermo o a Catania. Peggiora il turismo in Italia, secondo stime elaborate dal governo. Dopo una leadership tenuta sino agli anni Novanta, adesso si sta dietro a Spagna e Francia. Miracoli degli esecutivi guidati da Berlusconi: monumenti, arte, siti Unesco e spiagge non bastano più. E persino al mare si registra un lieve ribasso: meno 0,1%. «Non regge il rapporto qualità/prezzo». Gli stranieri ci stanno voltando le spalle. Quelli ricchi poi, cinesi e arabi del Golfo, quasi ci ignorano. I russi arrivano, ma se si guardano attorno ci mettono all’ultimo posto nella classifica della pulizia. La “monnezza” non è solo a Napoli. Ne ha preso atto il governo Monti che, sulla base di uno studio del Boston Consulting Group, ha elaborato un piano con l’obiettivo di rilanciare il business e soprattutto il Mezzogiorno, una ricetta per far risalire il Pil, incassando 30 miliardi entro il 2020 per 500mila nuovi posti di lavoro. Negli ultimi dieci anni la spesa per viaggi all’estero è raddoppiata e si stima che nei prossimi dieci aumenti di un ulteriore 50%. L’Italia ha un ruolo ancora rilevante nel turismo internazionale, ma perde quota nei confronti dei concorrenti europei. Alberghi vecchi e con poche camere, quasi sempre sprovvisti di centri benessere, richiestissimi dai vacanzieri e onnipresenti all’estero. Così come, se nel mondo cresce il turismo dei golfisti, da noi sono ancora rarissimi i green vicini agli hotel. «Il mercato sembra non accorgersi di segmenti significativi da cui attingere, come quello degli sportivi». E non solo per l’alta montagna. Il piano, firmato dal ministro Gnudi ed redatto da un pool di esperti coordinati da Massimo Bergami dell’Università di Bologna, sollecita l’organizzazione di «nuovi circuiti», creati ad esempio per motociclisti o ciclisti. Ma non solo. «Non c’è attenzione alle vacanze dei senior », già perfettamente strutturate in vari Paesi d’Europa e non è incentivato il turismo dei single: i supplementi per la camera sono spesso proibitivi. Si perde l’opportunità degli shopping tour, nonostante i marchi di alta moda. E di tour non se ne inventano neppure per “vendere” le città dei granducati o le ville del Palladio. Sembra un paradosso, ma facciamo acqua anche sul fronte del turismo religioso: lungo la penisola non esistono percorsi sul modello di quello per Santiago de Compostela. E poi, forse la colpa più grande: non si punta abbastanza sul turismo eno-gastronomico. Nemmeno nel Chianti. Dall’altra parte dell’oceano, in Perù con un solo festival all’anno si attirano milioni di persone da tutto il Sudamerica. I 4 “grandi magneti”, Roma, Venezia, Milano e Firenze, non bastano più. Il piano del governo punta quindi a potenziare una quarantina di siti dalle Alpi a Pantelleria, a svilupparne una quindicina solo nel Mezzogiorno, che facciano leva su asset importanti come la Reggia di Caserta. Per il Sud si propone allora di creare due “poli” del tutto nuovi, sul modello della Costa Smeralda. E c’è l’idea di rilanciare aree di crisi come il Sulcis con vocazione turistica. Diventano «indispensabili gli interventi sulla governance e l’apertura di nuove tratte low cost». Da ritoccare anche look e funzionalità degli aeroporti, con il rafforzamento dei collegamenti tra Malpensa e Milano, l’apertura di un nuovo hubnel Cilento, con l’ampliamento dello scalo di Fiumicino che, per il turista in arrivo, è uno dei nostri “biglietti da visita”.