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 2012  dicembre 06 Giovedì calendario

Monte Paschi, arriva il colpo di scure di S&P - Dopo lo stop al Senato sui Monti bond, è Standard & Po­or’s a lanciare un sasso nei vetri del Monte Paschi: l’agenzia Usa ha declassato i titoli del gruppo senese portandoli a «junk», spazzatura

Monte Paschi, arriva il colpo di scure di S&P - Dopo lo stop al Senato sui Monti bond, è Standard & Po­or’s a lanciare un sasso nei vetri del Monte Paschi: l’agenzia Usa ha declassato i titoli del gruppo senese portandoli a «junk», spazzatura. Secondo la società di rating un recupero di redditività e un miglioramento patrimoniale e nel funding del­l’i­stituto senese sono improba­bili, data la sua posizione finan­ziaria. Non solo, la crisi e l’ope­ratività sul mercato italiano ren­deranno difficile attuare il pia­no strategico pensato dall’ad Fabrizio Viola per trarre Mps fuori dalle secche. Così il rating a lungo termine della banca è stato tagliato da «BBB-» a «BB+», con outlook negativo. Quello a breve termine passa da «A-3» a «B», mentre il profilo di credito stand alone scende da «bb+» a «b+». Sul fronte legi­slativo, intanto, non ci sono spi­ragli: dopo la bocciatura in Commissione bilancio alle mo­difiche sui cosiddetti Monti bond (le speciali obbligazioni del Tesoro cui è ricorso Mps per rafforzare il patrimonio), l’ese­cutivo non ha tentato alcuna nuova modifica.Il ministro del­l’Economia, Vittorio Grilli, si è mostrato comunque fiducioso di «arrivare a una conclusione positiva». Le modifiche respin­te prevedevano per le obbliga­zioni del Tesoro il rimborso an­che tramite emissione di altri bond, lo spostamento del termi­ne per l’emissione al 31 genna­io, e l’emissione di azioni a prez­zo di mercato in caso di perdita di esercizio. Per gli analisti di Equita l’ipotesi sarebbe positi­va, visto che si tradurrebbe nel­la possibilità di guadagnare tempo nel rimborso dei Monti bond. Mediobanca pensa inve­ce che lo stop sia dipeso solo da cause tecniche. Mps ha intanto proposto ai sindacati un accordo quadro sul nuovo piano industriale con l’esternalizzazione di 1.110 lavoratori. É spaccatura tra Fisac-Cgil, contraria a una trattativa, e Fabi, Fiba-Cisl, Ugl e Uilca,pronte ad«aprire una fa­se di serrato confronto».