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 2012  dicembre 06 Giovedì calendario

Grillo? Una risata lo seppellirà Ora i comici gli fanno la guerra - Siamo alle comiche fina­li dei comici veri

Grillo? Una risata lo seppellirà Ora i comici gli fanno la guerra - Siamo alle comiche fina­li dei comici veri. Prima, ai bei tempi di Berlusconi, il fronte era comune, la gag era servita sul piatto ricco del Cavaliere. Nei tempi grigi dei professori in­vece siamo al tutti contro tutti, o se si vuole al molti contro Gril­lo, comico divenuto politico e leader del secondo partito ita­liano (nei sondaggi). C’è Grillo che attacca Benigni, che sfotte Grillo, che è sfottuto da Gene Gnocchi (a sua volta ri-sfottuto da Grillo), ma anche da Crozza a Ballarò (a sua volta scomuni­cato da Grillo come «punto G» delle grilline), e pure da Fiorel­lo. Una rissa tutta da ridere. A farne le spese è l’(ex?)comi­co Grillo, per la dura legge del cabaret: se passi tra i comuni mortali, o peggio tra i politici, una risata ti seppellirà. Inevita­bile per Grillo, passato da comi­co- distruttore dei politici (i so­cialisti che in Cina non sanno a chi rubare) a organizzatore di comiche (involontarie) «parla­mentarie » dei candidati M5S, con video fatti in casa (o tinel­lo), improbabili onorevoli esperti in pinoli fotovoltaici, colla di baccalà o scioglimento di ghiacciai nella parodia di Crozza, che ha già messo il guru Casaleggio tra le imitazioni del suo repertorio. O il candidato che dice «la libertà di informa­zione dev’essere libera», l’altro che «è ora di metterci la faccia» ma la sua, nel video sfuocato fat­to con la webcam, non si vede, o il catastrofista che si congeda dall’elettore con un«è scontato che ci sarà il diluvio universale, buona vita a tutti» (e questi so­no candidati veri non parodie). Finora Grillo non ha dedica­to comunicati politici a Crozza, solo un anatema su Ballarò . Il duello a sfottò c’è stato invece con Gene Gnocchi, reclutato dal Pd nel ballottagio a Parma, giocato anche sul registro comi­co. «Sono qui solo perché Ber­nazzoli (candidato sindaco Pd, ndr ) mi ha promesso un asses­sorato. La sfida mia con Grillo? Macché. Siamo diversi, lui ha i grillini, io non mica gli “gnoc­chini”, al massimo gli gnocchet­ti che fa mio fratello in una trat­toria qui vicino». Poi la stocca­ta: «Grillo è un populista, sulla giustizia la pensa come Berlu­sconi ». Il leader Cinque stelle, dopo la vittoria clamorosa del suo Pizzarotti, non si era tratte­nuto a infilzare Gnocchi, con­travvenendo alla regola della sottrazione del filosofo Casaleg­gio (meno appari, più ti vota­no): «A Parma è stato istituito un nuovo piatto cittadino: gli Gnocchi Fritti!» e giù boati dal suo popolo. Le battute degli altri non fan­no ridere, se ridono di te. Grillo si è legato al dito le risate provo­cate da Roberto Benigni alla Fe­sta nazionale del Pd. «Ero sulla roulotte ho ricevuto un fax vi porto i saluti di Beppe Grillo, ve li leggo: “Cari elettori del Pd buonasera, vi volevo salutare e dirvi di andare tutti aff.. pezzi di m... piduisti falliti ma vaff... stro...”,è una cosa personale ve la leggo dopo». Tempo 24 ore e Grillo ha lanciato il missile dal suo blog: «Le feste del pdmeno­elle costano una cifra. E gli arti­sti invitati sul palco lo fanno per solidarietà verso il pdmenoelle o a fronte di un ricco cachet? E questo cachet a quanto am­monta? Domande perdute nel vento, blowing in the wind ... ».E pensare che Benigni aveva evi­tato l’affondo diretto, per «non parlare male dei colleghi», e di Grillo, perché «io sono Pinoc­chio, non lo sento il grillo, non lo seguo». A Grillo ha controri­sposto Lucio Presta («Benigni ha preso solo i soldi dei biglietti, Grillo parli dei suoi di cachet»), manager anche del fan grillino Celentano e già di Santoro, pro­babile simpatizzante. Anche Fiorello si è ritorto, da collega, contro il comico Grillo, quando aveva detto che la mafia chiede il pizzo ma non strangola nessu­no. «Beppe non sa niente di ma­fia, ha detto una grande cazza­ta ». Ci vediamo in Parlamento, ci sarà da ridere.