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 2012  dicembre 04 Martedì calendario

Cdp, Monti dà un «aiutino» alle Fondazioni - Mario Monti e il Parlamento hanno compiuto un piccolo «miracolo»: han­no assicurato la presenza delle Fonda­zioni bancarie nel capitale di Cdp e han­no strappato un prezzo di con­versione delle privilegio in ordi­narie molto vantaggioso e, per giunta, a rate

Cdp, Monti dà un «aiutino» alle Fondazioni - Mario Monti e il Parlamento hanno compiuto un piccolo «miracolo»: han­no assicurato la presenza delle Fonda­zioni bancarie nel capitale di Cdp e han­no strappato un prezzo di con­versione delle privilegio in ordi­narie molto vantaggioso e, per giunta, a rate. Senza il diretto in­teressamento del premier sa­rebbe stato difficile conseguire un risultato favorevole al grup­po degli enti guidati dal presi­dente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. È lo stesso numero uno della Cassa, Franco Bassanini, a co­municare il raggiungimento dell’intesa nella tarda serata di ieri. «Il meccanismo prevede che le Fondazioni per il mo­mento si diluiscano, converten­do senza conguagli e scendano al 16,7%» dal 30% attuale, ha spiegato l’ex ministro della Fun­zione pubblica. Le istituzioni di origine bancaria «risaliranno subito dopo al 20% comprando azioni del ministero dell’Economia e delle Fi­nanze al prezzo pieno delle azioni ordi­narie » e versando 750 milioni di euro che contribuiranno alla riduzione del debito pubblico. Si tratta di una valuta­zione di Cdp «a patrimonio netto», corri­spondente a quella del 2003 fa quando la Cassa fu trasformata in una società per azioni. «Nulla, poi, impedirà loro di risalire dal 20 al 30%», ha concluso Bas­sanini sottolineando che «sulla gover­nance non cambia niente». Contestualmente, in Senato il gover­no ha dato l’ok a un emendamento pre­sentato da Cinzia Bonfrisco ( Pdl)che sta­bi­lisce la rateizzazione in 5 anni del prez­zo di conversione ( il primo luglio di ogni anno a partire dal 2013 sarà versato il 20%) che sarà stabilito dalla Cassa entro il 31 gennaio prossimo.L’assemblea del­le 65 Fondazioni azioniste (Cariverona si era sfilata la scorsa settimana), aven­do avuto sentore della manovra, ha dato l’ok al progetto chiudendo una diatriba che era giunta sino al Consiglio di Stato. Il tribunale amministrativo d’appello aveva sollecitato un intervento del Parla­mento per ottenere un provvedimento che avesse il valore di legge e che tenes­se conto dell’incremento patrimoniale della Cassa cui avevano contribuito le Fondazioni in 8 anni (circa 3 miliardi). La sottolineatura di Bassanini sul «for­te ruolo del premier per trovare un pun­to di incontro » non è superflua. Sia Mon­ti che il ministro dell’Economia Grilli avevano una priorità: garantire la pre­senza di un socio privato per continuare a deconsolidare Cdp dallo stock del de­bito pubblico. La possibilità di riacqui­stare le azioni dal Tesoro, inoltre, rende meno appetibile il 2,57% di Cariverona che aveva annunciato il recesso. Eppu­re ieri Bassanini ha lanciato un caveat : «La Cassa non è uno strumento per sal­vataggi politici ». Lo ha detto per ben due volte. Forse per farsi sentire meglio.