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 2012  dicembre 05 Mercoledì calendario

MAMMA, NE FAI UN ALTRO ?

Vicenza, novembre 2010
Ginevra: «Mamma, me lo fai un fratellino o una sorellina?».
Anna: «Amore, adesso no, non è una cosa che mi sento di fare, magari più avanti».
Tre ore dopo.
Ginevra: «Mamma adesso me lo fai?».
Anna: «Ancora no, amore».
Vicenza, 28 novembre 2012
Ginevra: «Mamma, ti ricordi quando ti chiedevo un fratellino e mi dicevi sempre no?».
Anna: «Certo che me lo ricordo. Ora lo avrai. Sei contenta?».
Anna Valle, ex Miss Italia ’95, è stata da poco madre anche in Tv, nella fiction Questo nostro amore, dove era la compagna di Neri Marcorè. Nella vita, con la figlia Ginevra di 4 anni e mezzo, non è la madre che ti aspetteresti da una siciliana che ha messo su famiglia nella provincia benestante del Nord-Est.
A Vicenza – città di suo marito, l’avvocato e produttore Ulisse Lendaro – ci incontriamo in un bar storico. È ora di pranzo, ma nel locale ci sono solo vecchie signore in ghingheri e un paio di giovani donne bionde con pargoli urlanti nelle carrozzine.

Quindi aspetta un altro bambino.
«Sì, nascerà a fine aprile. L’ho fatto per Ginevra, so che cosa significa avere fratelli: ne ho uno più grande di 4 anni e una sorella più piccola di 3. Anche se siamo lontani – lui lavora come scorta della polizia penitenziaria a Roma e lei in Sicilia, a Lentini, nel negozio di intimo di mia madre – siamo molto legati».
Sapete già il sesso?
«È maschio».
È arrivato subito?
«Come la prima volta: detto, fatto. Però ho chiesto a Ulisse di aspettare che finissi di girare Barabba in Tunisia: passare i primi mesi di gravidanza a cinquanta gradi, nel deserto, non era il massimo».
In Tunisia è venuto anche suo marito?
«In generale preferisco tenere separato il privato dalla mia vita professionale. In Tunisia però ho rischiato di scioccare mia figlia. Quella mattina Roger Young, il regista, ha deciso di girare la scena in cui il mio personaggio, Claudia, moglie di Ponzio Pilato, viene massacrata. Roger mi fa: “Sei sicura di volere che tua figlia assista?”. E io: “No, ma se la mando via adesso pensa che sia peggiore di quello che è”. Quindi Ulisse le ha spiegato che era tutto finto. Ma Ginevra ha pur sempre quattro anni, e quando mi ha vista presa a calci e a sassate era sconvolta. Allora io a ogni fine ciak la salutavo con la mano per farle vedere che stavo bene. Alla fine le ho presentato l’attore che mi aveva massacrata, per farle capire che non era un cattivo vero».
È un metodo educativo il rapporto diretto che ha con sua figlia?
«Mi viene naturale parlarle quasi come a un’adulta: sono convinta che la sincerità paghi sempre».
Il suo mestiere la porta spesso fuori casa, anche a lungo. Come gestisce queste assenze?
«All’inizio facevo fatica a staccarmi da lei anche per poche ore. Poi tutto è diventato più semplice, grazie anche a mio marito che ha un lavoro più stabile, e che in quei casi diventa il punto di riferimento per Ginevra. Recentemente siamo state tre settimane senza vederci – giravo a Belgrado – ma quando le parlavo al telefono la sentivo così tranquilla che ho preferito non interrompere la sua quotidianità».
Quindi suo marito fa un po’ il mammo.
«Ulisse è stato fondamentale nella mia decisione di avere una famiglia. Ieri sera ero molto stanca e ha messo lui a letto Ginevra; sentirli parlare nella stanza vicina, con mia figlia che non smetteva più di fare domande, mi ha dato una serenità incredibile. Mi spaventava diventare madre, non lo desideravo. Ancora oggi non sono la donna a cui penseresti di lasciare i tuoi figli: se me ne devo occupare lo faccio, ma non ho un istinto materno spiccato».
Certi pensieri in Italia, dove la figura della madre è mitizzata, creano ancora scalpore e sensi di colpa nelle donne.
«Io sono molto serena perché vedo che mia figlia lo è. Sono una mamma amata, anche perché la assecondo molto. Le regole per me non esistono, benché sappia che ai bambini servono: per fortuna c’è Ulisse, che è molto attento. Quando sono a casa con Ginevra non sono abituata a guardare l’orologio: così, non mi accorgo dell’ora in cui lei dovrebbe cenare, oppure andare a nanna. Conosco madri i cui figli cenano sempre alle sette e alle nove massimo vanno a letto, non credo che la mia sia mai andata a letto alle nove in vita sua».
Ha qualche paura legata alla nuova gravidanza?
«Non direi. Al primo giro ero fissata con l’allattamento al seno, e vivevo ogni aggiunta di latte artificiale come un dramma: per otto mesi l’ho tenuta attaccata praticamente tutto il giorno. Risultato: ero diventata l’ombra di me stessa. Questa volta non intendo incaponirmi».
I suoi genitori si sono separati quando era adolescente. È un pensiero che torna, ora che sta per diventare di nuovo madre?
«Nessun bambino è felice quando i suoi si separano, ma io ho avuto una mamma tosta, che ha saputo tenere la famiglia
unita. Due persone che non si amano più non penso debbano restare sposate per i figli, non fa bene ai bambini vedere i genitori non felici, e neppure scoprire magari un giorno di essere stati l’unico motivo per cui sono rimasti insieme».
Insisto sulle paure della maternità: non teme neanche per il suo lavoro?
«Per Ginevra sono stata a casa quasi un anno ma venivo da un periodo diverso, in cui avevo lavorato molto meno; oggi ho due film (Barabba e Mister Ignis, film per la Tv, ndr) che usciranno in concomitanza con la nascita, non mi posso permettere di fermarmi, e infatti sto già vagliando copioni».
Lavorerebbe incinta? So che si sta già pensando al sequel di Questo nostro amore.
«Dovrei prima leggere la sceneggiatura; se mi piacesse, non avrei problemi».
Con Neri Marcorè vi conoscevate?
«No, ma c’è stato feeling da subito. La prima cosa che mi ha detto è stata: “Sai che ti ho votato a Miss Italia? Mi ricordo ancora il tuo numero”».
Come vive una ex Miss la trasformazione del proprio corpo?
«Non sempre bene. Il pancione può essere bello, ma a momenti: un attimo dopo vorresti toglierti questo marsupio e infilarti di nuovo i tuoi jeans stretti».
Il sesso in gravidanza com’è?
«Ulisse mi fa sentire la donna più desiderata del mondo, e questo è fondamentale perché ho bisogno di rassicurazioni. Il problema, al primo parto, è stato il dopo, infatti mio marito fa già le battute: “Dopo maggio ci rinuncio?”. Credo sia normale: il neonato ti assorbe completamente, ti è rimasta la pancia, l’idea di un rapporto intimo non mi attirava per niente».
Avete già pensato a un nome?
«Siamo in alto mare. Però mi è venuta in mente una paura che ho».
Dica.
«Da incinta, ogni tanto ho l’ansia che a mio marito possa succedere qualcosa. Mi dispiacerebbe enormemente per i miei figli. Perché so che cosa perderebbero».