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 2012  dicembre 06 Giovedì calendario

SKY, SPAZIO ALL’INTRATTENIMENTO

[Scrosati: ma i nostri non sono prodotti da tv generalista] –
L’edizione di X Factor 2012 è stata un successo talmente ampio per Sky che Andrea Scrosati, executive vicepresident cinema, entertainment & third party channels di Sky Italia, ha già iniziato le negoziazioni con FremantleMedia per il rinnovo del contratto (un biennale che scade quest’anno), con l’intenzione di allungare a più di due edizioni il prossimo impegno tra le parti.
In attesa delle finali, oggi e domani, il talent show ha avuto, da settembre, una media del 3% di share su Sky Uno, ovvero circa 750 mila spettatori medi, con picchi oltre il 6%, battendo una serie di record per voti espressi, tweet, app scaricate ecc.
I soliti maliziosi della tv generalista fanno tuttavia notare che la pay tv satellitare, per avere grande visibilità ed emergere, si rivolge sempre più a prodotti e volti tipici della televisione in chiaro: da X Factor a Masterchef o The Apprentice, fino al dibattito dei cinque candidati alle primarie del Pd. Crisi di idee, maturità raggiunta, strategia per fidelizzare il pubblico in un momento in cui è difficile trovare nuovi abbonati e bisogna trattenere i vecchi?
«Dico semplicemente che i nostri non sono prodotti da tv generalista. Già il fatto che il pubblico di X Factor su Sky abbia un’età media di 36 anni, nove anni in meno della media dell’ultima edizione in Rai, ti spiega che stiamo parlando di due prodotti diversi. Il nostro X Factor», commenta Scrosati, «è stato ideato e sviluppato per la pay tv. Noi abbiamo un daily replicato molte volte, cosa impossibile per la tv generalista. Il 25% dei voti arriva attraverso il decoder, altra cosa impossibile nella tv generalista. Ci sono 1,7 milioni di voti a puntata, da decoder, sms, twitter, facebook, le app, il nostro sito, una massa tale da metterci al riparo da televoti taroccati. Poi noi sfruttiamo le canzoni in decine di modi: stasera (ieri sera, ndr), per esempio, le copertine di presentazione delle partite di Champions avranno la colonna sonora dei finalisti di X Factor. Insomma», prosegue Scrosati con ItaliaOggi, «i nostri programmi sono classici prodotti da pay. Certo, poi quello che dice Elio è vero («tutti mi parlano di X Factor, io non ne posso più. Cammino per strada coi sacchetti della spesa, la gente non mi riconosce, sento che parlano di X Factor. Mi sdraio sul divano, e spunta X Factor. Mi chiama mia madre al telefono e mi chiede di X Factor. Basta, lasciatemi in pace. Questo è il successo, che non avevo mai toccato, e lo tocco adesso, quest’anno», ndr): una popolarità del genere, per un prodotto della pay tv, è inaspettata, è simile alla generalista per dimensione».
Di sicuro i prodotti dell’intrattenimento stanno avendo sempre più spazio nei palinsesti di Sky. Che, una volta conquistati i diritti di tutto lo sport e di tutto il cinema, punta ora ai grandi show. «La pay tv arriva all’intrattenimento come ultimo genere. Si comincia con l’esclusività, e quindi con prodotti premium. La base è quella. Poi magari si punta alla qualità della esperienza, l’Hd, il mosaico, il 3D. L’intrattenimento», sottolinea Scrosati, «è più difficile da vendere come prodotto premium, devi fare qualcosa che sia dichiaratamente diverso. E noi pensiamo di averlo fatto. Poi l’intrattenimento vive di una dimensione sociale, deve essere condiviso, e in questo i social media risolvono il problema del bacino ristretto della pay».
Prodotti alla X Factor possono servire a fidelizzare, a creare un senso di comunità, a convincere gli attuali clienti a non disdire gli abbonamenti? «Ogni prodotto che pensiamo per i nostri canali ha queste finalità», risponde il manager di Sky, «ma la pay è sempre una commistione di generi, non c’è un prodotto solo che ti assicura tot abbonati. È l’insieme dell’offerta, della esperienza. Per esempio, la F1 sarà un prodotto che farà vivere all’abbonato Sky un’esperienza completamente diversa da quella cui gli appassionati di F1 erano abituati». Sulla negoziazione con Fremantle cosa può dire? «La trattativa è in corso, c’è l’intenzione di proseguire, e dopo un biennale, che scade ora, vorremmo siglare un contratto più lungo, per più edizioni. La prossima edizione avrà comunque moltissime innovazioni».
Ci saranno, per esempio, novità in giuria? Morgan e Ventura sono iperattivi, ma Elio e Arisa sembrano molto stanchi_ «Il programma», spiega diplomaticamente Scrosati, «è andato molto bene, c’è grande soddisfazione ed esprimo grossa gratitudine a chi ha lavorato con noi. Bisognerà discutere alcuni elementi, vediamo, siamo tutti professionisti».
Scrosati preferisce invece non commentare («mi appello al quinto emendamento», dice ridendo) l’uscita di Tom Mockridge da News Corp. Era il manager con cui si era formato e dal quale era stato molto valorizzato all’interno di Sky Italia.
Arisa, intanto, sbadiglia. Sola, magra, carina, ma, da un paio di settimane, depotenziata.