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 2012  dicembre 06 Giovedì calendario

DAI CRITICI UNDER 35 FUOCO AMICO SU PIPERNO

[Al premio Cardarelli torneo di recensioni sul trionfatore dello Strega: vincono le stroncature] –
«Inseparabili sta fra la brutta copia di Soldati e la brutta copia di un Siti. Intorno alle vicende dei due protagonisti si stende un alone noir da serial tv... e per riferire dialoghi inverosimilmente aforistici o perfino saggistici, Piperno accumula battute a cui le virgolette del discorso diretto si potrebbero togliere o rimettere a piacere». Ancora non sappiamo chi abbia scritto questa stroncatura, che verrà premiata sabato a Tarquinia, nell’ambito del premio Cardarelli dedicato alla critica. Potrebbe essere di Matteo Marchesini, di Gloria Ghioni o di Paolo Di Paolo, critici letterari giovani e noti, che scrivono abitualmente le loro recensioni sul Foglio , sul Sole-24 Ore , sul sito Critica letteraria , sull’ Unità .
Hanno partecipato insieme con altri sette colleghi, tutti sotto i 35 anni, a un «campionato» organizzato da Massimo Onofri, anche lui critico letterario, e notoriamente pugnace. Tema: il libro vincitore dello Strega, cioè Inseparabili di Alessandro Piperno (Mondadori). Svolgimento libero, giudice unico un altro studioso di letteratura che non si sottrae ai confronti, e cioè Giulio Ferroni. Il docente romano ha letto le recensioni in forma anonima, selezionato i tre finalisti e deciso anche l’ordine in cui verranno premiati, che è ancora segreto. La recensione da noi citata è sicuramente la più dura, ma anche le altre due in lizza non scherzano. In una si ammette che Piperno scrive «benissimo», ma nel suo «inchiostro» «c’è molto testosterone« (ahi) perché le sue donne sono sempre «dipinte in una luce tutta maschile e in definitiva l’umanità da lui narrata risulta un po’ a senso unico». Ragion per cui «diventa difficile aderire appieno al romanzo». Non è proprio una stroncatura, ma siamo lì.
La terza recensione, infine, concede molto a un «narratore d’eccezione», anche se «raccontare la quotidianità globalizzata non è facile, e lo dimostra la discontinuità dell’intreccio». Si tiene abbastanza lontano dai giudizi, descrive, e in questo sembra implicitamente più positiva delle altre. Se non si tratta di tre stroncature, diciamo però che sono più di due. E considerando che gli altri concorrenti avevano dato invece giudizi piuttosto favorevoli, sorge almeno un dubbio, di questi tempi complottisti. Non sarà per caso un agguato? Onofri nega sdegnosamente: abbiamo scelto il libro della stagione, premiato dallo Strega che è il premio per eccellenza, è la sua risposta. È stata insomma la scelta più istituzionale possibile.
Ferroni, giudice unico, esibisce soavità: «Fatto è che le recensioni scritte meglio erano stroncature. Scritte meglio, intendo, nel senso che rivelavano spessore critico e letterario. Magari un po’ faziose ma certamente originali; e la critica quando è originale può essere benissimo faziosa, può persino sbagliare qualche giudizio, ma è indubbio che mette in gioco la letteratura, la affronta di petto». Si è discusso molto di scomparsa della critica, ridotta a mera presa d’atto dell’esistente. Il premio Tarquinia Cardarelli, che comincia domani con un «processo» a Luca Telese, direttore del nuovo quotidiano Pubblico , è nato proprio per sostenerla.
Viene consegnato per la critica italiana a Piergiorgio Bellocchio, per la storia della letteratura a Pier Vincenzo Mengaldo, per la poesia a Patrizia Cavalli e per l’editoria di qualità a Donzelli. Ma alla fine sarà il fuoco (giovanile) su Piperno quello che scalderà gli animi. Sicuri che non ci sia stata un po’ di malizia? «Io Piperno l’apprezzo - insorge Ferroni - mi è piaciuto molto Con le peggiori intenzioni , ho recensito favorevolmente Persecuzione , primo romanzo del dittico Il fuoco amico dei ricordi , e il secondo, questo Inseparabili , con alcune riserve. Forse sbaglia nel seguire il segno di moda che gli è stato impresso, però è un fior di scrittore». Siamo dunque al fuoco amico? «Sì, però non fa male, anzi fa bene, quando si dirige su autori di valore». Al momento Piperno si dichiara all’oscuro di (quasi) tutto.