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 2012  dicembre 04 Martedì calendario

IL MISTERO DI LINDSAY, REGINA DELLE NEVI CHE VUOL ESSERE RE

edendo Lindsey Vonn centrare la terza vittoria in tre giorni, la settima di fila sulla pista di Lake Louise dove è imbattuta da due anni, la domanda può essere: come ha fatto a riprendersi così alla svelta un’atleta che meno di un mese fa finiva in fretta e furia all’ospedale per accertamenti legati a uno stato di cattiva salute che si trascinava — così spiegarono i responsabili della comunicazione della supercampionessa delle nevi — da qualche settimana? La risposta in realtà dovrebbe essere un altro quesito: che cosa ha avuto, veramente, Lindsey Vonn? Ecco, questo non lo si sa. E non lo si saprà mai. Problemi intestinali, come dichiarato alla «dogana» dei curiosi? Forse, chissà... Questo da un lato spiegherebbe la sostanziale facilità con la quale Lindsey è tornata a sconfiggere le avversarie — addirittura ci è riuscita dopo aver commesso errori anche gravi: secondo noi non è un segno che qualcosa non funziona a dovere nel meccanismo perfetto, semmai spiega quali margini smisurati possiede questa macchina da vittoria — ma dall’altro mal si concilia con lo stato di apprensione che aveva attanagliato la Barbie delle nevi e il suo entourage.
Insomma, il mistero rimane. Solo Lindsey, staff e medici sanno quello che ha combinato e se si è trattato, per dire, di stress da iperallenamento legato magari all’idea fissa di poter sfidare gli uomini. Nelle poche parole spese prima del ritorno alle gare, ad Aspen, la Vonn l’aveva ribadito: «La Federazione internazionale mi ha messo i bastoni tra le ruote, ma io non rinuncio al progetto (si dice che potrebbe farlo per vie legali, se necessario, ndr). La prossima stagione tornerò alla carica: la questione del sesso non è più un problema in tanti aspetti della vita e in molti sport. Ormai si parla di uguaglianza: ci deve essere una via per mettere da parte sesso, orgoglio ed ego e permettere che ognuno di noi faccia ciò che ha veramente a cuore».
Intanto ha esibito le prove a sostegno della sua volontà: il tempo con cui ha vinto un allenamento a Lake Louise, confrontato nella stessa situazione con quelli degli uomini che la settimana precedente avevano gareggiato nella località canadese, sarebbe risultato il settimo assoluto. Certo, è stato più che altro un gioco, ma di sicuro Lindsey userà pure questo dettaglio per tirare acqua al proprio mulino. E per darci sotto in quelle sedute molto particolari sui nastri, per sviluppare potenza ed equilibrio, che svolge al centro di preparazione della Red Bull a Thalgau, diretto dal discusso Bernd Pansold, ex medico della Ddr.
Ma anche se non riuscirà a fare la «uoma», la Vonn (ah, a proposito: nonostante il divorzio, non tornerà al cognome da signorina, Kildow, dal momento che il padre le sta sull’anima più dell’ex marito) continuerà a macinare primati e a far parlare di sé.
Ha introdotto nello sci una sorta di hat trick — nell’automobilismo è la tripletta pole-vittoria-giro veloce — e da domenica è la seconda sciatrice più vincente nella storia della Coppa: con 56 primi posti (28 in discesa, 19 in superG, 2 in gigante, 2 in slalom, 5 in combinata) ha staccato Vreni Schneider, gloria elvetica fermatasi a 55, e punta al primato (62 centri) dell’austriaca Annemarie Moser Proell.
In linea teorica potrebbe accadere entro l’anno, considerando che sono in arrivo una discesa, due superG, una supercombinata e quattro giganti. Commento sul diario di Facebook, dove i «mi piace» sono saliti a oltre 490 mila (152 mila, invece, i seguaci su Twitter): «La strada è stata dura, ma ce l’ho fatta. Mai arrendersi». Fa bene a dirlo: la slovena Tina Maze quest’anno ha tutta l’aria di voler provare a soffiarle la coppa assoluta. Ed essendo a sua volta una «pin up» delle nevi, la lotta sarà su due fronti.
Flavio Vanetti