Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 26 Lunedì calendario

Sono un esercito silenzioso, in fila davanti alle mense e agli ostelli della Caritas. In Italia sono oltre 47 mila

Sono un esercito silenzioso, in fila davanti alle mense e agli ostelli della Caritas. In Italia sono oltre 47 mila. «Persone senza dimora» vengono chiamate un po’ burocraticamente. Una definizione dietro cui si nascondono drammi personali, come licenziamenti e divorzi dal coniuge. Secondo una rilevazione dell’Istat, sono 47.648 coloro che hanno utilizzato i servizi di mensa e accoglienza notturna nei 158 maggiori comuni italiani. Si tratta per lo più di uomini (86,9%), con meno di 45 anni (57,9%) e di origine straniera (59,4%). Vivono in prevalenza al Nord (38,8%) e nel Centro (22,8%). Sono concentrati soprattutto nelle grandi città: il 27,5% (13.115) utilizza le strutture della Caritas di Milano, il 16,4% (7.827) di Roma. In media le persone senza dimora vivono in questa condizione da due anni e mezzo: la durata media è più alta per gli italiani (3,9 anni contro 1,6 anni degli stranieri). Il 28,3% lavora, anche se a termine o saltuariamente (24,5%) e il guadagno è pari, in media, a 347 euro mensili (cioè circa 13 giorni di lavoro in un mese). Il 17,9% non ha alcuna fonte di reddito e il 53% riceve aiuti in denaro da familiari, amici o associazioni di volontariato. Il 64% ha al massimo la licenza media inferiore. Ma quel che accomuna la gran parte degli «homeless» sono le cause che li hanno portati a vivere così. La perdita di un lavoro (riguarda il 55,9% dei senza dimora) si configura come uno degli eventi più rilevanti del percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di senzatetto, insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli (54,4%). Spesso le due cause sono appaiate, anche se magari non si verificano contemporaneamente. In ogni caso, prima di «perdere tutto», il 63,9% dei senza dimora abitava nella propria casa. Una condizione che non risparmia neanche le donne (13,1% del totale). Il 43,3% è italiana, mentre tra le straniere prevalgono le romene (36,6%) e, in generale, l’età media è di 45,1 anni. Il 21,9% è senza dimora da meno di un mese; l’11,4% dichiara di essersi trovata coinvolta in risse o atti violenti negli ultimi 12 mesi (15,1% nel caso dei maschi), il 70,2% ha vissuto la separazione dal coniuge e/o dai figli e il 55% la perdita di un lavoro stabile. Per quanto riguarda gli stranieri, i Paesi di provenienza sono la Romania (11,5% delle persone senza dimora), Marocco (9,1%) e Tunisia (5,7%). Sono più giovani degli italiani e più istruiti: il 43,1% ha almeno un diploma di scuola media superiore (contro il 23,1%). Ed il 61,4% di loro non ha mai avuto una casa in Italia.