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 2012  novembre 25 Domenica calendario

Al segretario il 44% , al sindaco il 36%: al culmine di un’intensa giornata, arrivano i primi instant poll per le primarie del centrosinistra

Al segretario il 44% , al sindaco il 36%: al culmine di un’intensa giornata, arrivano i primi instant poll per le primarie del centrosinistra. Bersani-Renzi si dovrebbero dunque sfidare domenica prossima. Una giornata che ha visto una massiccia partecipazione dell’elettorato: alle 17 il comitato organizzatore annunciava quasi due milioni e mezzo di persone. Mentre alle 21 il quartier generale di Renzi annunciava un’affluenza di 4 milioni. Ma ecco nel dettaglio i dati che l’Istituto Piepoli ha fornito alla Rai: Pierluigi Bersani dunque al 44%; Matteo Renzi al 36%; Nichi Vendola incassa il 16% distanziando di gran lunga Laura Puppato (3%) e Bruno Tabacci (1%). Dati confermati anche da proiezioni Sky: Bersani 44-48% e Renzi 31-35%. RENZI: «SE VINCIAMO BERLUSCONI NON TORNA» - La giornata era partita, all’ora di pranzo, con il siluro di Susanna Camusso al sindaco di Firenze, nel salotto di Lucia Annunziata : «Se vince è un problema». La replica di Renzi è arrivata in serata: «Spero che arrivi il giorno in cui il segretario della Cgil non endorsi nessuno su un canale nazionale». E la raccomandata di ritorno alla Camusso non è l’unica dichiarazione del sindaco. Esausto dopo quasi due ore e quaranta di fila al seggio ( e si è lamentato su twitter: «Ridicolo»), Renzi dice anche: «Se vinciamo noi, Berlusconi non scende in campo». E ritorna sulle lungaggini del voto: «Sembra che a Firenze abbiano fatto apposta a ritardare lo scrutinio». DUE ORE E QUARANTA DI CODA- Renzi si è messo infatti in fila per votare intorno alle 17.20, al seggio dell’Arci in via dei Ciompi, nel centro del capoluogo toscano. Ma le cose non si sono svolte agevolmente: si è visto subito che la faccenda andava per le lunghe, mentre i giornalisti assediavano il sindaco per una dichiarazione. Renzi si è prima arrabbiato con loro, rifiutandosi di dire alcunché. E poi se l’è presa con l’organizzazione, attaccando sul social: «Sono in coda da un’ora e venti minuti a Firenze. Mi scappa da ridere pensando che chiedevamo più seggi e ci hanno detto che non servivano». Alla fine l’attesa è durata due ore e quaranta. Camusso: «Vittoria di Renzi sarebbe un problema» Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto A 3 persone piace questo contenutoA 7 persone non piace questo contenuto 26 Link: L’ATTACCO DELLA CAMUSSO - A pranzo dunque il siluro del segretario della Cgil che, da Lucia Annunziata, aveva dato il suo endorsement a Bersani, attaccandolo duramente: «Se vincesse Renzi sarebbe certamente un problema. Le sue proposte sul lavoro sono molto distanti dalle nostre e sono un problema per il Paese». Prima di rispondere personalmente, Renzi aveva affidato la replica al suo entourage, per bocca di Andrea Sarubbi, parlamentare del Pd a lui vicino:«Se il segretario della Cgil vuole fare politica, raccolga le firme e si candidi alle prossime elezioni». Primarie centrosinistra, code ai seggi Primarie centrosinistra, code ai seggi Primarie centrosinistra, code ai seggi Primarie centrosinistra, code ai seggi Primarie centrosinistra, code ai seggi Primarie centrosinistra, code ai seggi Il voto dei candidati Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto A 0 persone piace questo contenutoA 0 persone non piace questo contenuto 26 Link: BERSANI: «DIFFICILE VINCERE AL PRIMO TURNO»- - Intanto in precedenza gli altri candidati avevano espresso i primi commenti a caldo dopo il voto. Pier Luigi Bersani restava con i piedi per terra: «La vittoria al primo turno magari sarà difficile. Abbiamo voluto il secondo turno, siamo in cinque, ma quello che voglio far capire agli italiani è che vorrei cambiare il linguaggio: basta favole». VENDOLA: «RIPRENDERSI LA POLITICA»- Prima delle polemiche, si diceva soddisfatto anche lo stesso Renzi. «Abbiamo riportato la gente ad appassionarsi alla politica, e la politica ad occuparsi di temi concreti: per questo viene naturale dire che abbiamo già vinto». Il «terzo incomodo», Vendola, rivendicava invece il valore simbolico delle primarie:« La democrazia potrebbe davvero essere la proprietà pubblica della politica. Abbiamo visti malati di Sla dover fare lo sciopero della fame per essere visibili. Bisogna riprendersi la politica». LA MELONI ALLA SEDE DEL PD - Da diversi esponenti del centrodestra ( da Formigoni ad Alemanno, al sindaco di Pavia Cattaneo, candidato alle primarie) è arrivato un plauso alla «partecipazione» dei militanti della parte avversa. Mentre Giorgia Meloni, anche lei in corsa nelle consultazioni del Pdl, si è addirittura recata in un circolo del Pd (già del Pci) a Roma, in via dei Giubbonari. L’ex ministro ha detto: «Riconosco il valore di questo esercizio di democrazia, in un tempo in cui la crisi della politica è anche per questi partiti che si sono chiusi in loro stessi». GRILLO: «BROMURO SOCIALE»- Ben differente invece l’interpretazione di Beppe Grillo sul suo blog:«Le primarie dei folli sono un bromuro sociale, un calmante, servono a dare al popolo l’illusione di decidere, a pagamento (partecipare costa due euro), il premier che salverà l’Italia dal baratro. Chiunque diventi premier per una notte, conterà come un soldo bucato». Matteo Cruccu ROMA - La polemica sulle registrazioni difficili tiene banco da giorni, ma ieri Roberto Cuillo, responsabile comunicazione per le primarie, può fare un annuncio significativo: «Sono già più di un milione le persone che si sono registrate». Tanto che domenica nei 9.000 seggi ci saranno ben 100 mila volontari. Intanto Matteo Renzi si candida a vincere le elezioni per il centrosinistra. E Pier Luigi Bersani, nel caso di sconfitta del rivale, spiega che «probabilmente continuerà a fare il sindaco di Firenze e comunque c’è il congresso con le primarie per il segretario: chi ha interesse a organizzare un’area o a candidarsi può farlo tranquillamente». Ieri il coordinatore bolognese del comitato pro Bersani ha presentato un esposto contro Renzi, perché la tv locale «eTv» avrebbe mandato in onda «un lungo spot» a pagamento, in violazione del regolamento». Ma quale spot, ribatte Renzi, era «un documentario» e «non pagato». Bersani, alle polemiche renziane sul voto difficile, già di prima mattina rispondeva: «Cerchiamo di non mettere in giro argomenti che non sono dignitosi per noi, che siamo gente seria. Abbiamo deciso tempo fa di costituire l’albo, non so se Renzi fosse presente, credo di no visto che frequenta poco». E la dichiarazione di voto per Renzi, nel caso di (improbabile) ballottaggio tra Vendola e il sindaco di Firenze, è un po’ obtorto collo : «Lo voterei per dovere d’ufficio. Sono legato a Nichi da grande simpatia, ma avrei difficoltà a votare il leader di un altro partito». Secondo i dati pubblicati sul Sole 24 Ore da Roberto D’Alimonte, Bersani sarebbe in vantaggio di dieci punti su Renzi (48 a 38). Ma se a guidare il centrosinistra alle elezioni fosse il sindaco di Firenze, la coalizione otterrebbe il 44 per cento dei voti, contro il 35. Quanto basta per far dire a Renzi: «Se noi vinciamo, i democratici hanno più chance di vittoria». C’è anche un fuorionda a Radio 105 (ma i renziani smentiscono che sia fuori onda, visto che è stato trasmesso in streaming) che fa discutere. Nel quale Renzi ammette: «La cazzata della vita l’ho fatta quando ho lottato, come era sacrosanto, contro le regole: la gente si è preoccupata». E poi: «Se non vado in Parlamento, porterò lì un po’ di amici miei e cercherò di avere un po’ di spazio. Ma non mi faccio comprare». Parole accolte con ironia dai bersaniani. Il sindaco di Firenze prosegue anche la polemica con Rosy Bindi, invitata a «lasciare la poltrona» anche perché «la sinistra è Obama, non lei». Replica della dirigente: «Le liste le farà il partito non Renzi». Ma lo scontro è anche sulle alleanze. Il «rottamatore» spinge sul bipolarismo: «A me di fare un accordo con Casini non frega nulla. Dobbiamo prendere noi i voti dei delusi, non appaltarli a Casini o a Montezemolo». Di parere diverso Bersani: «Noi siamo interessatissimi a un rapporto con il centro, a patto di sapere chi dirige il traffico». Nichi Vendola si dice sicuro di arrivare al ballottaggio e attacca Renzi: «È una bolla mediatica che si sta già sgonfiando». Poi rivendica il sostegno di Lino Banfi, «una grande maschera tragica, oltreché comica, del cinema italiano». E se Renzi può vantare l’appoggio di Jovanotti e Bersani quello di Sabrina Ferilli, a Laura Puppato vanno i favori di Marco Travaglio e (ma è solo una voce) di Nanni Moretti. Alessandro Trocino Laura Puppato @LauraPuppato RT @lorenzob1973: A Montebelluna @LauraPuppato vince, a Firenze @matteorenzi no...questo fa riflettere abbastanza, non credete? Brava La ... MONTI DA FAZIO «Rifletterò su tutte le possibilità, nessuna esclusa su come io riterrò ancora poter dare il mio contributo per il migliore interesse dell’Italia europea». Lo ha detto il Premier Mario Monti, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Raitre, rispondendo sulla possibilità che dopo le elezioni possa essere confermato premier. IL CONTRIBUTO - «Su come potrò contribuire - ha sottolineato Monti- rifletterò: sarà solo una mia decisione. Ma, come ho sempre fatto, terrò conto di suggerimenti e consigli del presidente Napolitano a cui tutti noi dobbiamo moltissimo. Ed io, in particolare, devo il privilegio di poter servire l’Italia in questo ruolo». In ogni modo, ha sottolineato ancora Monti, il mio contributo sarà a favore di «un’Italia che riesca ad affermarsi, competere, creare lavoro e maggiore giustizia sociale. E questo è possibile solo superando le resistenze conservatrici e corporative molto visibili ancora nella destra, nella sinistra e persino nel centro. In questo anno me ne sono reso conto assai bene. Ma questa è la sfida che aspetta l’Italia». L’ESECUTIVO TECNICO - Dopo le elezioni «un altro governo tecnico sarebbe una sconfitta per la politica», ha aggiunto il premier Monti che ha sottolineato come il suo governo, seppur tecnico, ha fatto una «attività schiettamente politica», come, ad esempio «separare la politica da ciò che non dovrebbe appartenerle, come la sanità o la Rai..». Il premier ha poi detto di non aver «preso in alcun modo» particolare le affermazioni del capo dello Stato sulla sua incandidabilità in quanto senatore a vita. «Le decisioni che prenderò - ha ribadito - qualsiasi esse siano, saranno solo e comunque mie: mi affiderò molto - ha detto ancora - a ciò che il Presidente della Repubblica ha da dire, in generale ed anche a me». IL BILANCIO UE - Guardare lontano è quello che servirebbe perchè si è indotti a prendere decisioni un pò più lungimiranti», ha poi affermato il titolare di palazzo Chigi rispondendo ad una domanda sul bilancio Ue. Quanto al mancato accordo, «non ci sono stati difetti particolari», si è trattato di una «trattativa -ha detto Monti- per decidere il bilancio di 27 paesi dell’Ue per i prossimi 7 anni. Evidentemente una cosa complicata e che va decisa all’unanimitá. C’è stata una discussione difficile, c’è stato qualche avvicinamento e verso gennaio, febbraio si potrebbe concludere». LA PROTESTA - «Gli studenti fanno bene a manifestare il loro dissenso e lo hanno fatto in modo civile», ha poi spiegato il presidente del Consiglio «In alcune sfere del personale della scuola - ha denunciato - c’è grande conservatorismo ed indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana che avrebbero permesso di aumentare la produttività. I corporativismi spesso usano anche i giovani per perpetuarsi», ha concluso. Comitato Renzi, siamo al 40%. "Renzi al 40%, Bersani al 44%. Si profila sicuramente il ballottaggio Renzi-Bersani dove ce la giochiamo tutta". Così è intervenuta Simona Bonafè esponente del comitato Pro Renzi nel corso della lunga diretta di stasera di In Onda su La7 dedicata alle Primarie del centro-sinistra. "Renzi corpo estraneo nel Pd? Stiamo registrando bellissimi risultati nelle regioni rosse". Ballottaggio, ci si può re-iscrivere. Chi non si è registrato per votare al primo turno delle primarie potrà farlo per il secondo in una finestra temporale di due giorni: "Dovrà andare negli uffici elettorali, che riapriranno, e registrarsi, dichiarando che è stato impossibilitato a farlo per il primo turno. Ma non chiederemo il certificato medico". Lo ha chiarito Luigi Berlinguer, presidente del Comitato dei garanti per le primarie. di Monica Rubino 21.36 Risultati da Amman (Giordania): Vendola 13 - Renzi 12 - Bersani 6 - Puppato 4 - Tabacci 0 - Nulle 2. Presicce (LE) 271 votanti: 99 Renzi, 71 Bersani, 65 Vendola, 34 Tabacci, 2 Puppato 20 sezioni scrutinate a Bologna, Bersani al 51,6% Cominciano ad arrivare i primi risultati dagli scrutini di Bologna per le primarie del centrosinistra. Quando le prime 20 sezioni (su 165) sono state scrutinate, Pier Luigi Bersani è in testa con 51,6% di voti e Matteo Renzi lo segue con il 33,2%. A seguire, ci sono Nichi Vendola (11,9%), Laura Puppato (2,9%) e Bruno Tabacci (0,7%) Primo seggio scrutinato a Torino, vince Bersani Il primo seggio scrutinato a Torino vede Bersani in vantaggio. Con 279 preferenze il segretario del Pd risulta vincente al seggio di Falchera, quartiere alla periferia nord del capoluogo piemontese. Sono i primi risultati ad essere giunti nel quartier generale dell’organizzazione in via Masserano. Seguono Matteo Renzi, con 87 voti, Nichi Vendola con 30, Laura Puppato con 11 e Bruno Tabacci con 2 sole preferenze. Tabacci: Affluenza è già segnale politico ’L’affluenza così alta al voto per le primarie del centrosinistra costituisce un fatto politico di enorme rilevanza per il Paese, solo se si considera che poche settimane fa alle elezioni regionali in Sicilia la disaffezione degli elettori aveva raggiunto livelli senza precedenti’, dice Bruno Tabacci. Al voto anche al Cairo, vince Vendola Malgrado la forte situazione di tensionen per le primarie del centrosinistra si è votato regolarmente anche al Cairo, in Egitto. Il voto si è tenuto nell’unico seggio allestito nella capitale egiziana nei pressi di piazza Tahrir, in una galleria d’arte gestita da un’italiana. Secondo quanto riferito dagli organizzatori, Nichi Vendola ha vinto con 13 voti, seguito da Matteo Renzi con 11 voti, Laura Puppato se ne è aggiudicati quattro, come il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Due voti sono andati a Bruno Tabacci. Gli italiani all’estero potevano esprimere il loro voto anche online. ROMA - Il giorno dopo l’annuncio di Berlusconi sul suo possibile ritorno in campo e la reazione di Angelino Alfano - per il quale una candidatura dell’ex premier renderebbe inutile il ricorso alle primarie - il Pdl è sempre più nel caos. Diviso tra quanti sostengono che la consultazione è da evitare e quelli che, al contrario, spingono per andare avanti. E avanti, almeno per ora, si va con la procedura, dato che, malgrado le dichiarazioni sull’intesa con il Cavaliere, Alfano ha depositato stamani alle 11, presso la sede nazionale del Pdl, le 100mila firme per la sua candidatura. Alfano: la revoca all’ufficio di presidenza - Ospite di Domenica in, il segretario ha confermato la linea della provvisorietà: "Le primarie del Pdl in questo momento sono attive - ha detto - . Se Berlusconi si candiderà, ci sarà un ufficio di presidenza in cui darà comunicazione in questo senso e noi stabiliremo cosa fare, non sono io a dover revocare le primarie. La prossima settimana avremo tutti le idee più chiare su quello che farà Berlusconi. Fare pronostici ora è sbagliato". Il segretario ha voluto sottolineare che ogni sua decisione è presa di comune accordo con Berlusconi. I manifesti di Giorgia Meloni - Anche Daniela Santanché ha ufficializzato la sua candidatura: ’’Ho raccolto 17.600 firme’’, ha annunciato. L’ex sottosegretario, altra fedelissima di Berlusconi, non ha però chiarito se farà il passo indietro qualora il Cavaliere dovesse tornare in campo. Contraria alla cancellazione delle primarie resta Giorgia Meloni, i cui manifesti "elettorali" tra l’altro hanno invaso da due giorni muri e cartelloni della capitale: "Sarebbe un errore tornare indietro su un percorso iniziato pur tra mille difficoltà", ha ribadito l’ex ministro dopo aver depositato 70 mila firme per la sua candidatura. Roberto Formigoni la pensa allo stesso modo: "Le primarie si devono tenere anche se Berlusconi torna in campo - ha detto il governatore della Lombardia - ormai una retromarcia sarebbe del tutto incomprensibile per i nostri elettori". Su Twitter, Formigoni ha aggiunto: "Primarie del Pdl anche con Berlusconi? Sì, sarebbe un fatto nuovo e interessante, la scelta spetta al nostro popolo". Ventimila, infine, sono le firme depositate dal parlamentare del Pdl Guido Crosetto, altro candidato alle primarie ormai eventuali. Fede: giovedì l’annuncio - L’ipotesi di una ricandidatura del Cavaliere è raffrorzata dalle voci su un vertice ad Arcore tra l’ex premier e i suoi fedelissimi. A quanto sembra, Berlusconi starebbe aspettando solo di conoscere il risultato delle primarie del centrosinistra per sciogliere la riserva e decidere se scendere di nuovo in campo con una "Nuova cosa azzurrra", una sorta di riedizione allargata di Forza Italia. Emilio Fede afferma che Berlusconi "annuncerà il suo ritorno in campo giovedì". Sei ancora in corsa - In attesa di quell’annuncio, dopo le rinunce di Sgarbi e Mussolini, appesi al filo delle primarie restano dunque ancora sei candidati: il segretario Angelino Alfano, Giorgia Meloni, Michaela Biancofiore, il leader dei Formattatori e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, Guido Crosetto, Daniela Santanchè. Giancarlo Galan, malgrado il deposito delle firme, ha deciso di ritirarsi dalla gara: "Abbiamo raccolto le firme ma non ho presentato la mia candidatura. Queste primarie oggi nel Pdl sono sbagliate - ha detto a Sky Tg24 - . Non credo si necessario aspettare Berlusconi; le primarie sono un buono strumento ma serve il giusto tempo e nel Pdl in questo momento non servirebbero. Abbiamo raccolto le firme per sicurezza e per fare vedere che i sostenitori ci sono, aspettando la nostra occasione migliore". Lega spettatrice - Il Pdl dovrebbe fare le primarie anche se Berlusconi si candida. Così la pensa il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni: "Se fossi Alfano direi: si facciano le primarie anche se Berlusconi si candida. Ben venga Berlusconi, magari vincerà lui, ma anche Bersani, segretario del Pd, ha voluto le primarie, ha rischiato e ha fatto bene". Intervistato su SkyTg24, Maroni si è detto pronto alle primarie di coalizione proposte dal Pdl per la scelta del nuovo governatore lombardo: "Se si fanno le primarie di coalizione in Lombardia, io ci sono", ha dichiarato. Poi ha aggiunto: "Finora il Pdl non è pervenuto. Noi mandiamo avanti, i voti si conquistano nelle piazze". Maroni ha detto anche che non voterebbe Mario Monti alla presidenza della Repubblica: "A noi piacerebbe una donna al Quirinale", ha aggiunto Maroni che, a domanda specifica, ha confermato di stimare Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato. Casini e i casini di Berlusconi - Non ci sta ad essere accusato di non tener fede ai patti il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: "Berlusconi la smetta di mettere in mezzo Casini nei suoi casini - ha detto - . E’ inutile che continua ripetere questa storia che Casini gli ha dato la parola. Tutti sanno che Berlusconi è uno dei più grandi bugiardi del mondo". (25 novembre 2012)