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 2012  ottobre 27 Sabato calendario

DOMINGO E LA SEDUZIONE POP: ORA SOGNO UN DUETTO CON MINA

«Eh sì, c’è stato un tempo in cui, per intonare una serenata alla mia bella, ho rischiato di finire in prigione per disturbo alla quiete pubblica...». Placido Domingo ride al ricordo di quelle notti romantiche e rischiose a Città del Messico quando, neanche ventenne, si appostava sotto il balcone della sua innamorata, Maria Ornelas, e per lei intonava le canzoni più struggenti. «Quella che faceva più effetto? "Luna de plata"», ricorda il grande cantante forse pensando a quel verso che implorava un «beso de caramelo, dulce y espeso»...
Un’overdose di zucchero amoroso che centrò dritto il bersaglio
«Deve aver funzionato... Nel giro di qualche mese Maria era mia moglie. E dopo 50 anni siamo ancora insieme».
Ma con una voce come la sua, chi mai aveva osato lamentarsi?
«I vicini di casa. Maria abitava a un terzo piano, per farmi sentire dalla strada dovevo alzare il volume. E c’era sempre qualcuno che chiamava la polizia. Gli agenti arrivavano e io li supplicavo di lasciarmi finire. Loro capivano, chiudevano un occhio, anche un orecchio... Per me quelle serenate erano vitali: oltre all’innamorata mi servivano anche a conquistare la futura suocera».
Bei tempi, adesso nessuno le fa più
«È cambiato tutto. Però talora la storia fa il girotondo... Dopo anni di cinismo, non mi stupirei di un nuovo ritorno al romanticismo».
Lui, passionale e ardente come sempre, si porta avanti. A 71 anni il re dell’opera, 140 ruoli lirici in curriculum, si concede una pausa con «Songs», nuovo cd in uscita da Sony, raccolta delle sue canzoni più amate.
Canzoni mitiche, classici di ogni epoca
«Da "Besame Mucho" a "Sous le ciel de Paris", da "Eternally" scritta da Chaplin per Luci della ribalta, a "Parla più piano" di Nino Rota per Il Padrino a "La ragazza di Ipanema"... In alcune duetto con altri artisti, da Susan Boyle a Katherine Jenkins a Francesco Renga, con cui interpreto "What a Wonderful World"...».
E c’è anche un titolo italiano, «Un uomo tra la folla» di Renis-Mogol
«L’ho già cantato molte volte, non potevo non inserirlo. Sono molto amico di Tony Renis, ho anche inciso un brano con i suoi ragazzi de Il Volo. Me li hanno fatti scoprire i miei nipotini. Un giorno ho sentito che ascoltavano "O sole mio" nella loro versione. Uno di loro si era persino "truccato" da Pietro Barone, con tanto di occhiali e cravatta... E dopo i tre tenorini hanno voluto riascoltare la stessa canzone ma stavolta con il nonno, Luciano e José».
Domingo, Pavarotti, Carreras... Una leggenda del bel canto che non ha mai disdegnato incursioni nel pop.
«Una canzone quand’è bella vale un’aria d’opera! Sarà che i miei genitori venivano dal mondo della Zarzuela, sarà che io stesso ho iniziato con quel genere popolare... Poi è venuta la musica sudamericana. Ho adorato Jorge Negrete e Carlos Gardel, i tanghi argentini, i boleros colombiani, la cancion cubana... E poi ancora le canzoni napoletane. Quelle classiche, ma anche un capolavoro come "Malafemmena", testo e musica di Antonio De Curtis, in arte Totò. E librettisti d’opera quali Illica e Giacosa hanno dato vita a romanze immortali... Perché una canzone per diventare grande oltre alla melodia ha bisogno di parole degne. "Le foglie morte" e "Barbara" sono vere poesie di Prévert. Per questo Becaud e Aznavour, Montand, Piaf e Brel commuoveranno sempre».
E lei? Qual è un testo che ogni volta la commuove?
«"Yesterday", per me una delle canzoni più belle del mondo. Sono cresciuto con i Beatles, la colonna sonora della mia giovinezza».
Trovare oggi qualcosa di altrettanto emozionante non è facile.
«Oggi i parolieri se la cavano con poco. Cinque parole senza troppo senso che si ripetono per tutto il brano... Per fortuna non tutti sono così. Mio figlio, Placido jr., scrive canzoni ancora degne di questo nome. Ha anche messo in musica i versi di un papa poeta, Giovanni Paolo II».
Lei ha anche duettato con miti canori...
«Con Barbra Streisand. E con Sinatra. Frank è intervenuto con me a un concerto benefico per il Messico terremotato e io ho partecipato con lui ed Ella Fitzgerald a una serata al Radio City Music Hall di New York».
Altre star con cui vorrebbe cimentarsi?
«Milva e Mina, subito. Sarei onorato di cantare con loro».
E con sua moglie? Maria Ornelas è stata una celebre soprano
«Poteva avere una magnifica carriera ma ha rinunciato per me e per la famiglia. A casa nostra cantano tutti, i miei figli, i miei nipoti... Spesso facciamo karaoke tutti insieme. Ma Maria non si unisce quasi mai. Difficile convincerla a cantare. Ma quando succede, non c’è un occhio che resta asciutto. Una voce straordinaria intrisa di un sentimento anche più grande».
E la lirica?
«È la mia vita. E’ in corso tra Siviglia e Malaga il primo Festival Domingo. Dove canto da baritono in Thais di Massenet e dirigerò in un recital un giovane tenore come Vittorio Grigolo. Arriveranno grandi nomi della musica, da Zukerman a Pogorelich. Un omaggio alla mia Andalusia».
E in Italia?
«L’estate prossima sarò all’Arena come consulente per il suo centenario. Quanto alla Scala, tornerò l’anno prossimo per un’opera. Ne stiamo discutendo in questi giorni».
Giuseppina Manin