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 2012  agosto 30 Giovedì calendario

PD UNA FESTA DA 4 MILIONI

Gli incontri annuali per riflettere sul futuro della nazione (il passato e il presente se li sono già giocati) e per fare un po’ di festa in piazza del pdmenoelle costano una cifra. Ma quanto esattamente? Con che soldi sono organizzati? Forse quelli del finanziamento pubblico o grazie alla generosità di imprenditori ‘amici’ e disinteressati (tipo Riva per intenderci)?” (il patron dell’Ilva che ha finanziato Bersani, ndr). Beppe Grillo saluta la giornata politica alle dieci di mattina con un post sul suo blog.
Dopo lo scontro con Bersani, che ha aperto la festa dandogli del “fascista” per sentirsi rispondere “fallito” e “amico dei piduisti”, il secondo round della guerra è con Roberto Benigni, che al comico genovese ha dedicato il prologo del suo spettacolo di Campovolo (“vaffanculozombiemortovivente…Benigni amico mio… Grillo parla così”). Il leader dei 5 stelle parte all’attacco: “Gli artisti invitati sul palco lo fanno per solidarietà verso il pdmenoelle o a fronte di un ricco cachet? E questo cachet a quanto ammonta?”. Per concludere: “Domande perdute nel vento...”.
FERMENTO tra i Democratici e dintorni. La prima risposta arriva dallo stesso Benigni nella figura del suo agente, Lucio Presta: “Siamo vecchio stile: come fanno tutti gli artisti di spettacolo, abbiamo preso i soldi dai biglietti venduti per due ore di show”. Poi, la provocazione: “Se Grillo vuole parlare di cachet, compreso il suo, sono pronto ad aprire una tavola rotonda”. Il Pd conferma: nessun cachet per Benigni (come per i Subsonica e gli Afterhours), ma solo ospitalità. Insomma, il partito non dà e non prende un soldo direttamente dallo spettacolo, ma beneficia di quello che si potrebbe definire “indotto” (ovvero la gente che arriva, si ferma, mangia, beve, compra). Benigni dal canto suo si prende il ricavato: l’altra sera a Campovolo c’erano circa 8000 persone, che per 20 euro a biglietto significano un guadagno di circa 160mila, da cui vanno detratte parte delle spese.
La prima risposta a Grillo arriva da Giovanni Guerisoli, fondatore della Rete del Sociale e del Lavoro del Partito democratico: “Ma il Beppe Grillo che attacca Roberto Benigni sarà mica lo stesso che per uno spettacolo del 1999 ci chiese 10 milioni di lire, da pagarsi rigorosamente in nero, senza fattura? Accettammo di pagarglieli, li prese personalmente, ma poi per noi fu durissima giustificare quell’uscita” (confessando lui stesso un’evasione). Lino Paganelli, responsabile della Festa risponde in conferenza stampa. “Grillo non è di primo pelo,hacalcatolescenedeipalasport edellefestedell’Unità.Restituiscai suoi cachet”. I volontari della festa non ci stanno: “Allora, quando ci veniva lui?”, è il commento più frequente. L’ultima volta per il comico genovese fu nel 2005 alla Festa diMilano.Poi,Paganelliarrivaalcapitolo costi della kermesse: “La festa si finanzia con quello che riesce a raccogliere”, dice, vago. Poi dà qualche particolare in più. Le due settimane e rotti a Campovolo, tra concerti e spettacoli serali (per alcuni è effettivamente previsto un cachet), dibattiti politici e presentazionidilibri,serateconuominidi spettacolo e sportivi, organizzate dalla società di produzione “Stand byme”diSimonaErcolani,benialimentari, bevande, costano 4 milioni di euro. Un quarto di questi soldi arriva dagli sponsor privati (i principali sono Unipol, le Coop, Conad, Granarolo, la Confederazione italiana agricoltori, la Cna, ma anche la Pepsi o la Frost, oltre ad alcuni che hanno affittato degli spazi, come Ford, Fiat, Nissan, Toyota, Suzuki, Seat, Mercedes, Chevrolet, Citroën, Dahiatsu, Alfa Romeo). Il bilancio sarà disponibile solo alla fine. Tradizionalmente è in attivo, o al massimo in pareggio: ovvero la festahasemprefinanziatoilpartito e non viceversa.
PERALTRO, la Festa dipende non direttamente dai democratici, ma da una società controllata, “Eventi Italia Feste”, che ha tra i suoi compiti principali proprio quello di attirare capitale privato. Il suo bilancio non fa parte di quello del Pd (la cui trasparenza e certificazione viene sbandierata a ogni piè sospinto dal tesoriere, Antonio Misiani).Inquellodel2010delpartito (l’ultimo completo disponibile) viene evidenziato, nei rapporti con tale società, un credito di 143 mila euro, quale “finanziamento infruttifero, erogato per far fronte sia agli investimenti che alle spese di gestione nella fase di avvio” e un debitodi252milaeuro,comecompenso per l’organizzazione della FestadiTorino.Presidenteeamministratore delegato fino al 2010 era lo stesso organizzatore Paganelli, adesso è Antonella Trevisonno, arrivata nel Pd come collaboratrice di Lusi, poi per anni braccio destro di Misiani.