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 2012  agosto 30 Giovedì calendario

IL PAPÀ CHE GIRA IN GONNA PER ASSECONDARE IL FIGLIO E CONFONDERGLI LE IDEE

Quando il figlio di 5 anni è tornato a casa dall’asilo e ha iniziato a guardare con aria incuriosita la gonna della mamma, Nils Pickert, anziché reagire come Vito Catozzo - il meraviglioso poliziotto interpretato da Giorgio Faletti nel programma Drive In («Se io saprei che mio figlio mi diventerebbe un orecchione, porco il mondo cane che c’ho sotto i piedi, vivo me lo mangio, vivo me lo mangio») - non si è per nulla allarmato. No. Ha lasciato fare perché bisogna essere genitori moderni e dalla mentalità aperta e poi basta con tutte queste costrizioni che limitano la crescita dei bambini e non è giusto frenare i desideri dei piccoli che poi rischiamo di trovarceli aggressivi quando crescono e bla bla bla.
Sarà... La cosa buffa, però, è che Nils Pickert non si è allarmato minimamente nemmeno qualche tempo dopo, quando il piccolo è passato dagli sguardi ai fatti e ha deciso che da quel momento si sarebbe vestito solo con indumenti femminili. Da donna. Sarà... Ma occhio a dare giudizi frettolosi e iniziare dibattiti, c’è dell’altro. Nils Pickert è andato oltre, al di là. Sapete che ha fatto? Per assecondare il bimbo che ormai indossava soltanto un vestitino rosso, si è scelto una abbondante gonna - rossa pure lei - di quelle con l’estatico che arriva fin sotto il ginocchio e se l’è infilata. Poi ha preso il figlio per mano e ha iniziato a passeggiare per le vie della città in cui vive, vicino a Berlino. Fregandosene di tutto e tutti e anzi attirando volentieri l’attenzione verso di sè e facendosi fotografare. Per rompere gli schemi tradizionali, per abbattere stereotipi socio-culturali e altre cose così, che fa fico dirle ma in realtà spesso non si sa nemmeno cosa siano.
«Dopotutto la gonna non mi sta neppure così male - ha detto Pickert in un’intervista rilasciata alla rivista femminile e di politica Emma - Mio figlio preferisce indossare abiti da donna, così ho iniziato a mettere la gonna anch’io, per solidarietà. La città in cui viviamo ha poco meno di 100 mila abitanti ed è molto rispettosa delle tradizioni, molto religiosa». Così la strana storia del padre e del figlio vestiti da donna, nel giro di pochi giorni, è diventato l’argomento il più piccante e intrigante da trattare in ogni angolo di quartiere. Perché quando c’è di mezzo l’educazione ai figli, tutti diventano esperti e intenditori: un po’ come quando, durante i Mondiali di calcio, tutti diventano ct. «Sì, sono uno di quei genitori che cercano di educare i figli all’uguaglianza di genere - ha spiegato Pickert -, non sono uno di quegli pseudo-papini-accademici che nei loro studi blaterano di giustizia di genere, per poi cadere nei soliti clichè dei ruoli appena nasce loro un bambino: lui pensa alla carriera, lei si prende cura del resto».
L’impressione è che più che un buon papà, l’uomo si senta un eroe. Anzi un supereroe da fumetto che va contro il male. Senza rendersi conto, però, che il male rischia di farlo lui. Al figlio che cresce credendo che si possa fare tutto quello che si vuole e che vive una realtà fasulla, in cui il padre si veste da madre solo per gioco. Gli ultimi aggiornamenti dicono che, oltre a indossare il vestitino rosso, il bambino ora ha iniziato anche a colorarsi le unghie. Chissà che rabbia il meraviglioso Vito Catozzo: «Se scoprirei che mio figlio...».