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 2012  agosto 30 Giovedì calendario

Così si firma un contratto di schiavitù - Potenziali «schiavi» e candidati «padro­ni », prendete nota

Così si firma un contratto di schiavitù - Potenziali «schiavi» e candidati «padro­ni », prendete nota. Ora le vostre legittime aspirazioni possono - anzi, devono - essere messe nero su bianco. Per semplificare le noiose procedure bu­rocratiche è disponibile anche un facsimile di «accordo» che consente di risparmiare tempoprezioso, dadedicaremagariapiùec­citanti colpi di frustino. Benvenuti nel tragi­comico mondo del «contratto di schiavitù»: unaviadimezzotraun«patto»fraporcelloni fuori di testa e un«impegno»dai profili legali tutt’altro che scontati. Dinanzi alle «norme» più estreme del «contratto», l’unica reazione possibile è quella di riderci (o piangerci) su, bollandole come«giuridicamenteirricevibili»;masual­tre «regole» che disciplinano il rapporto pa­drone/ schiavo le cose sono più complesse: «Se eliminiamo il termine forviante di schia­vitù - spiega l’avvocato Matteo Pascarelli, esperto in diritto di famiglia - ci sono molti punti del contratto che, se sottoscritti libera­mente e in coscienza dalle parti, configura­no veri e propri obblighi, con tanto di diritti e doveri tra i firmatari. Non invidio comun­que il giudice chiamato a decidere sul caso specifico della coppia di Padova che presen­ta profili delicatissimi e, sotto alcuni aspetti, inediti per la giurisprudenza...». Allora cerchiamo di capirla questa vicen­dadella «coppiadiPadova».Insintesièlasto­riadiuna «schiava»chesièribellata.Haspez­zato le catene. Anzi,ha stracciato il«contrat­to » che prevedeva «l’assoluta e incondizio­nata dipendenza psico-socio-sessuale al suo padrone».Che poi era suo marito:già di­ventato una celebrità nel padovano, quasi quanto lo spritz . Delresto, pernoiammoglia­ti, già è un’impresa giocare a calcetto con gli amici senza che la consorte ti rompa le scato­le, figuriamoci riuscire a farle formare un «contratto di schiavitù». Inutile ribadire che il contratto di schiavitù ha un valore legale pari allo zero, ma poter custodire nel casse­t­to quel foglio firmato è comunque una bella soddisfazione morale. Scherziamo, ovvia­mente. Epoisisacomevannoleschiavitùfit­tizie. Dopo un po’ la «schiava» comincia ad alzare la cresta e il «padrone» comincia bec­carsi le sberle sul coppito. Insomma, addio divertimento. Con l’immancabile epilogo: l’ex «schiava (diventata volitiva come una CarlaBruni)el’expadrone(diventatoaccon­discendente come un Sarkò) finiscono da­vanti all’avvocato per chiedere la separazio­ne. E lì, si sa, sono concessi anche i colpi bas­si. Preferibilmentealbassoventredilui. Esat­tamente ciò che ha fatto la trentaduenne pa­dovanache­dopoavergiocatoafarelaschia­va Isaura per qualche anno­ha deciso di rin­facciareal «maritoviolento»il«pattoconsen­suale di sottomissione » divenuto improvvi­samente «prova dell’indole terribilmente pericolosa dell’uomo». Dipinto davanti al giudice come un soggetto dedito a «maltrat­tamenti e pratiche di stalking». Un bruto le cui sfumature di grigio- se non esattamente cinquanta-sarebberoalmenounaquaranti­na; roba da scandalizzare perfino Erika Leo­nard. Il protagonista di questa vicenda - riferi­scono i quotidiani locali- è 41enne che gesti­sce locali pubblici, con una precedente de­nuncia per violenza sessuale; la sua ex com­pagnalavoracomecommessa. Sieranospo­sati nel 2006, ma già due anni prima, scoper­to che la loro intesa erotica era ottimale, ave­va d­eciso di firmare una sorta di accordo pri­vato nel quale elencavano le 10 regole da ri­spettare. La prima, recitava pressapoco co­sì: «La schiava accetta di concedere se stessa per soddisfare ed esaudire i desideri del suo padrone». Poi però l’intesa,anche quella sadomaso, si affievolisce. L’unione matrimoniale nau­fraga, e i due nel 2011 si separano. Ma l’uo­mononavrebbemaiaccettatodichiuderela storia, continuando a «perseguitare» l’ex moglie, che l’ha denunciato per maltratta­menti in famiglia e stalking. L’arduo compito che spetta al magistrato èoraquellodidecidere-tral’altro-qualefor­zaprobatoriaabbianoleaccusedimaltratta­menti di fronte ad un patto di schiavitù ses­suale, anche se privato, che la donna aveva accettato e firmato. Intanto è stato deciso che,duranteleudienze,nell’auladigiustizia vengano affisse le gigantografie di Rodopi, bellissima schiava di stirpe tracia, e del suo padrone, il faraone Amasis.