Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 30 Giovedì calendario

MONTEZEMOLO E GIANNINO CONTRO UDC


Noi organizziamo il centro. Questa formula è diventata ossessiva sulla bocca dei massimi esponenti dell’Udc, da Casini a Buttiglione a Cesa, con la sola variante di usare la parola «moderati» in luogo di «centro» (anche perché le ambizioni, piuttosto elevate rispetto ai risultati finora registrati, riguardano altresì l’elettorato deluso di centro-destra e di destra).
Spesso c’è un’aggiunta, a chiarificazione, coronamento e completamento ammiccante: Bersani organizza i progressisti.
Sarà senz’altro vero che l’Udc si rigenererà in un diverso movimento. Quasi tutti scommettono che assorbirà Fli, o quel che resta degli antichi sogni dei seguaci di Fini. Più incerto pare il destino della non positiva esperienza costituita dall’Api (Rutelli amava ripetere di aspirare a divenire, sia pur non da solo, il primo polo, con maggioranza relativa), posto che fra i democratici si vedrebbe volentieri una confluenza di alcuni nomi della debole struttura rutelliana nella lista del Pd.
Tuttavia l’Udc, con relativo corteggio di sostenitori nazionali, troverà indubbie difficoltà di fronte alla coppia Montezemolo-Giannino. Le due esperienze procedono: Italia futura annuncia 58mila adesioni, Fermare il declino 19mila. In parte i nomi coincidono, anche perché, negli stessi vertici delle due formazioni, si vedono spesso personaggi che stanno in entrambe.
Fermare il declino è andata avanti con altre nomine di coordinatori regionali, in Piemonte e Lombardia (per gli altri cfr. ItaliaOggi di mercoledì 29). C’è larvata concorrenza, ma c’è pure la sensazione precisa che lo spazio per due movimenti simili, formati in larga misura da persone prive d’incarichi politici, può sì essere di tutto rispetto, ma non certo immenso, dovendo fare i conti con partiti consolidati come Pdl e Udc, per tacere della Lega, e forse subire anche l’antagonismo dei grillini.
Un grande problema sarà costituito dall’indubbia aspirazione di Casini a inglobare, a far confluire, ad assorbire, a coordinarsi organicamente (mutano le parole, la sostanza rimane la stessa: una lista unica) Montezemolo e Giannino nel nuovo movimento. Anche Fli, nei propri limiti, ambirebbe a una generale confluenza: alcuni personaggi di vertice, come Benedetto Della Vedova e Mario Baldassarri, sono tra i fondatori di Fermare il declino, sia pure mascherati l’uno da presidente di Libertiamo, l’altro da docente universitario. In parte, sarà la nuova legge elettorale a determinare le decisioni. In parte, dipenderà da talune accentuazioni della linea politica o della matrice ideologica impresse finora da Casini: non si sa quanto l’ipermontismo e l’insistenza sulla radice cattolica giovino a raggiungere intese con chi sia critico verso il governo tecnico oppure abbia una visione laica.
In parte emergeranno le incomprimibili ambizioni personali: un elevato numero di parlamentari uscenti punterà alla riconferma, scontrandosi con l’identica aspirazione di una miriade di neo approdati (o riapprodati) alla politica, smaniosi di entrare in parlamento per rivoltare l’Italia. E quest’ultimo aspetto potrebbe essere il più ostico a un accordo.