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 2012  agosto 30 Giovedì calendario

BANCHE SPAGNOLE AL SALVATAGGIO. LE REGOLE DI BRUXELLES

Il corso della Nuova Europa comincia dall’unione bancaria, tema di sostanza anche politica. La Spagna sta preparando l’istituzione di un «banco malo», il contenitore dei titoli-spazzatura che il governo di Madrid vorrebbe utilizzare per ripulire il circuito finanziario dei titoli in default in possesso dei suoi istituti di credito. La bozza del decreto è stata già inviata a Bruxelles e domani dovrebbe essere approvata dall’esecutivo di Mariano Rajoy.
La riunione della Commissione europea ieri ha fissato alcuni principi che verranno presentati l’11 settembre, sotto forma di una proposta e due regolamenti. Primo punto: Il Consiglio europeo, sulla base dell’articolo 127 del Trattato, potrà conferire, votando all’unanimità (e sentito il Parlamento europeo) la sorveglianza bancaria alla Bce di Mario Draghi. È un passaggio tecnico-giuridico di grande importanza politica: per questa strada non ci sarebbe bisogno di modificare i Trattati, quindi si potrebbe fare presto. Anche se l’Europarlamento chiede di co-partecipare alla stesura delle norme (invocando un altro articolo). Secondo: gli istituti nazionali (da Bundesbank a Banca d’Italia) si dovrebbero concentrare soprattutto sulle attività «retail», come conti correnti e mutui, ma, se lo ritengono, possono concorrere alla vigilanza generale. E qui bisogna prepararsi alla reazione della Bundesbank: difficile pensare che accetti tranquillamente di occuparsi solo degli sportelli. Terzo: la Bce vaglierà l’operato di tutte le aziende di credito, senza distinzioni di categoria, grandi o piccole, nazionali o locali. Il perimetro iniziale è la zona euro. Gli altri Paesi potranno aderire oppure, come faranno Gran Bretagna e Svezia, starne fuori. E’ il passaggio più delicato e, nello stesso tempo, più innovativo. Interi settori di banche finora iper protette a livello nazionale sarebbero costrette a ben altra trasparenza. L’esempio chiave è quello delle casse regionali della Germania definite nel 2009 dall’allora commissario Günther Verheugen (un tedesco, dunque) «campionesse mondiali nelle transazioni bancarie rischiose». Ieri il successore di Verheugen, Günther Oettinger, non ha detto una parola, (l’italiano Antonio Tajani, si è, invece, espresso a favore), ma si può scommettere che l’intero sistema, non solo Angela Merkel, si farà sentire, eccome.
Giuseppe Sarcina