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 2012  agosto 29 Mercoledì calendario

APPUNTI DAI GIORNALI DI MERCOLEDI’ 29 AGOSTO 2012 (CORRIERE E REPUBBLICA)


##Bene l’asta dei titoli di Stato, ma lo spread sale
• Il buon esito delle aste dei titoli di Stato di Italia e Spagna non basta a frenare gli spread, in risalita nei due Paesi. Il Tesoro ha collocato Ctz per tre miliardi, il massimo offerto, con rendimento al 3,064%, il minimo da marzo e in netto calo dal 4,86% di luglio. Sono stati inoltre assegnati BtpEi, cioè i Btp indicizzati all’inflazione europea, per 750 milioni su un’offerta tra 500 e 750 milioni. Successo anche in Spagna, che ha venduto 3,6 miliardi di bonos a 3 e 6 mesi rispetto a un target di 3,5 miliardi, con tassi in forte calo. Il rendimento medio sul trimestrale è crollato allo 0,946% dal 2,434% di luglio, mentre il tasso sui titoli a 3 mesi è sceso al 2,026% dal 3,691%. I rendimenti in calo non hanno però aiutato il differenziale tra i Btp decennali e gli analoghi Bund tedeschi, che ieri ha chiuso a 449 punti base, dopo essere salito fino a 450 punti, con un rendimento del 5,83%, mentre lo spread tra i Bonos a 10 anni e Bund è tornato a quota 514, con un rendimento del 6,48%. Colpa della Spagna, si diceva. L’economia iberica si è contratta dello 0,4% nel secondo trimestre rispetto ai primi tre mesi, con una flessione (rivista al ribasso) dell’1,3% su base annua, contro il precedente -1%. [Ferraino, Cds]

• Oggi il Tesoro offrirà 9 miliardi di Bot a 6 mesi, che ieri sul grey market venivano scambiati con un rendimento dell’1,5%. Se verrà confermato nell’asta odierna si tratterebbe anche in questo caso del valore più basso da marzo, con una contrazione di 95 punti base rispetto a luglio. Ma l’attenzione è sull’asta di giovedì, quando il Tesoro offrirà fino a 7,5 miliardi di Btp a 5 e 10 anni e CcTeu (i CcT indicizzati all’euribor a sei mesi). Nel complesso con la tre giorni di aste di questa settimana il Tesoro punta a raccogliere fino a 20,25 miliardi, mentre ne rimborserà 20,5 miliardi venerdì per titoli in scadenza. [Ferraino, Cds]

##La Catalogna chiede aiuti a Madrid
• Ieri la Catalogna ha chiesto al governo centrale di Madrid aiuti per 5 miliardi, divenendo così la terza regione, dopo la Comunidad Valenciana e la Comunitá autonoma di Murcia, a chiedere accesso allo speciale fondo di 18 miliardi costituito questa estate. Il premier Mariano Rajoy ha confermato il sostegno alla regione, che altrimenti «rischia l’insolvenza», negando però di avere in corso negoziati con la Bce per un possibile salvataggio del Paese. Ma il presidente del Consiglio Ue Herman van Rompuy, dopo il vertice a Madrid con Rajoy, ha ribadito che la Ue è «pronta a intervenire in soccorso della Spagna». [Ferraino, Cds]

• A luglio famiglie e imprese spagnole hanno ritirato dai depositi bancari 74,2 miliardi di euro, cifra record dal 1997. [Ferraino, Cds]

##La Merkel vola in Cina: «Comprate titoli italiani»
• Oggi pomeriggio, dopo l’incontro con il premier Mario Monti, Angela Merkel volerà in Cina per una visita di due giorni. E, secondo il sito online dello Spiegel, potrebbe chiedere a Pechino «di comprare direttamente bond italiani e spagnoli, i cui tassi di interesse sono elevati e attraenti». [De Feo, Cds]

##Monti incontra Barroso: colloquio su banche e bilancio
• Ieri, alle 10 di sera, il premier Mario Monti, accompagnato dal ministro per gli Affari europei Enzo Moavero, si è visto con il presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso. Un’ora e mezza di colloquio scandita da tre argomenti principali: l’unione bancaria, le regole di bilancio fissate dal «fiscal compact», le possibili modifiche dei Trattati europei. La stessa agenda che verrà riaperta oggi a Berlino, dove Monti è atteso dalla Cancelliera Angela Merkel. Bei su Rep: «Chi segue da vicino questi dossier mette in relazione l’incontro con Barroso con l’annuncio di un “gruppo di lavoro congiunto” francotedesco per elaborare proposte in vista del prossimo consiglio europeo. Roma teme insomma di essere tagliata fuori, questa è la lettura prevalente a Bruxelles, e cerca una sponda istituzionale nell’altro “vaso di coccio” che finirebbe stritolato tra Parigi e Berlino: la commissione europea appunto. E forse non è un caso se ieri il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, abbia usato i toni più melliflui verso l’Italia. Il governo di Mario Monti, ha dichiarato all’Ansa Westerwelle, è un partner “centrale e molto apprezzato” a Berlino».

##Si blocca il maxi decreto sulla salute
• Bibite gasate e slot machine frenano il decretone sulla sanità che dovrebbe essere esaminato dopodomani nel Consiglio dei ministri, che ora rischia di slittare. Scadenza a rischio a causa dei dubbi su alcune norme. Il ministro Renato Balduzzi si è detto però fiducioso: «Spero di rispettare gli impegni. In caso contrario si tratterà di problemi tecnici e l’eventuale slittamento non è un problema». Nella riunione del pre-consiglio, ieri i tecnici di alcuni dicasteri hanno chiesto chiarimenti. Preoccupazioni soprattutto sulla copertura, sulla compatibilità con leggi europee e di ordine procedurale. In queste 48 ore ci saranno approfondimenti. Domani la decisione. Una delle ipotesi è di scorporare alcune parti del provvedimento (ad esempio, quello sulla non autosufficienza) e presentarle sotto forma di disegno di legge. [De Bac, Cds]

• Sul decreto salute spiega la De Bac (Cds): «Tra le norme che rendono meno agevole il cammino del decretone super nutrito (27 articoli che toccano diversi ambiti del mondo sanitario), la tassa triennale sulle bevande gasate e i superalcolici. La previsione è di ricavarne 250 milioni all’anno per finanziare attività legate alla non autosufficienza e all’assistenza dei più deboli. Le aziende subiranno un prelievo di 7,16 euro ogni cento litri di bevande sul mercato (50 euro per i superalcolici). Di conseguenza i prezzi per il consumatore aumenteranno. Una dissuasione all’acquisto, secondo il governo. (…) Poi ci sono le norme di contrasto al gioco d’azzardo col divieto di collocare slot machine a 500 metri almeno da scuole e ospedali. Le Finanze temono contraccolpi negativi. Già nel periodo gennaio-giugno le entrate legate ai giochi sono calate del 5,7%, meno 404 milioni. “Rischiamo la paralisi e che venga azzerata l’offerta di gioco legale a vantaggio della riemersione dell’illegale”, è il timore di Confindustria sistema gioco Italia».

##Berlusconi teme una condanna e vuole andare al voto a novembre
• Scrive Repubblica (Lopapa) che Silvio Berlusconi avrebbe cambiato improvvisamente idea e ora vuole le elezioni anticipate a novembre perché teme una condanna a breve. Avrebbe così radunato di corsa i suoi a Palazzo Grazioli. Racconta Lopapa: «Ed ecco la svolta: bisogna fare in fretta, approvarla subito, la riforma. Sul leader – ed è la novità che l’avvocato dell’ex premier porta al gabinetto di guerra – incombe il rischio assai concreto di una condanna in primo grado tra novembre e dicembre. La mannaia del processo Ruby. La maledizione che lo perseguita. L’incubo di una campagna elettorale da condurre da gennaio a marzo, da candidato presidente del Consiglio, con il fardello di una sentenza funesta per quei reati infamanti. Ai timori per il caso Ruby si aggiungono inoltre – come ha raccontato nei giorni scorsi il Giornale – quelli per nuove inchieste che, secondo il Cavaliere, sarebbero in procinto di essere formalizzate contro di lui a Napoli e a Bari. Approvare in pochi giorni la legge elettorale, anche alle condizioni degli avversari del Pd, a patto di convincere Monti alle dimissioni e Napolitano ad anticipare il voto a novembre. Viene affidata a Gianni Letta la missione più delicata. Perché nulla può maturare se il Quirinale è all’oscuro, se non acconsente alla svolta. L’ex sottosegretario informa il Colle in via informale nello stesso pomeriggio. Fa sapere che il Pdl è disponibile alla bozza quasi concordata col Pd: piccoli collegi, premio di maggioranza del 15 per cento al partito che ottiene più voti. A una condizione, però, che tutto avvenga nel giro di pochi giorni e si vada al voto entro novembre. Condizioni, paletti che la presidenza Napolitano non potrebbe mai accettare».

##Renzi, una vice donna e Ichino in squadra
• Per la campagna delle primarie Pd, Matteo Renzi girerà le 108 province italiane con due camper di nome Therry. I due mezzi sono stati modificati per l’occasione. Via la cucina dentro una sala riunioni per otto persone. Internet, fax e quant’altro. A Roberto Reggi, l’ex sindaco di Piacenza, è stata affidata la macchina organizzativa insieme a Giorgio Gori. A collaborare con il sindaco di Firenze ci sarà il giuslavorista Pietro Ichino, senatore del Pd: «Collaborerò con Renzi, c’è una convergenza piena su temi cruciali. Bersani non mi ha cercato». Nello staff ci sarà anche Matteo Richetti, presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, che gestirà le relazioni politiche. La sorpresa arriva invece dalla scelta del possibile vicepremier: con ogni probabilità sarà una donna. [Giannattasio, Cds]

##Legge 40, la Corte europea boccia l’Italia
• La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha bollato come «incoerente» la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita nella parte in cui pone il divieto di diagnosi preimpianto sugli embrioni. La decisione accoglie il ricorso di due cittadini italiani. Si tratta di una coppia di trentenni, Rosetta Costa e Walter Pavan, che hanno già un figlio malato, affetto da quella malattia genetica (la fibrosi cistica) che vorrebbero evitare con la fecondazione assistita a un secondogenito. La legge 40 infatti vieta la fecondazione assistita per le coppie non sterili e vieta di selezionare gli embrioni «ottenuti», «scartando» quelli non sani. Secondo i giudici della Corte di Strasburgo, la cui decisione diverrà definitiva solo entro tre mesi e solo se nessuna delle parti farà ricorso per ottenere una revisione davanti alla Grande Chambre, «il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è incoerente», in quanto allo stesso tempo un’altra legge dello Stato permetterebbe alla coppia di accedere a un aborto terapeutico. «Il governo italiano – si legge nella decisione – ha giustificato l’interferenza al fine di tutelare la salute dei bambini e delle donne, la dignità e la libertà di coscienza degli operatori sanitari ed evitare il rischio di eugenetica». Secondo la Corte invece «i concetti di “embrione” e “bambino” non devono essere confusi». Non si comprende, scrive ancora la Corte, come, nel caso di malattia del feto, «un aborto terapeutico possa conciliarsi con le giustificazioni del governo italiano, tenendo conto tra l’altro delle conseguenze che questo ha sia sul feto sia, specialmente, sulla madre». La Corte europea, dunque, ha stabilito che così com’è formulata la parte della legge 40 sotto esame ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare dei ricorrenti a cui lo Stato dovrà per di più versare 15 mila euro per danni morali e 2.500 per le spese legali sostenute. [Calabrò, Cds]

• Le polemiche sono iniziate subito, dividendo il Parlamento. Per la capogruppo dei senatori pd, Anna Finocchiaro, «è venuto il momento di riscrivere completamente la legge 40, sbagliata, crudele e inumana». Questo sarà «l’impegno del Partito democratico», assicura Ignazio Marino. Esponenti del Pdl come Maurizio Lupi ed Eugenia Roccella sperano in un ricorso del governo. Tranchant il Centro di bioetica dell’università Cattolica di Milano, che parla di «eugenetica liberale». Non mancano i distinguo negli schieramenti. Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, non tace le «forzature» nella legge 40, e Francesca Martini (Lega) valuta la sentenza europea come «un passo di civiltà». L’ex presidente della Consulta, Valerio Onida, sottolinea che se non si rivolgerà alla Grande Camera, «l’Italia è obbligata a conformarsi alla pronuncia di Strasburgo, e di fatto dovrà cambiare la legge». [Vinci, Rep]

• Ventura sul Cds racconta per bene la storia della coppia italiana che è ricorsa alla Corte europea: «Quando nacque loro un figlio affetto da fibrosi cistica, Rosetta Costa e Walter Pavan, i genitori che hanno fatto ricorso a Strasburgo, scoprirono di essere portatori sani della malattia. Non vollero però smettere di aver figli: avrebbero fatto come si fa in Francia e in Germania, in Portogallo e nei Paesi Bassi, in Gran Bretagna e in Grecia: generare embrioni in vitro, diagnosticarne lo stato di salute e impiantare gli embrioni sani in vista della gravidanza. La legge 40 del 2004 sbarrava loro la strada. Inutilmente nel 2005 dieci milioni di italiani avevano votato contro il divieto; grazie ai 37 milioni di astenuti il referendum era fallito. La coppia non si rassegnò ad una delle cinque vie lasciate aperte dalla legge italiana: non procreare più; adottare; rischiare di procreare nuovi figli affetti da fibrosi cistica; abortire in caso di feto malato; recarsi in Spagna, Belgio, Repubblica Ceca o Slovacchia, seguendo le orme di tanti italiani. I due portarono invece la loro battaglia a Strasburgo, battendosi per un diritto riconosciuto ovunque nell’Europa occidentale, tranne in Austria e Svizzera».

##Il governo studia il ricorso sulla fecondazione
• Scrive la Calabrò (Cds) che il ricorso dello Stato italiano alla sentenza della Corte europea sembra scontato. «Il governo normalmente sostiene le sue leggi davanti alle Corti europee, soprattutto dopo una decisione di primo grado. Il ricorso, in questo caso, sembra essere in qualche modo facilitato, a una prima lettura, dalla motivazione della sentenza (in tutto quindici pagine) che conterrebbe due debolezze giuridiche indipendenti dal “contenuto” della decisione. Se cioè sia giusto o meno – ribaltando quello che stabilisce la legge 40 – far accedere una coppia alla diagnosi preimpianto. La prima “debolezza” della sentenza deriva dal fatto che la legge 40 è stata giudicata “incoerente” in quanto contraddittoria con un’altra legge italiana, la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza. Cioè ci sarebbe un’evidente irragionevolezza perché si vieta la diagnosi preimpianto e invece una volta impiantato l’embrione malato, un’altra legge dello Stato permetterebbe alla coppia, secondo i giudici europei, di accedere a un aborto terapeutico. In realtà, però, la legge 194 consente questo tipo di aborto (dopo 90 giorni di gravidanza), solo a determinate condizioni, cioè se quella malattia costituisce un “grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna” e dopo un iter di verifica ben preciso: cioè permette l’aborto terapeutico non per il solo fatto che l’embrione è malato. (…) Ma c’è anche un altro problema, di tipo procedurale. La Corte di Strasburgo è infatti una Corte di ultima istanza, cui si può accedere solo dopo aver esperito tutti gradi di giudizio all’interno del Paese europeo di cui i ricorrenti sono cittadini. In questo caso invece la coppia si è rivolta alla Corte direttamente, saltando i giudici nazionali, chiedendo l’intervento di un “giudice sovranazionale”. Questo potrebbe inficiare alla radice la decisione. Perché in materia di diritti umani questo precedente creerebbe di fatto una sostanziosa “cessione di sovranità”».

##L’uragano Isaac verso New Orleans
• La tempesta Isaac è diventata un lento e gonfio uragano di categoria 1 con venti che superano i 120 km all’ora e un’onda dal mare di quasi 4 metri. Sta per colpire New Orleans esattamente nel settimo anniversario di Katrina. Obama ha lanciato un appello: «Sotto la mia direzione la Fema», cioè la protezione civile, «è al lavoro da una settimana con i funzionari delle aree che possono essere colpite», ha detto il presidente, ricordando di aver firmato da lunedì la dichiarazione d’emergenza. «I nostri uomini sono già sul posto » ha continuato in diretta ricordando all’America i ritardi nei soccorsi di sette anni fa. È un uragano potente, ha rilanciato, «non è questo il momento di sfidare la sorte, non è il tempo di minimizzare gli allarmi ufficiali» che anzi vanno presi «molto seriamente». [Aquaro, Rep]

• Scrive Farina (Cds) che per New Orleans «è il primo vero test per un sistema di sicurezza costato oltre 14 miliardi di dollari. Rifatto e rafforzato il castello di dighe e di chiuse che si sbriciolò nel 2005. C’è uno sbarramento apri-chiudi pagato oltre un miliardo che chiamano la Grande muraglia della Louisiana. Ieri i genieri dell’esercito hanno bloccato le sue barriere che dovrebbero difendere il fianco est della città».

##Ann Romney apre la convention di Tampa
• Ieri sera, nella giornata d’apertura della convention repubblicana a Tampa, è toccato a Ann Davies, la signora Romney, rompere il ghiaccio con un intervento che è sicuramente il meno politico, ma anche quello più importante di tutta la kermesse dei conservatori. Prima, ovviamente, del discorso di accettazione col quale domani sera Mitt – che ieri ha ricevuto l’investitura ufficiale dei delegati (2,061 voti per lui, qualche decina per l’indomito Ron Paul) – lancerà la sua volata verso la Casa Bianca. Gaggi (Cds): «Un doppio miracolo, quello chiesto ad Ann: raccontare, attraverso la storia di una famiglia patrizia e mormone, l’avventura umana di un uomo che ha imparato a soffrire e a reagire alle avversità. Non solo rendendo credibile l’immagine di un capitalista che ha usato la sua ricchezza senza arroganza, ma dedicandosi alla beneficenza e al “public service”, ma anche riportando su Romney l’attenzione di un’America distratta dall’uragano Isaac che ha già azzoppato la convention. (…) Una storia ripercorsa dall’incidente automobilistico in Francia, nel 1968, quando Mitt, allora giovane missionario mormone, venne dato per morto. Fino alla scoperta, nel 1998, della sua grave malattia autoimmune, rievocata anche dalla Cnn in uno special televisivo nel quale i coniugi Romney hanno raccontato la loro vita, facendo penetrare telecamere e microfoni nell’intimità domestica, tra i figli».

• «La candidata First Lady si preparava da giorni, ritoccando la propria immagine per servire meglio quella del marito. Ai giornalisti sull’aereo da Boston ha offerto “la mia torta irlandese preferita, fatta in casa con le mie mani, una ricetta di mia nonna“. Esercizio crudele ma indispensabile, ha rivelato un pezzo di dolore personale: il ricordo della sua gravidanza andata male, “non osai neppure svegliare Mitt, alle tre di notte”. Mamma di cinque figli, nonna con 18 nipotini, Ann s’ispira a un’altra matriarca della destra, il modello è Barbara Bush moglie di George senior. Tira fuori le unghie di fronte alle domande più aggressive. Sulle pochissime tasse (13,9% di aliquota), i conti offshore del marito, il rifiuto di svelare le dichiarazioni dei redditi degli ultimi dieci anni: “Vi abbiamo detto tutto quello che vi serve sapere. Certi attacchi sono al di sotto di ogni dignità”». [Rampini, Rep]

• Romney piace sul piano umano al 27 per cento degli americani, mentre il 61 per cento gli preferisce, sotto questo profilo, Barack Obama. Romney è indietro di 8 punti percentuali rispetto al presidente anche nel gradimento dell’elettorato femminile (mentre è in vantaggio tra i maschi). [Gaggi, Cds]

##I minatori sardi e la minaccia dell’esplosivo
• I minatori della Carbosulcis hanno passato la terza notte sotto terra. Ieri sera, verso le 20.30, hanno fatto esplodere una piccola carica di dinamite, come avvertimento: «Abbiamo 694 chili di dinamite, 1.221 detonatori. Sappiamo come si usa», ha detto uno di loro sorridendo, senza dare il nome. Scrive Serra (Cds): «Parlano invece i rappresentanti sindacali, che non hanno gradito le note dei ministri dello Sviluppo e dell’Ambiente. Corrado Passera, sugli investimenti nel Sulcis: “È nostra intenzione perseguire l’attuazione di strategie e investimenti finalizzati a riconvertire le produzioni esistenti, ove sia possibile farlo, e favorire la creazione in tempi adeguati di iniziative durature di sviluppo sostenibile. Il piano per lo sviluppo del Sulcis, proposto da Regione e Provincia e ora all’esame delle strutture tecniche del ministero, è una buona base di partenza”. Corrado Clini, sul progetto di cattura e stoccaggio di anidride carbonica nei pozzi e la produzione di metano, al quale tengono i minatori per il rilancio, è stato però pessimista: “È un progetto innovativo a tecnologie avanzate che ha bisogno di dati economici di riscontro, al momento in Europa ce n’è uno solo. Nel Sulcis il contesto non sembra essere favorevole allo sviluppo di un’iniziativa di questo tipo”. A lui risponde subito Luigi Manca, Rsu: “Il progetto è fattibile eccome e la presenza dello zolfo non è un problema. Si stanno spendendo soldi nelle rinnovabili, nel fotovoltaico, che richiedono anche costi molto alti”».

• Meletti di Rep è sceso sotto terra tra i minatori del Sulcis: «Il pozzo principale parte da 100 metri sopra il livello del mare e scende a meno 373. Nell’ascensore sembra di essere dentro un vecchio treno che precipita lentamente. Ferro ovunque, cigolii, rumori provocati da cascate invisibili d’acqua. Quattro, cinque minuti che sembrano eterni. Poi la porta viene aperta ed ecco il presidio, con minatori e tecnici attorno a un tavolone con bottiglie d’acqua minerale e un cesto di pesche. “Non siamo qui solo per occupare, ma anche per controllare la miniera, che è una cosa viva”. Le macchine sono ferme, c’è lo sciopero, ma la polvere nera piano piano macchia le tute e i volti. “Debbono dire sì – ripete Stefano Meletti – al nostro sogno nel cassetto: continuare a fare i minatori e ridurre l’inquinamento. Sì, la miniera è in perdita, perché l’Enel ci compra soltanto 300.000 tonnellate di carbone all’anno. Con un milione di tonnellate saremmo in pareggio. Noi vogliamo un futuro. Noi che accettiamo di vivere sottoterra non accettiamo palliativi. Non possono dirci state a casa che tanto vi mettiamo in cassa integrazione. Non è questa la risposta attesa da noi, dalle nostre mogli e dai nostri figli”».

##I ghiacci dell’Artico ai minimi storici
• Il 26 agosto è stato registrato il livello più basso dei ghiacci dell’Artico da quando nel 1979 si è iniziato con i satelliti il censimento dell’area del Polo Nord. Adesso la superficie è arrivata a 4,10 milioni di chilometri quadrati, ancora meno dei 4,17 milioni di chilometri quadrati misurati nel 2007, la precedente annata record. Il guaio è che la stagione calda non è ancora terminata e i 70 mila chilometri quadrati perduti oltre l’ultima data saranno presto da aggiornare. L’estate artica si conclude tra la metà e la fine di settembre e quindi significa che un’ulteriore perdita è prevedibile. I dati sono stati diffusi dal National Snow and Ice Data Center dell’Università del Colorado (Usa) che con la Nasa controlla l’andamento della situazione. [Caprara, Cds]

##Mps, maxirosso da 1,6 miliardi
• Mps ha ripulito ulteriormente il bilancio e, con svalutazioni per 1,574 miliardi, chiude il primo semestre con una perdita netta di 1,617 miliardi. Scrive Chiesa sul Cds: «Le grandi pulizie dovrebbero, dunque, essere finite, anche se sono costate più del previsto: gli analisti si attendevano un rosso di poco sopra il miliardo. “I risultati confermano la necessità di non differire, e se possibile, accelerare in alcune sue parti il piano”, ha detto Viola introducendo la conference call con gli analisti. I quali hanno concentrato le domande sugli oneri operativi, segno che l’attenzione è sulla riduzione dei costi, attorno alla quale ruota il piano industriale al 2015. In base alla semestrale, gli oneri operativi sono, infatti, saliti su anno dello 0,7% a 1,669 miliardi. Viola ha spiegato che i costi sono cresciuti anche a causa di voci non ricorrenti (per 37 milioni) e – come Alessandro Profumo appena nominato presidente – ha rinunciato al compenso per la carica (440 mila euro). Tornando ai conti, la raccolta diretta scende a 132,4 miliardi (-1,7% dal 31 marzo), gli impieghi sono invariati rispetto a 144,5 miliardi. Viola ha sottolineato tre aspetti positivi: la crescita dei clienti (46.000 nuovi), la riduzione del leverage (anche grazie al calo del portafoglio finanziario, sceso di 1,7 miliardi a 36,3 miliardi) e il miglioramento del capitale, con il Core Tier 1 che si attesta a 10,8% (inclusi 1,9 miliardi di Tremonti Bond)».

##La Francia taglia il costo della benzina
• Il governo francese ha stabilito di abbassare il prezzo della benzina «subito» e «fino a sei centesimi» per litro, di cui tre a carico dello Stato e tre dei petrolieri. [Di Giacomo, Cds]

##Nuovo record della benzina: 2,019 euro
• Anche ieri, secondo le rilevazioni di Quotidiano energia, i prezzi dei carburanti in Italia sono stati ritoccati verso l’alto con una media nazionale a 1,928 euro, e punte di 2,019 euro, nelle regioni con le accise più alte. I dati ufficiali, quelli dell’Osservatorio del ministero dello Sviluppo, sono un po’ più bassi, ma siamo ormai a 1,870 euro per la verde, di cui vanno allo Stato 0,728 per le accise e 0,324 di Iva. [Di Giacomo, Cds]

• «Le tabelle del Conto nazionale delle infrastrutture e dei trasporti raccontano in statistica la storia italiana di 20 anni di mobilità. Nel ’90, l’82% delle dei 27 milioni e mezzo di auto circolanti erano a benzina. Venti anni più tardi lo è il 55% su 36,7 milioni. Mentre quelle a gasolio sono passate dal 14,72% del 2000 al 37,82% del 2010. Eppure compriamo mediamente auto di cilindrata maggiore: quelle intorno ai mille centimetri cubici erano 7,3 milioni, pari a oltre una su quattro nel 1990 e, a due decenni di distanza, quelle in circolazione sono 6,6 milioni: il 18,14%. Mentre le auto oltre i duemila erano un milione (3,7%) e oggi sono 2 milioni e settecentomila (7,4%). Pur essendo aumentata la popolazione, è cresciuto ancora di più il rapporto tra abitanti e auto circolanti: 2,11, contro 1,64 del 2010. A fine anno il conto complessivo tra benzina, assicurazioni, tasse e pedaggi era a prezzi correnti, sempre nel ’90, di 47,2 miliardi di euro. Nel 2010 invece muoverci ci è costato 103,7 miliardi di euro pari al 120% in più. Operando però un confronto a prezzi aggiornati all’inflazione, si scopre che quei 47,2 miliardi di euro del conto complessivo diventano 85 miliardi di oggi: un valore che corrisponde a un aumento reale in 20 anni del 22%».